WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Comunale
01/11/1964
h.20.30
TORINO - ROMA 0-1 (0-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Puia, Lancioni, Ferretti, Simoni, Ferrini, Hitchens, Cella, Meroni. All.: Rocco.
Roma: Cudicini, Tomasin, Ardizzon, Carpanesi, Losi, Schnellinger, Leonardi, Tamborini, Nicolè, De Sisti, Francesconi. All.: Lorenzo.
Arbitro: Campanati di Milano.
Reti: Nicolé 85'.
Spettatori: 31.145 di cui 27.475 paganti per un incasso di 28.923.000 lire e 3.670 tra accrediti, soci e inviti.
Note: La Roma si aggiudica la Coppa Italia 63/1964, eccezionalmente giocata nella stagione 64/1965. Calci d'angolo 5-5.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 2 novembre 1964]
Ha vinto la Roma. Contro le previsioni generali che indicavano il Torino in gran forma; ma il successo dei giallorossi può anche essere considerato legittimo, il che è ben diverso da successo meritato, perché i meriti dei romanisti sono apparsi piuttosto scarsi. Però nel calcio conta e vince chi fa i goal; la Roma ha segnato con Nicole verso la fine dell'incontro, quando ormai non c'era più tempo per rimediare, e s'è portata via la ''Coppa d'Oro'' ed il distintivo tricolore. Tutto il resto è contorno, è polemica, è discussione puramente accademica. Il goal di Nicole, infatti, era perfettamente regolare; il centroavanti ex juventino aveva fatto due prove prima di riuscire. Una prima volta aveva sbagliato la mira, la seconda aveva tirato male permettendo a Vieri di parare, alla terza ripetizione il gioco gli è riuscito, Vieri è stato superato ed il punto significava la vittoria nella Coppa Italia edizione '63-'64. Piuttosto bisognerebbe chiedere come mai i difensori granata abbiano permesso tanto: libertà a De Sisti di impostare l'azione, libertà a Tamborini di giocare in zona pericolosa, libertà a Nicole al momento del tiro. D'accordo che 1 giallorossi manovravano abbastanza in fretta, ma i rischi precedenti (parliamo dei due casi su accennati) avrebbero dovuto insegnare qualcosa ai vari Lancioni, Puja, Ferretti e Poletti. Invece anche al 40' della ripresa i difensori granata sono rimasti a guardare ed il goal ha sanzionato la vittoria della Roma in questa bella e sfortunata (per il Torino) competizione. In simili casi però quando si parla di sfortuna bisogna andare cauti, per non creare errate convinzioni di vittimismo. Al Torino è successo il guaio di perdere nella settimana di vigilia Moschino, che della manovra granata è senza dubbio il regista; gli altri corrono, lui ragiona. Il sostituto, Cella, non è un novellino, ma la lunga inattività ha creato in lui una disabitudine al ritmo della partita, e certe pause non sono da addebitare a scarsa volontà, ma a difficoltà contingenti, e specialmente alla mancanza di esercizio. Nessuno può dire però che il Torino ha perso perché c'era Cella al posto di Moschino. Piuttosto è parsa strana la grande voglia dei granata di segnare a tutti i costi. Un Torino impostato all'attacco, con Cella e Ferrini mezze ali (entrambi abilissimi giocatori ma non certo attaccanti puri) è forse un errore tattico, anche perché si tratta della trasformazione improvvisa di una squadra, studiata e preparata per il contropiede. La difesa (Buzzacchera e Poletti in special modo) sbanda se è sbilanciata in avanti, e gli uomini di punta non sono certo dei colossi né per tecnica individuale né per manovra d'assieme, da essere in grado di creare un gioco e goal. Ieri contro la Roma è piaciuto Hitchens per il suo coraggioso comportamento, ì suoi duelli con Losi hanno avuto momenti d'altissimo interesse, ma gli altri hanno fatto veramente poco, a cominciare da Meroni, che sta deludendo ogni volta di più. Era giunto a Torino con la fama di ''grande promessa'', ma per il momento non ha ancora fatto niente da meritare tanto. All'ala non sa giocare, al centro alterna spunti d'alta classe ad errori e pause clamorose. Troppo poco per un atleta che è costato tanti milioni. Ferrini migliora, ma non gioca mai da attaccante puro, mentre Simoni 6 troppo fragile per partita di combattimento. Anche per questo il Torino ha perso, non solamente per i meriti di una Roma, che Lorenzo sta trasformando in squadra provinciale. Buoni combattenti, tattica chiusa, nessuna distrazione. Questa è la Roma, che ha comunque un grandissimo giocatore, il tedesco Schnellinger, che da solo fa mezza squadra. Ieri Lorenzo lo ha impiegato come difensore libero, e Schnellinger ha palesato tanta classe anche in questo ruolo; l'abbiamo visto tranquillo pure nel momenti difficili, non ha sbagliato un solo passaggio, è stato pronto nei ricuperi, abile nella posizione. E che si vuole di più da un giocatore? Siamo veramente nel campo dei fuoriclasse. Una Roma così non piace, ma fa risultato. L'assenza di Angelillo quasi non s'avverte: tutti in difesa, del resto, anche le ali Leonardi e Francesconi, ma tutti pronti al rilancio, appena se ne presenta l'occasione. Per giocare questo calcio occorrono una severa preparazione fisica ed una spartana condotta nella vita privata. Poi si raccolgono fischi, ma si portano a casa anche.. Le Coppe d'Oro. Non e più la Roma prodiga e sprecona di qualche anno fa, è un complesso che guarda solamente al risultato. La sua vittoria di ieri è giusta per questo, non perché abbia giocato meglio del Torino. Del resto se è vero che i granata hanno dominato territorialmente gli avversari, è altrettanto vero che il gioco non è mai sfuggito di mano agli ospiti, che su contropiede hanno creato almeno quattro occasioni da goal: al 9' del primo tempo con un'azione Leonardi-Nicole-Leonardi, che l'ala destra ha banalmente sprecato; al 12' ed al 13' della ripresa quando Nicole dalla sinistra prima ha sbagliato la porta, poi ha permesso a Vieri di parare. Alla quarta volta.. Il goal: doppio scambio De Sisti-Tamborini, e passaggio rapido di quest'ultimo a Nicole (nuovamente solo o quasi solo sulla sinistra), il centroattacco indovinava l'angolo giusto superando Vieri con un tiro raso terra: 1 a 0 per la Roma al 40', quando il ricupero non era più possibile. Quattro azioni solamente, le più belle e pericolose dell'intera partita, che ha visto i granata lanciati a testa bassa verso la rete di Cudicini. Il quale però ha dovuto intervenire una sola volta, nel primo tempo, su tiro preciso di Ferrini da fuori area. Nella ripresa la pressione del Torino si è fatta ancora più insistente obbligando i difensori giallorossi ad un lavoro a tratti affannoso, tanto che si è avuta ad un certo momento l'impressione di un fallo di mano di Schnellinger in piena area. Campanati non l'ha giudicata volontaria l'azione del tedesco. Questo continuo correre del granata in zona d'attacco ha determinato nei tifosi uno stato d'animo particolare, ma è bene dire che il Torino non ha dominato la Roma; ha giocato di più dei giallorossi, ma non ha giocato meglio. Il goal di Nicole ha rotto l'equilibrio di una partita che forse non meritava né vinti né vincitori.