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Comunale
16/04/1965
h.21.15
TORINO - GENOA 2-0 (0-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Lancioni, Ferretti, Albrigi, Ferrini, Hitchens, Carelli, Moschino. All.: Rocco.
Genoa: Grosso, Bagnasco, Calvani, Colombo, Venturelli, Rivara, Bicicli, Giacomini, Malcontenti, Locatelli, Dal Monte. All.: Lerici e Fongaro.
Arbitro: Carminati di Milano.
Reti: Puia 74', Carelli 75'.
Spettatori: 5.917 paganti per un incasso di 6.265.400 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 17 aprile 1965]
Torino e Genoa si sono affrontati ieri per il quarto turno della Coppa Italia di calcio. Prima che le due squadre iniziassero il confronto si è saputo che la coppia antagonista nella stessa manifestazione (Bologna e Juventus) si era accordata per disputare il turno di qualificazione il quattro maggio, in notturna, sul campo emiliano. ''Tra poche settimane saremo costretti a fare il tifo per la Juventus'' - ha osservato in proposito, e sorridendo, il vicepresidente Traversa, che sostituiva il commendator Pianelli indisposto -. Un derby è sempre un avvenimento calcistico con conseguente importante incasso. Inoltre saremmo ben lieti di vedercela ancora una volta con i juventini per riaprire la discussione sulla superiorità cittadina. In questo campionato il primo confronto è stato vinto da loro, il secondo è terminato in pareggio; chissà che al terzo tentativo.. ''Ad ogni modo - ha concluso il dirigente granata -, non è il caso di anticipare gli eventi. Prima il Torino deve pensare alle vicende proprie, e superare l'ostacolo del Genoa''. La difficoltà, diciamolo subito, è stata sorpassata poiché i granata con le reti segnate da Puja e Carelli nell'ultimo quarto d'ora di gioco si sono imposti di loro antagonisti che avevano sì un certo interesse a rimanere in Coppa, ma badavano soprattutto a conservare energie in vista delle dure lotte per la salvezza che li attendono in campionato. Il Genoa è terzultimo in classifica ed il suo grande obbiettivo è di salire di un gradino (e di restarvi). Questo non toglie che i rossoblu abbiano iniziato con molto impegno. La squadra di Lerici mancava di Koelbl, Cappellini, Pantaleoni, Vanara, Zigoni e del portiere Da Pozzo, il quale ultimo aveva ceduto il posto ad un Grosso bisognoso di rinfrancarsi. Nella formazione esordiva il ventunenne centravanti Malcontenti, figlio d'un medico genovese e studente egli pure del primo anno della facoltà di medicina. Venturelli, un cremasco che non ha alcuna parentela con il ciclista, era lo stopper incaricato di controllare Hitchens e giocava la sua seconda partita tra i titolari. Come Malcontenti ha solo 21 anni. Anche il Torino aveva un quasi esordiente, Carelli, che è stato in prima squadra soltanto una volta, a Zagabria. Mancava inoltre di forti elementi quali Rosato e Meroni, impegnati a Varsavia con la Nazionale, Simoni, Buzzacchera e Cella, tenuti a riposo in vista dell'incontro di martedì prossimo con il Monaco. A proposito, i tedeschi arriveranno domani e saranno ospitati nel ritiro de ''La pineta''. Tornavano, invece, il vecchio e sempre tenace Lancioni difensore libero, e Ferretti, messo a guardia di Locatelli. Pochi gli spettatori sugli spalti e in compenso molta luce grazie ai fari accuratamente ripuliti dei depositi di smog. La visibilità ieri sera ha accontentato tutti. Il giovane portiere Grosso s'è fatto subito notare per due buone parate su cross di Hitchens e su tiro di Albrigi. Poco dopo un mani involontario di Rivara ai limiti dell'area dà inizio alla pressione dei granata (vestiti tutti di bianco per evitare confusione col rosso ed il blu del Genoa). Al 27' ancora una coraggiosa parata di Grosso su Fossati, spintosi fin nell'area avversaria ed al 33' su punizione di Locatelli il primo ed unico tiro sferrato da un rossoblu contro la porta granata. Risponde Hitchens, purtroppo, con un errore vistoso. Completamente solo, su traversone di Ferretti, il centroavanti ha il tempo di fermare il pallone, per poi calciarlo, incredibilmente, a lato. Il pubblico, scontento per la vana superiorità della sua squadra, si abbandona a fischi prolungati. Dal Torino vorrebbe evidentemente molto più del deludente 0-0 con cui termina il primo tempo. I granata in questa prima metà della gara sono apparsi ancora una volta confusionari. Meschino, n. 11 di maglia, ma al solito utilizzato come centrocampista, ha cercato di organizzare le azioni. Non è apparso però in buona forma e, sebbene appoggiato da Ferretti e soprattutto da Puja spesso proiettato in avanti in coraggiose puntate, non ha potuto offrire agli attaccanti molte palle da goal. Gli altri elementi della prima linea, d'altra parte, sono risultati indecisi nell'attimo conclusivo. Nella ripresa la situazione non è cambiata di molto. Il Torino ha ancora continuato a premere contro la porta avversaria e Ferrini, al 15', ha sbagliato una favorevole occasione trovandosi solo a pochi passi dalla porta. Il Genoa, fattosi audace forse per questi errori granata, ha tentato a sua volta la sorte e al 25' Potetti è stato costretto a salvare sulla linea bianca un pallone deviato di testa da Giacomini che altrimenti sarebbe finito certamente in rete (Vieri era ormai fuori causa). I torinesi hanno avvertito a questo punto la pericolosità della situazione e, accelerando il ritmo di gioco, sono riusciti a superare la salda difesa rossoblu. Al 31', dopo un duplice scambio con Ferrini, Puja, confermandosi senz'altro il migliore granata in campo, è scattato fin nell'area avversaria mettendo a segno da pochi passi. Un attimo dopo Carelli, sfruttando anche il disorientamento dei genoani, interveniva opportunamente su un allungo di Ferretti e da due passi otteneva la seconda rete. Vittoria logica del Torino, Il Genoa, sebbene il suo esordiente Malcontenti non abbia affatto deluso ed i giovani Grosso e Venturelli, bene appoggiati dall'esperienza di Colombo, abbiano fornito una discreta prova, non è stato quasi mai in grado di minacciare seriamente gli avversari. La squadra di Rocco d'altra parte ha risentito dell'assenza di Rosato e soprattutto di Meroni, il quale sarebbe stato certamente utile in una partita d'attacco come questa. Ad ogni modo e riuscita meritatamente a prevalere.