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| Comunale |
| 26/01/1964 |
| h.14.30 |
| TORINO - L.R.VICENZA 0-0 Torino: Vieri, Poletti, Teneggi, Cella, Rosato, Ferretti, Albrigi, Ferrini, Hitchens, Moschino, Peirò. All.: Rocco. L.R.Vicenza: Luison, Zoppelletto, Volpato, De Marchi, Tiberi, Stenti, Menti IV, Fontana, Vinicio, Dell'Angelo, Vastola. All.: Scopigno. Arbitro: Sebastio di Roma. Reti: - Spettatori: 15.000 circa. Note: Il Torino scende in campo con un'inedita divisa color blu cielo. Cronaca [Tratto da La Stampa del 27 gennaio 1964] Il Lanerossi - Vicenza, che ieri ha pareggiato sul campo del Torino, viene in classifica subito dopo il gruppo delle cinque grandi. Ha un centrattacco, Vinicio, non più ragazzino ma sempre pericoloso; basa la sua solidità su una difesa formata da atleti nel termine esatto della parola, impeto e statura compresi, il valore dei vicentini può dunque spiegare l'andamento dell'incontro, ma non consola tuttavia i quindicimila spettatori accorsi allo Stadio. Dopo l'amaro ''1-2'', subito dalla loro squadra contro il Bari, questi tifosi speravano nella partita della riscossa: per poco non hanno assistito ad una gara di sbadigli. Il Torino, praticamente non ha corso alcun rischio in difesa - e questo è già qualcosa - ma all'attacco è apparso più evanescente di una montagna nascosta dalla nebbia e dalle nubi. L'affermazione può sembrare paradossale, se si tiene conto che durante la gara per ben quattro volte la rete di Luison è stata lì lì per cedere: tuttavia anche se i quattro palloni partiti da piedi o dalla testa di Hitchens e Ferrini fossero terminati alle spalle di Luison, nessuno ieri sarebbe stato tanto ottimista da affermare che il Torino ha un impianto offensivo efficace. Per l'occasione Puja, l'attaccante-calamita di ogni malumore granata (tutte le colpe ricadono su di lui) era stato lasciato a riposo da Rocco, il quale si era divertito ad indicare una formazione per vararne invece un'altra. I mutamenti, però, non hanno cambiato la situazione. Albrigi ha ereditato da Puja il posto di titolare e lo spiacevole compito di funzionare da capro espiatorio. Non gli hanno neppure lasciato il tempo di riabituarsi al ritmo di campionato che già si invocava.. Crippa. Se anche questi dovesse deludere - e sinceramente non lo auguriamo né a lui né ai suoi colleghi perché i calciatori che si impegnano con volontà vanno sempre rispettati e incoraggiati - se Crippa, si diceva, dovesse mai fare fiasco su quali spalle finiranno le accuse per il ''non attacco'' dei granata? Obbiettivamente le cause dalla scarsa penetratività non vanno cercate in un solo atleta ma in molti fattori il primo dei quali, alla fin fine, non è neppure del tutte spiacevole. Il Torino sacrifica le sue possibilità offensive per avere un saldo gioco di copertura. Segna poco, ma incassa pure poche reti. Con Ferrini arretrato, con Moschino molto cauto negli spostamenti e con mediani e terzini che ben di rado vengono avanti, i granata non possono evidentemente sperare di premere in massa nelle aree avversarie. D'altra parte, l'imminente attività prevede le partite contro il Bologna l'Inter e il Milan, di cui la prima e la terza in trasferta. Con tale programma in calendario si può quasi intuire sotto la faccia contrita di Rocco, amareggiato da Hitchens e Peirò, il sorrisetto ironico di chi pensa ''durassero questi zero a zero tanto criticati!''. I problemi del prossimo futuro, ad ogni modo, non per mettono di trascurare la opaca prestazione offerta ieri. E' difficile segnare se Peirò sente l'obbligo di toccare almeno quattro o cinque volte il pallone prima di offrirlo ad un compagno, se Hitchens non riesce ad unire all'impeto che lo rende tanto simpatico un minimo di tecnica, se Moschino diventa impreciso negli allunghi, se Ferrini fa più il difensore che l'avanti e Albrigi si muove con lo stato d'animo di uno studente costretto al ripetere dieci volte di seguito l'esame di licenza liceale. Ieri nella prima linea granata il più efficace è stato proprio un ex difensore. Ferrini appunto. E' detto tutto. Migliore la situazione in retroguardia, anche se Teneggi non ha avuto certo l'autorità di Buzzacchera. Cella recuperato in extremis si è trovato in difficoltà, all'inizio, contro Vinicio, ma Rosato, difensore libero, è sempre stato pronto ad intervenire, mentre Poletti ha controllato bene Vastola, l'ala che nella gara di andata aveva segnato il goal dei veneti. Il Lanerossi Vicenza, ha schierato un mediano laterale Tiberi, col numero 5 e con l'incarico di controllare la mezz'ala Moschino. De Marchi, che da molti anni indossa la maglia numero quattro, ha continuato ad avere l'abituale casacca anche se in pratica ha giocato da stopper su Hitchens, mentre da difensore volante funzionava Stenti, non molto allenato sia perché studente universitario sia perché ha dovuto sottoporsi nella scorsa settimana a visite medico-militari. Nella prima linea Menti era ala destra soltanto per il 7 che si intravvedeva sulle sue spalle (le maglie del Vicenza fanno concorrenza a quelle della Juventus in quanto a numeri quasi illeggibili). In pratica Menti è stato un centrocampista e all'estrema si è trasferito Fontana controllato dal terzino Teneggi. Salvo alcune puntate di Menti l'attacco vicentino si è fatto vedere soltanto per l'aggressività di Vinicio; in definitiva si è fatto notare molto poco. In questo settore se il Torino piange, il Vicenza non ride.. La scarsa potenza d'urto dei due quintetti è dimostrata dal fatto che su cinque occasioni da goal verificateci in novanta minuti, soltanto due sono scaturite da azione manovrata. Nelle rimanenti le minacce sono sorte dai calci d'angolo. Il Torino avrebbe potuto andare in vantaggio al 6', quando Hitchens, su rimpallo, riusciva a controllare la sfera e trovava un corridoio libero davanti a sé. L'inglese avanzava fino ai limiti dell'area, poi mancava in modo banale il bersaglio. Al 13' De Marchi salvava sulla linea bianca un tiro di Ferrini, deviato ma non trattenuto da Luison. Nella ripresa Vieri doveva effettuare una scattante parata per precedere Vastola ben servito da Vinicio, quindi al 16' ed al 40' i granata (che ieri giocavano con una strana maglia blu cielo) creavano due situazioni davvero preoccupanti, entrambe con Ferrini, di te sta, ed entrambe in calcio d'angolo. Su corner da sinistra il ''numero 8'' batteva il portiere con una deviazione, ma il terzino Volpato rimediava. Su un altro tiro dalla bandierina lo stesso Ferrini si vedeva alzare il pallone sotto la traversa da Luison, balzato con eccezionale prontezza di riflessi a colpire di pugno la sfera diretta all'incrocio dei pali. L'azione del capitano e l'intervento del portiere sono stati senz'altro gli episodi più belli di tutto l'incontro. |
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