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Comunale
20/02/1966
h.15.00
TORINO - FIORENTINA 1-0 (1-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Rosato, Ferretti, Schutz, Ferrini, Orlando, Moschino, Meroni. All.: Rocco.
Fiorentina: Albertosi, Rogora, Castelletti, Pirovano, Gonfiantini, Brizi, Hamrin, Merlo, Nuti, De Sisti, Brugnera. All.: Chiappella.
Arbitro: Campanati di Milano.
Reti: Orlando 14'.
Spettatori: 17.099 di cui 10.943 paganti per un incasso di 12.262.850 lire e 6.150 abbonati.
Note: Giornata fredda, pioggia intermittente, calci d'angolo 12-6 per il Torino .
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 21 febbraio 1966]
Finalmente un bel successo del Torino. Un successo regolare e pienamente meritato. Perché l'undici granata ha confermato lo stato di ripresa di cui aveva dato prova nel secondo tempo della partita precedentemente disputata, quella di Cagliari. Ha segnato una rete sola, in inizio di gara, è vero. Ma questa ha avuto le stigmate della bellezza. Ed in tutto il corso dell'incontro le maggiori e le più chiare occasioni di segnare sono state sue, sia nel primo tempo come nella ripresa. Si è impegnata appieno, la squadra torinese, dando prova di scioltezza di movimenti e correndo per tutti i novanta minuti della partita com'era solita fare la stagione scorsa nei suoi momenti migliori. Effettivamente, la prova fatta in questa occasione è quella che maggiormente e più da vicino ricorda gli incontri di qualità disputati l'anno scorso. Il pubblico suo, fedele malgrado la giornataccia fredda e piovigginosa, si è dimostrato soddisfatto dello spettacolo al quale ha assistito. Erano presenti poco meno di quindicimila persone, delle quali circa undicimila paganti, con un incasso di dodici milioni di lire. E' un pubblico, questo del Torino, che delle soddisfazioni ne merita, tanta è la tenacia e tale è l'amore con cui segue la sua squadra: la sostiene, la incoraggia con un calore ed una pienezza dì affetto, quale forse non c'è che Napoli che lo superi. Ieri esso era gongolante. La prima linea della compagine avrebbe anche potuto arrotondare il suo bottino con un maggiore numero di reti. Ma essa aveva a che fare con una difesa che è una delle più salde e sicure del Paese nostro. Lo dicono le cifre, che la classificano pari a quella della Juventus, come quantità di reti subite. Questa difesa non cedette mai, nemmeno nel secondo tempo, quando il settore avanzato della compagine, dopo un primo tempo veloce e pieno di disinvoltura, mostrò di risentire dello sforzo - forse per il terreno diventato pesante per effetto della pioggia minuta e costante - e mise in mostra un notevole calo d'efficienza. Questa difesa aveva, messo in porta, quell'Albertosi che è uno dei migliori giocatori del momento nel ruolo. Un paio di giorni prima della partita egli era però rimasto vittima d'una lesione ad una gamba che gli impediva certi movimenti. Ragazzo forte e coraggioso, Albertosi si è portato bene, impedendo con alcune parate di indubbia classe che il rovescio della sua squadra assumesse proporzioni maggiori di quelle subite. Ma con lui vanno menzionati Castelletti che conserva l'antica freschezza, Gonfiantini e l'altro terzino Rogora, nonché il vercellese Pirovano, che si è fatto meno angoloso della stagione scorsa pur conservando elasticità e mobilità. Il lavoro eseguito nel corso del primo tempo dal settore d'avanguardia dell'undici viola merita una citazione speciale. E' un settore interessante. Eccezione fatta per lo svedese Hamrin, che ha disputato ieri la sua trecentesima partita in campionato e che i trentanni li ha superati da parecchio e svariato tempo, questa prima linea è composta tutta da elementi giovani. Essa mancava ieri dell'ala sinistra Morrone, sostituito da Brugnera, ma emergono in essa i giovanissimi Merlo e De Sisti, che ieri occupavano le due posizioni di mezz'ala. Specialmente il primo, un diciannovenne, ha dato prova, nel primo tempo, correndo avanti ed indietro e toccando la palla con maestria alquanto rara al giorno d'oggi, di capacità che hanno esercitato una notevole influenza sull'andamento del gioco. Si tratta di un elemento che, se conserva modestia, non dovrebbe mancare di fare strada. La giornata, come già accennato, era pessima. Alla temperatura già di per sé alquanto bassa, si era venuta ad aggiungere una pioggiolina minuta e noiosa, che non cessò di cadere se non nei minuti morenti dell'incontro. Intriso d'acqua e molliccio, il terreno di gioco risultò ad un certo punto scivoloso, viscido ed anche pesante. Su di esso, la prima ad attaccare fu la linea d'avanguardia degli ospiti, che vide presto un tentativo, fallito di poco, da parte del sempre pericoloso Hamrin. Ma, poco dopo, quando gli avanti del Torino, sospinti a gran voce dal proprio pubblico, sì riversarono impetuosamente all'attacco, essi diedero subito prove palesi della loro superiorità. Davano prova di una bella velocità e di una mobilità ancora superiore, i granata, che ottenevano subito tutta una serie di calci d'angolo. Erano proprio quella velocità e quella mobilità che inebriavano il pubblico, come solo può fare un ritorno al passato. E, giunti al quarto d'ora, proprio questo dinamismo dava il suo frutto, sotto forma di una bella rete. Azione di centrosinistra, con tochi diversi, finché Moschino serviva Orlando che si era portato in posizione di mezz'ala destra. Da questo posizione, Orlando stesso faceva partire improvvisamente un tiro basso, forte e preciso. La palla filava diagonalmente attraverso l'intera area di rigore della squadra ospite ed andava a finire nel lontano angolo della rete, quasi a filo del lontano montante. Era quello il punto che doveva decidere delle sorti della giornata. Ma era effettivamente un bel punto. La mezz'ora che seguiva era la più bella della giornata. Gioco veloce, attacchi alterni, azioni piacevoli. Il tutto costellato qua e là da falli vistosi che avevano la virtù di essere commessi anche con Intelligenza. Le due difese, lavorando d'intuito e di precisione, la spuntavano decisamente, in questo periodo, sui veementi attacchi dei due settori di avanguardia. La ripresa mostrava subito che le due squadre non possedevano più la chiarezza e la lucidità di vedute del primo tempo. Specialmente per quanto riguardava gli ospiti, che si facevano più lenti e più prudenti. Il Torino attaccava a lungo, senza che il suo dominio portasse a risultato concreto alcuno. Era la difesa dei viola che si faceva sempre più chiusa ed ermetica. Qualche errore dell'arbitro - ed uno addirittura colossale di un guardalinee - animavano ogni tanto la scena. Anche un attaccante viola veniva abbattuto in area senza che l'arbitro, intervenisse. Ad un quarto d'ora dal termine, l'attacco dei viola si produceva in un serrate deciso ed energico alla ricerca di un risultato di parità. Ma la difesa dei granata si mostrava all'altezza della situazione ed allontanava ogni pericolo. Nei minuti finali era il Torino ad attaccare ancora vigorosamente, ottenendo tutta una nuova serie di calci d'angolo e riuscendo, se non altro, a fornire la prova che il risultato che aveva nelle mani era cosa giusta e regolare.