WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Comunale
09/02/1964
h.15.00
TORINO - INTER 0-2 (0-1)
Torino
: Vieri, Scesa, Poletti, Bearzot, Cella, Ferrini, Crippa, Puia, Hitchens, Moschino, Peirò. All.: Rocco.
Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Tagnin, Guarnieri, Picchi, Jair, Mazzola, Milani, Suarez, Ciccolo. All.: Herrera.
Arbitro: Marchese di Napoli.
Reti: Jair 7', Mazzola 59'.
Spettatori: 30.721 di cui 24.500 paganti per un incasso superiore ai 28 milioni e 6.221 abbonati.
Note: Giornata di sole, clima primaverile, terreno in splendide condizioni. Calci d'angolo 8-7 per il Torino, ammoniti Puia per gioco scorretto e Scesa per proteste.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 10 febbraio 1964]
Questa, fra le squadre del Torino e dell'Internazionale, è stata una partita combattuta, e sotto certi aspetti anche interessante, ma che ha finito per dire tecnicamente poco o nulla. All'Internazionale va il merito di aver fatto quello che il suo avversario non ha saputo fare: segnare. Ha spedito per due volte la palla in rete: la prima in modo regolare, ineccepibile. La seconda con un tiro di ottima fattura, preceduto però da un fallo così chiaro ed evidente da indurre à condannare apertamente l'arbitro che non ha riconosciuto e punito il fallo stesso. Al Torino va il torto di non aver saputo segnare: ha svolto una gran mole di lavoro, ha condotto quasi il doppio degli attacchi di cui e stato capace il suo oppositore, ha dominato a lungo in campo, specialmente nel secondo tempo, ma di forza di penetrazione, e delle conseguenze di questa, non ha dato prova alcuna. D'accordo che i granata non abbiano avuto la fortuna dalla loro, d'accordo che in area di rigore essi si siano trovati ogni volta di fronte ad un muro composto. L'Inter ha meritato il successo ma la gara non è stata dura. Il Torino, al solito, è mancato all'attacco. Buona da sette od otto uomini, ma rimane il fatto che non hanno saputo segnare. Quella travisazione del giuoco classico che è il calcio moderno, è quello che è. Bisogna prendere certi cosiddetti spettacoli del giorno d'oggi per quello che sono, e ringraziare quelle solenni cime che, per interesse proprio lo hanno così ridotto, nonché coloro che in esso hanno creduto. Su queste basi, bisogna riconoscere che la vittoria degli interisti - ridotta come è dovuto dal due a zero all'uno a zero - è stata meritata. I nerazzurri non ne possono nulla se i granata non hanno saputo segnare. Dopo tante affermazioni e smentite, il Torino ha finito per presentare in campo sia Hitchens come Peirò. Né l'uno né l'altro si trovavano naturalmente nelle condizioni fisiche che sarebbero state necessarie per l'incontro, ma entrambi si impegnarono e si diedero d'attorno con grande volontà. L'Internazionale teneva fede all'ultima parola data, tenendo fuori Corso a favore di Ciccolo. Il terreno di giuoco, nel confronto col passato recente, si presentava come in discrete condizioni: almeno non era gelato. E la giornata era piena di sole. Gli ospiti segnarono presto: al nono minuto di giuoco. Un tocco di Tagnin a Suarez, un lungo traversone verso la destra, Jair che se ne va via franco, riesce a sorpassare Bearzot che tenta di ostacolarlo, e spara dal basso verso l'alto, e la palla che colpisce la faccia inferiore della sbarra trasversale e penetra irresistibilmente in rete. Nulla da dire, ed il pubblico torinese, convinto, ammutolisce. La reazione del Torino è stata di un tipo vigoroso e forte. Ma una reazione del tipo al quale ci hanno abituato oramai i granata. Una reazione che giunge fino al limite al quale dovrebbe venire la conclusione, e poi si ferma. A tentare la via della rete nerazzurra, è per due o tre volte Ferrini, che sta impegnandosi a fondo. Sarti para con semplicità e con calma. Finché un gran tiro basso di Ferrini stesso