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| Comunale |
| 30/05/1965 |
| h.16.00 |
| TORINO - ROMA 3-1 (2-0) Torino: Vieri, Poletti, Buzzacchera, Puia, Rosato, Ferretti, Meroni, Ferrini, Hitchens, Moschino, Simoni. All.: Rocco. Roma: Matteucci, Carpenetti, Ardizzon, Carpanesi, Losi, Schnellinger, Leonardi, Francesconi, Manfredini, Tamborini, Nardoni. All.: Lorenzo. Arbitro: Genel di Trieste. Reti: Ferretti 3' (T), Hitchens 35' (T), Meroni 56' (T), Francesconi 67' (R). Spettatori: 13.426 di cui 7.224 paganti per un incasso di 9.349.200 lire 6.202 abbonati. Note: Prima del fischio d'inizio, il Presidente del Torino Pianelli, ha consegnato a capitan Ferrini, un orologio d'oro per festeggiare la duecentesima presenza in maglia granata: pochi istanti dopo la breve cerimonia, i calciatori hanno salutato il pubblico di casa lanciando fiori sugli spalti dopo un apllaudito giro sulla pista d'atletica. Il Torino scende in campo con la divisa bianca bordata di granata per dovere di ospitalitá. Giornata di pioggia, terreno allentato. Cronaca [Tratto da La Stampa del 31 maggio 1965] Con una netta vittoria (3-1) sulla Roma (che sul campo dei granata non perdeva dal 10 marzo del '57) il Torino ha concluso la serie delle partite casalinghe di questo campionato in attesa di fermare definitivamente il torneo domenica prossima a S. Siro contro i Campioni d'Europa dell'Inter. Per l'occasione i granata (ieri in maglia bianca bordata di rosso per dovere d'ospitalità), pochi istanti prima dell'inizio della gara hanno fatto il giro del campo gettando fiori in tribuna e sulla gradinata, e prima ancora, negli spogliatoi, i dirigenti avevano consegnato a Ferrini un orologio d'oro in ricordo della sua duecentesima partita di campionato disputata nelle file del Torino. Una vittoria netta, dunque, sulla quale la Roma non può discutere; la squadra di Lorenzo, a dir la verità, era un poco dimessa. Non basta la scusante delle assenze di Angelino e De Sisti - per citare i più noti - a giustificare la deludente prestazione dei giallorossi. Una squadra rassegnata anzitempo al proprio destino che soltanto nella ripresa, vale a dire a risultato ormai irrimediabilmente compromesso, ha saputo trovare quel minimo di orgoglio indispensabile per tentare una reazione. Forse, a smorzare le velleità dei giallorossi, contribuì in maniera determinante la rete di Ferretti ad appena tre minuti dal fischio d'inizio, un gran tiro in corsa da trenta metri su passaggio di Ferrini che aveva battuto una punizione per un atterramento di Meroni da parte di Schnellinger. Ma, anche prendendo per valida una tale considerazione, è logico chiedersi perché la Roma ha aspettato tanto a spingersi all'attacco. Intendiamoci, il Torino ieri era partito ad un buon ritmo malgrado il terreno sdrucciolevole a causa della pioggia che iniziata all'ora di pranzo è continuata con una certa violenza per tutti i primi quarantacinque minuti per attenuarsi poi nella ripresa. Un Torino, evidentemente, che per la gara dell'arrivederci voleva lasciare una buona impressione ai propri tifosi. Ferretti, come già la domenica precedente, dimostrava di essere in un buon periodo di forma, Meroni sembrava un diavolo scatenato, Simoni giostrava con la consueta sagacia, Hitchens combatteva su tutte le palle, mentre, più indietro, Moschino e Ferrini tessevano le file del gioco. La difesa, dal canto suo, vista l'inconsistenza dell'attacco avversario, non aveva troppo da fare, e, comunque, Rosato palesava la sicurezza di sempre, mentre Pula non concedeva spazio a Manfredini. Un Torino, quindi, ben deciso a far valere le proprie