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Comunale
26/12/1965
h.14.30
TORINO - MILAN 0-1 (0-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Pestrin, Simoni, Ferrini, Meroni, Schutz, Moschino. All.: Rocco.
Milan: Barluzzi, Noletti, Schnellinger, Santin, Maldini, Trapattoni, Sormani, Maddé, Lodetti, Rivera, Amarildo. All.: Liedholm.
Arbitro: Bernardis di Trieste.
Reti: Rivera 67'.
Spettatori: 26.244 di cui 6.156 abbonati e 20.088 paganti per un incasso di 21.851.400 lire.
Note: Giornata fredda con pericolo nebbia incombente ma visibilitá buona. Ammoniti Maddé e Poletti per gioco falloso, Santin per proteste. Calci d'angolo 7-5 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 27 dicembre 1965]
La sconfitta subita ieri dal Torino contro il Milan si basa soprattutto su due elementi: il brusco voltafaccia della fortuna e l'incomprensibile calo di forma di alcuni atleti. La sorte. In sessanta secondi i granata sono passati dal possibile uno a zero alla dura realtà dell'insuccesso. Il torinese Simoni, a pochi passi dal portiere Barluzzi, ha mancato un goal che pareva ormai fatto. Il milanista Rivera sulla controffensiva ha invece segnato. Proprio Rivera, a Glasgow durante la prima partita tra le Nazionali d'Italia e di Scozia, aveva sbagliato nelle condizioni su per giù identiche a quelle in cui era venuta a trovarsi l'ala granata: passaggio ben dosato dalla destra, nessun avversario vicino, possibilità di prendere la mira prima di lasciar partire il tiro inesorabile. Poi il pallone che passa sopra i pali oppure finisce addosso al portiere, mentre l'attaccante si mette le mani nei capelli. Anche allora l'errore era costato caro alla squadra che non aveva saputo approfittare dell'attimo favorevole. Sono cose che capitano: non è il caso di farne tragedie. Meno frequente, e sotto certi aspetti più grave; appare invece lo scadimento di forma in alcuni giocatori che per stagioni sono stati considerati, non a torto, tra i punti di forza della compagine. Ferrini, in questo momento, è il simbolo di questo amaro e deludente Torino. Il capitano granata ieri aveva iniziato bene; dopo un quarto d'ora si è avviato verso una parabola discendente che l'ha portato a lottare ancora con generosità ma con una utilità pratica limitata. Perché? E così pure Moschino. D'abitudine la mezz'ala è forte nel lavoro di regia. Ieri non vedeva il compagno smarcato, proprio in quelle circostanze in cui egli è solito effettuare i lanci per cui va famoso. Perché? Naturalmente ora una parte dei sostenitori del Torino è pronta a lanciare accuse di vita irregolare e di chissà quali altre colpe. Se Simoni avesse segnato nessuno oggi intenterebbe il processo ai granata, ammettiamolo, ma detto questo occorre aggiungere che la sconfitta, terza e grave sconfitta consecutiva, sottolinea il malumore del pubblico ed invita ad un severo esame della situazione. Indubbiamente la squadra non gira e non è facile capire il motivo per cui Ferrini, Moschino, Simoni - per citare tre giocatori che vogliamo considerare seri - appaiano così chiaramente fuori condizione, mentre Vieri, Poletti, il bravo Fossati, che ieri doveva controllare addirittura il capocannoniere Sormani, Puja (avversario diretto di Rivera e non è poco..) sono migliorati rispetto alla prestazione di sette giorni prima contro il Bologna. Volutamente non si è accennato subito alla scusa-principe che il Torino potrebbe presentare ed alla seconda attenuante validissima, cioè alla forza del Milan ed all'assenza di Rosato (influenza), Bolchi (stiramento muscolare) ed Orlando (lievemente febbricitante da venerdì e lasciato a riposo un po' per prudenza ed un po' per motivi tecnici). Le attenuanti sono valide, quanto ovvie. Si sa che l'undici rossonero, anche se sbilanciato all'attacco dall'indisponibilità di Mora, è uno squadrone. Ieri Schnellinger, autore di uno spigoloso ed efficace duello con Meroni, non ha sbagliato quasi intervento, il vecchio Maldini ha giocato da maestro, muovendosi in pochi metri quadrati, ma sempre con rara perizia. E gli assi Rivera e Amarildo sconcertano le difese e Lodetti finto numero 9 ed in realtà motorino da centrocampo va addirittura aggiungendo un certo stile alla sua eccellente mobilità Sormani inoltre nonostante uno stiramento muscolare si è confermato un opportunista nel miglior senso della parole (Vieri gli ha evitato un goal con una fantastica parata in tutto, a corpo morto). In questa squadra i giovani Santin e Maddè si vanno affermando come succede quando calciatori promettenti sono inseriti in un organismo di classe Questo Milan ha predisposto bene la sua tattica, spostando il terzino destro Poletti su Simoni e Schnellinger a stopper contro Meroni. Il Torino aveva rinunciato ad un'ala sinistra poiché Moschino, numero undici solo in apparenza, ha sempre giocato da interno. Il Milan inoltre non ha mal rinunciato ad allargare il campo delle offensive, anche se come s'è detto Lodetti ha operato nella zona centrale del terreno di gara. Aggiungiamo per inciso che i granata - in modo particolare Schutz troppo a ridosso di Meroni - si sono invece addossati verso la porta di Barluzzi. Circa l'indisponibilità dei tre titolari granata, senz'altro gravissima quella di Rosato anche se il giovane Cereser, alla terza gara in prima squadra, ha confermato la buona impressione suscitata precedentemente. Cereser è però più un terzino che uno stopper e difetta - ci è parso - di scatto. In quanto a Bolchi, il suo sostituto Pestrin è stato l'autore di uno dei primi (e rarissimi tiri) dei granata e nel primo tempo si è mosso bene, pur dovendo tener testa allo scatenato Lodetti. Nel finale ha reso meno, come del resto era facile prevedere, dato lo scarso ambientamento in queto campionato. A proposito di Schutz, a parte la già accennata tendenza di avvicinarsi troppo alla zona di Meroni, resta da stabilire se ieri abbia reso poco per mancanza di spirito combattivo o per scarsa collaborazione dei compagni (probabilmente per entrambi i motivi). Certamente il Torino con Orlando, Schutz e Meroni, tre giocatori di punta, si viene a trovare senza un centravanti vero e proprio. Per esprimere un parere del tutto personale, dei tre, Orlando ci sembra il più adatto ad indossare la maglia n. 9, ma ci sono intorno alla squadra correnti che gli preferiscono Meroni. Questi è più tecnico, Orlando naturalmente quando si trova in piena efficienza appare più deciso. Comunque oggi non è il tempo di dare vita alle correnti o ai gruppetti di opposizione che spesso hanno caratterizzato la vita del Torino. La squadra ha 12 punti, si affaccia alla zona della retrocessione. A dire il vero il divario tra il gioco espresso dal Milan, secondo in graduatoria, ed il Torino, ora quart'ultimo (alla pari con il Foggia), non è apparso così netto come indicano i punteggi, ma il distacco, purtroppo per i granata, esiste. E' il momento di pensare ai rimedi: concedere turni di riposo a chi è stanco, insistere su chi va ritrovando se stesso. Una formula semplice, ma di così difficile applicazione.