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| Comunale |
| 03/03/1965 |
| h.21.00 |
| TORINO - DINAMO ZAGREB 1-1 (1-0) Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Puia, Cella, Rosato, Meroni, Ferrini, Hitchens, Moschino, Simoni. All.: Rocco. Dinamo Zagreb: Skoric, Ramljak, Mesic, Pulycan, Kasumovic, Belin, Nemet, Gucmirti, Jerkovic, Matus, Lamza. All.: Konjevod. Arbitro: Baumgarten (Germania Ovest). Reti: Simoni 43' (T), Lamza 48' (D). Spettatori: 7.000 circa di cui 6.911 paganti. Note: Espulso Pulycan per aver tirato un pugno in faccia a Moschino. Il Torino è sceso in campo con una divisa bianca senza un palese motivo, poichè la Dinamo Zagreb aveva un completo blu. Vento forte e gelido hanno condizionato la gara e l'affluenza allo stadio Comunale. Cronaca [Tratto da La Stampa del 4 marzo 1965] Il Torino non ha saputo superare la Dinamo di Zagabria, nella prima partita valevole per i quarti di finale della ''Coppa delle Coppe'', ed il risultato (1 a 1) lascia adito a molte discussioni e specialmente mette la squadra jugoslava in netto vantaggio rispetto ai torinesi in vista della partita di ritorno che si disputerà a Zagabria fra quindici giorni. E' stata una prova difficile, combattuta, a tratti drammatica, specie verso la metà della ripresa quando un fallaccio di Pulycan ai danni di Moschino (un pugno a freddo forse in reazione ad un precedente fallo di gioco, ma assolutamente ingiustificabile) ha suscitato una gazzarra die ben poco aveva che fare con il gioco del calcio. L'arbitro, che pure era attento e preciso, non poteva seguire l'azione perché controllava il gioco, ma il guardalinee non ha avuto difficoltà nell'indicare il ''terribile'' mediano, come autore dell'atterramento del torinese. Del resto bastava guardare quello che succedeva in campo; due o forse tre giocatori granata inseguivano il piccolo difensore jugoslavo, che cercava riparo in qualche modo; mischie, discussioni, borghesi autorizzati e non autorizzati sul terreno di gioco, fotografi. L'arbitro cercava di sedare le mischie che si moltiplicavano, finché Pulycan riusciva a raggiungere la panchina dei suoi connazionali, trovandovi potente riparo. L'arbitro comunque su parere di un suo collaboratore lo aveva espulso, ed il gioco poteva riprendere dopo quattro minuti di interruzione. Al momento dell'incidente il risultato era sull'1 a 0. Aveva segnato il Torino verso la fine del primo tempo con un'azione bellissima di Meroni, che, sfuggito alla guardia del terzino Mesic, riusciva a centrare un pallone radente che il pur bravo portiere Skoric non poteva bloccare; Simoni di testa buttava in rete (43'). Era il frutto concreto di una superiorità evidente; superiorità territoriale, anche se non tecnica, in quanto anche gli ospiti dimostravano buone individualità. Il pareggio veniva al 3° minuto della ripresa in modo quasi incredibile: punizione contro il Torino poco oltre la metà campo, tiro teso del terzino Mesic con la palla che cadeva proprio sul gruppo; più atletico di tutti il centravanti Jerkovic riuscirà a deviare di testa verso Lamza, che colpiva al volo infilando fortunosamente la porta di Vieri: 1 a 1. Tutto da rifare, ma la gazzarra già descritta irritava i giocatori, ed i granata (ieri in maglia bianca senza una palese ragione valida in quanto gli avversari erano in maglia blu scura), pur continuando a premere sotto la porta jugoslava, non riuscivano più a concretare anche perché evidentemente nervosi ed imprecisi. Nonostante il giusto ricupero (la gara finiva al 93') il risultato non mutava più, ed al fischio di chiusura il pubblico manifestava clamorosamente la sua disapprovazione. Il Torino anche ieri sera ha, dimostrato di essere una bella squadra come possibilità di gioco, per la presenza di atleti di spicco internazionale come ad esempio Meroni (solo a tratti però), ma difetta di carattere e specialmente di esperienza internazionale. Era chiaro ad esempio ieri che la Dinamo avrebbe tentato tutto per portare a casa un pareggio o una sconfitta limitata nel punteggio, e la prova si è avuta molto presto, quando l'allenatore Konjevod ha mandato in campo due ali come Nemet e Lamza, che giocano prevalentemente come mediani. Se gli allenatori italiani hanno inventato il catenaccio il signor Konjevod ieri ha scoperto addirittura il ''bunker''; due soli attaccanti, e bravi per giunta (Jerkovic e Gucmirti) quattro centrocampisti e quattro terzini. D'accordo che il risultato era importante, ma lo spettacolo non c'è stato. Tutti bravi palleggiatori, i jugoslavi hanno dimostrato di essere anche combattenti tenaci. Il Torino ha commesso l'errore tattico di non avere sfruttato l'arretramento di tre attaccanti avversari. Rocco ha permesso che i suoi uomini giocassero come al solito, mentre la particolare situazione consigliava qualche attaccante in più. Meroni, Simoni ed Hitchens sono rimasti invece molto isolati in avanti, sempre gagliardamente controllati. Ferrini e Moschino hanno tentato qualche affondo, sbagliando però clamorosamente le conclusioni. Troppo poco per far breccia in un dispositivo di difesa che non lasciava spazio a nessuno. Un brutto risultato, che rischia di rendere arduo il compito del Torino nella Coppa delle Coppe. Arduo però non significa impossibile. Tutto è rinviato alla gara di ritorno a Zagabria. |
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