possibilità. Con quella volontà e con quella velocità, considerate anche le deficienze avversarie, era logico che i padroni di casa arrivassero ben presto al successo. Matteucci al 2' era chiamato al lavoro da un tiro di Simoni, e un minuto dopo era battuto dal bolide di Ferretti che mandava la palla ad insaccarsi nell'angolino alto a sinistra del portiere giallorosso. La Roma, che già aveva cominciato al piccolo trotto, accusò il colpo a freddo e rimase per lungo tempo in balia delle manovre granata senza nemmeno trovare la forza di tentare una reazione qualsiasi. In effetti, il Torino dilagava, prendeva d'assalto la difesa romanista da tutte le parti e Schnellinger, qualche volta, dovette ricorrere alle maniere brusche per fermare gli attaccanti granata. Soltanto Carpanesi cercava di dar ordine alle manovre giallorosse, di sospingere all'attacco la propria squadra, ma trovava scarsa collaborazione nell'inesperto Nardoni, nell'inconcludente Leonardi e nel troppo lento Manfredini per poter combinare qualcosa di buono. Verso la metà del tempo, comunque, Lorenzo, finalmente, si decidette a cambiare qualcosa nel proprio schieramento, e mandò Schnellinger in appoggio agli attaccanti. Allora la Roma ebbe modo di allentare la pressione granata, ma rischiò a sua volta di essere infilata in azioni di contropiede, come al 26', quando soltanto il fischio provvidenziale dell'arbitro per un inesistente fuorigioco fermò Hitchens ormai lanciato a rete. Ma durò poco la sfuriata romanista, e ben presto le redini del gioco tornarono saldamente nelle mani del Torino. E Matteucci fu di nuovo assediato ed al 35' dovette capitolare per la seconda volta. Un'azione rapida e stupenda: lancio di Poletti a Meroni a centro campo, pronto smistamento in profondità ad Hitchens che malgrado un tentativo di sgambetto da parte di Losi riusciva a battere con un rasoterra Matteucci in uscita. Con un vantaggio di due reti, era quasi logico che il Torino si apprestasse a disputare la ripresa con minor accanimento, ma bastò che la Roma si facesse minacciosa e obbligasse Vieri a uscire sui piedi di Leonardi lanciato da Manfredini, perché i granata si scuotessero e giungessero nuovamente a segno. Era l'11': Poletti avanzava sulla destra e serviva Simoni nell'altro settore del campo. Dall'ala a Ferrini appostato al centro che veniva contrastato da Tamborini: la palla schizzava tra i due giocatori e Meroni arrivando in corsa poteva spedirla con un tiro al volo nell'angolino alto alla sinistra di Matteucci. Tre a zero, la Roma ormai era spacciata, e il Torino tirava i remi in barca, limitandosi a controllare le azioni degli avversari e ad imbastire qualche contropiede. In uno di questi, Simoni lanciava Poletti il cui tiro era deviato da qualche difensore dimodocché la palla andava a battere contro un palo e veniva poi allontanata da Losi. Al 22', la Roma accorciava le distanze: faceva tutto Francesconi, partendo da metà campo, eludendo l'intervento di Ferrini e battendo poi Vieri - apparso piuttosto incerto nell'occasione - con un tiro rasoterra. Il goal servi a dare un maggior vigore alla Roma, ma non preoccupò il Torino, che, infatti, continuò il piccolo trotto, dando così modo ai giallorossi di rendersi qualche altra volta pericolosi. Malgrado il gran lavoro di Schnellinger e Carpanesi, e la maggior vivacità dimostrata da Francesconi, gli ospiti non riuscirono però ad ottenere altro. E, d'altra parte, visto con quale rassegnazione avevano giocato sino al terzo goal dei granata, non meritavano più di quello che hanno ottenuto. |
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