viene parato a stento, e la palla rimbalza davanti al portiere. Hitchens è sul posto, e riprende e tira. E Sarti ancora, allungandosi tutto, devia colla mano protesa ed allontana il pericolo. Grande occasione, e grande salvataggio. All'estremo opposto del campo, due, tre occasioni consecutive capitano a Ciccolo, e l'ala sinistra le fallisce tutte. Un primo tempo, nel quale il giuoco è stato piuttosto equilibrato, ma in cui il Torino ha avuto pienamente la sua parte, in quanto a difesa e ad attacco. Ma un primo tempo che, a parte l'impegno e l'accanimento dei giocatori, non ha detto proprio nulla di eccezionale dal punto di vista tecnico. Alla ripresa, i padroni di casa, spronati dal pubblico, si proiettano con veemenza all'attacco. E comandano, e dominano. Come già detto, senza concludere però. Anche perché lo sbarramento difensivo in cui vengono a picchiare, è compatto anzichenò e concede calci d'angolo senza economia. Al 14° minuto si sviluppa, come atteso e come logico data la situazione, un contrattacco degli interisti. Ecco Mazzola che compare in posizione di mezz'ala destra. Ad affrontarlo si fa avanti il terzino Scesa, e Mazzola, senza complimenti lo spinge a lato con una gran gomitata. L'arbitro, o non vede lascia correre. Ed allora il nerazzurro fa partire, a mezza altezza, un tiro trasversale che batte nettamente Vieri: una sventola simile in molto a quella che la stagione scorsa - proprio nello stesso punto - batté la Juventus. Reclamano, giustamente, i granata, avversando la convalida del punto, ma il giudice di campo, Marchese, non porge loro ascolto. Decisamente bisogna ammettere che stiamo andando male in fatto di arbitri, in questo momento. Fortunatamente per il giuoco in sé, il riconoscimento di questo punto non influirà sulla validità del risultato, visto che granata, malgrado tutti i loro sforzi, non riusciranno nemmeno a diminuire la distanza. Continua ad attaccare con vigorìa difatti il Torino, ma l'avversario, pago oramai del risultato raggiunto, si raggrinza e si asserraglia tutto nella propria area di rigore. Tre tiri violenti partono, cionullameno, in momenti diversi, dalla sinistra dei granata, tre tiri bassi che sfiorano tutti la base del lontano montante, partendo dal piede di Peirò, di Moschino e di Peirò ancora. Se uno, anche uno solo, di quei tre tiri fosse finito a bersaglio, si sarebbero, con ogni probabilità, scatenate discussioni senza fine circa la validità del risultato finale. Non succederà nulla, comunque, e verso il termine dell'incontro, gli uomini del Torino rallenteranno un po' il ritmo delle loro azioni, come presi da una vena di scoraggiamento e la partita terminerà senza inconvenienti degni di menzione. Tecnicamente, è opportuno ripetere, è stata quella che i tempi in cui viviamo permettono che sia. Si mira esclusivamente al risultato, e questo va ottenuto ad ogni costo: ed il giuoco in sé viene senz'altro trascurato come cosa di secondaria importanza. La rete di Jair ha deciso di tutto, e le azioni dei granata, discrete a metà campo, non hanno dato frutto alcuno. Quella della sterilità della prima linea del Torino, è una specie di malattia, una infermità, collegata direttamente, in certo qual senso, alle tattiche difensive. Gli attaccanti granata non hanno ancora trovato il modo - nel corso della presente stagione - di superare o di aggirare gli sbarramenti difensivi che trovano regolarmente sul loro cammino. Non lo trova nessuno, questo modo, a parlare chiaro, ma i granata meno di tutti. Il vecchio Bearzot ha fatto, come difensore libero, una ottima partita. E Ferrini ha lavorato per quattro. Suarez, sempre a metà campo, è stato utile all'economia generale del giuoco nerazzurro. E Mazzola, nelle non numerose occasioni in cui ha puntato fuori il capo come uomo di punta, è stato il più lucido fra gli attaccanti nerazzurri.