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| Comunale |
| 24/04/1965 |
| h.15.30 |
| TORINO - LAZIO 2-0 (1-0) Torino: Vieri, Buzzacchera, Fossati, Puia, Cella, Rosato, Meroni, Ferrini, Hitchens, Ferretti, Crippa. All.: Rocco. Lazio: Cei, Zanetti, Vitali, Carosi, Pagni, Galli, Mari, Gasperi, Piaceri, Governato, Paris. All.: Mannocci. Arbitro: Roversi di Bologna. Reti: Ferrini 31', Ferretti 82'. Spettatori: 13.243 di cui 6.202 abbonati e 7.041 paganti per un incasso di 7.604.500 lire. Note: Espulsi Gasperi al 68' per gioco scorretto e Galli al 74' per aver colpito Ferrini con un pugno; ammoniti Pagni e Piaceri. Terreno di gioco in ottime condizioni, giornata di sole solo parzialmente rabbuiata nel finale di gara. Cronaca [Tratto da La Stampa del 25 aprile 1965] Nell'anticipo del campionato svoltosi ieri allo Stadio tra il Torino e la Lazio, al trentesimo minuto del primo tempo, Hitchens, dopo aver cercato invano un varco attraverso cui calciare il pallone verso la rete di Cei, allargava tanto per fare qualche cosa verso Ferrini. Pronto e deciso, il capitano granata sferrava un tiro secco e teso. Nulla da fare per il portiere laziale. Dopo questa marcatura la partita doveva ritenersi risolta. La squadra romana, che lotta per la salvezza, era apparsa troppo inconsistente e la sua generosa ma inutile caccia ai punto del pareggio era chiaramente un'impresa disperata. Invece il gioco del calcio ha di caratteristico e di bello le infinite possibilità di improvvisazione. L'incontro di ieri lo ha dimostrato quando nessuno più se lo aspettava. La ripresa si è iniziata infatti in modo tranquillo. Una specie di passeggiata del Torino, che non aveva più alcun interesse ad affaticarsi, dato che martedì dovrà giocare a Monaco; un vano insistere e correre da parte dei laziali ben consci dei loro limiti. Di colpo la situazione si è ingarbugliata ed ecco nell'ordine quanto è capitato: Ventunesimo minuto, Gasperi e Ferretti lottano a gomito a gomito, nel senso più letterale della parola. Ferretti scappa con il pallone. Gasperi tira una pedata all'avversario. Non lo colpisce con violenza, ma il granata rotola a terra, tanto per attirare l'attenzione dell'arbitro che infatti spedisce negli spogliatoi il biancazzurro. Sulla successiva punizione Meroni segna, ma l'arbitro annulla perché il calcio franco era stato battuto prima che Gasperi lasciasse il campo. Trentesimo minuto: Ferrini e Galli si affrontano con molta decisione. Stando a quanto ha affermato poi il difensore laziale, Ferrini cedendo dà un pestone non si sa bene se volontario o no sulla mano destra di Galli. Questi si vendica subito sferrando, con la stessa mano, un pugno al capitano granata. Comizio a metà campo. Proteste e contro proteste, poi anche Galli parte verso gli spogliatoi. E' la prima espulsione dell'ex nazionale in quindici anni. Per la Lazio vale come una sentenza di sconfitta. Ma la gara non è finita. Passano sei minuti e su calcio franco (fallo di Rosato su Piaceri), il terzino Vitali manda il pallone a colpire un palo della porta di Vieri. Pochi centimetri più a sinistra e sarebbe stato goal e pareggio. Un pareggio clamoroso ottenuto in nove contro undici della formazione più debole contro quella più forte ed al completo. L'occasione favorevole sfuma e alcuni secondi dopo la gara toma su un piano più logico. Crippa allunga verso Ferretti. Il bravo mediano, ieri promosso attaccante in sostituzione di Moschino, ha la soddisfazione di realizzare il secondo punto valido dei granata. Ancora un palo colpito da Puja e fine dell'incontro che termina tra le recriminazioni dei laziali per la severità dell'arbitro e per l'occasione sfuggita a Vitali. Sul palo colpito dal terzino sinistro i tifosi della squadra romana discuteranno a lungo, se per loro disavventura la sconfitta di ieri avrà influenza nella traballante classifica, dei biancoazzurri minacciati ora da vicino dal Genoa. Per quanto visto allo Stadio occorre purtroppo dire che la Lazio è apparsa assai vicina alla retrocessione, per il gioco poco incisivo e per la povertà di manovra. Non per nulla la compagine romana non segna da cinque partite. Il vecchio Galli, fin che è rimasto in gara, ha avuto spunti buoni come difensore volante, Pagni ha lottato tenacemente contro Hitchens, Carosi è apparso deciso e Gasperi e Governato, mezze ali arretrate, si sono messi in evidenza fin che lo zero a zero era a disposizione, poi non hanno potuto appoggiare le punte avanzate Piaceri, Petris e talvolta Mari. Il Torino, rilanciato dalla squillante vittoria in Coppa delle Coppe con il Monaco, pur senza offrire una prova vivace come quella di mercoledì scorso, ha gareggiato con ben altra autorità. I granata avevano rinunciato a Simoni (il quale però sarà disponibile per il ritorno contro i tedeschi del Monaco), a Moschino e Poletti. Pur tenendo conto del fatto che Moschino e, in questo momento, un centrocampista difficilmente sostituibile, la sicurezza della difesa, la tenace irruenza di Hitchens, la superiorità tecnica di Ferrini, non hanno mai concesso ai laziali molte speranze. Pure Meroni si è distinto, ma questo strano tipo di artista del foot-ball alterna azioni da applausi a testardaggini irritanti. In certi momenti vien da domandarsi se nel suo stile non vi sia più apparenza che sostanza. Si tratta, comunque, di un dubbio soltanto apparente, perché per gli stessi avversari, terzini della Lazio compresi, il quesito non esiste: Meroni si fa temere. Controllarlo è un'impresa che impegna quasi sempre almeno un paio di giocatori. Meroni, dunque, alla sua squadra serve e molto. |
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