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Comunale
06/03/1966
h.15.00
TORINO - INTER 1-2 (0-1)
Torino
: Vieri, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Rosato, Simoni, Ferrini, Orlando, Moschino, Meroni. All.: Rocco.
Inter: Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Jair, Cappellini, Domenghini, Suarez, Corso. All.: Herrera.
Arbitro: Monti di Ancona.
Reti: Suarez 16' (I), Puia 83' (T), Cappellini 86' (I).
Spettatori: 39.192 di cui 33.036 paganti per un incasso di 35.915.150 lire e 6.156 abbonati.
Note: Ammoniti Ferrini, Burgnich, Cappellini e Suarez.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 7 marzo 1966]
I sostenitori del Torino potranno ricordare con soddisfazione la partita giocata dalla loro squadra contro l'Inter. Può sembrare paradossale presentare così una sconfitta subita a pochi minuti dal termine, dopo che un palo e le prodezze di Sarti avevano salvato parecchie volte la rete del nerazzurri. Superata però l'amarezza per il modo con cui l'incontro si è concluso, resta il fatto che l'Inter è apparsa una grande squadra (e fortunata) e che l'undici torinese ha tenuto testa alla capolista, con impeto, e con puntigliosa volontà. Qualcuno a gara finita osservava che cambiando i portieri il punteggio forse sarebbe stato invertito; però l'elemento-base del risultato non sta negli estremi difensori, ma in quei formidabili centrocampisti e attaccanti che si sono rivelati Corso e Suarez. Due episodi sottolineano la ottima prestazione dello spagnolo e dell'italiano: il goal d'apertura uno del più belli visti in questo campionato e la posizione di Corso e Suarez quando il Torino ha pareggiato. Nella rete verificatasi al sedicesimo minuto del primo tempo gli avanti dell'Inter ed in special modo i due fuoriclasse si sono comportati con tale stile da parere attori intenti a recitare la parte di un copione calcistico preparato con cura intelligente. Corso ha allungato sulla sinistra verso Suarez, questi, scorgendo Moschino pronto ad intervenire, ha evitato ogni rischio di fare sfumare l'occasione toccando subito verso il centro; Bedin e Cappellini (proprio il giovane che sostituiva Mazzola) hanno continuato la serie dei passaggi, mentre l'area granata ribolliva di atleti intenti a rincorrere il pallone. Nel trambusto Suarez rimaneva nell'angolo estremo del campo, apparentemente indifferente. (Perché nessun torinese lo ha seguito?). Aspettava la palla-buona che, puntuale, gli arrivò tra i piedi. Di destro, con un tiro ad effetto, lo spagnolo calciò con precisione nell'angolo alto a sinistra del portiere. Il pubblico diede segno dì civile sportività e parecchi applaudirono il goal della squadra ospite. Nel secondo significativo episodio gli stessi Suarez e Corso si sono ancora trovati pronti, seppure meno fortunati, davanti alla porta di Sarti, quando Moschino ha fatto spiovere una punizione verso Ferrini e questi di testa ha servito Puja, prontissimo a mettere in rete. Il primo goal è avvenuto in inizio di gara, il secondo a pochi minuti dal termine. Quest'ultima marcatura è apparsa un giusto premio alla tenacia del Torino o, se si vuole, un meritato castigo al tono di sufficienza con cui gli interisti si erano limitati fino allora a difendere il loro minimo vantaggio, anziché cercare di renderlo più netto e meno vulnerabile. Il pari, purtroppo per il Torino, è durato però poco. La partita si è accesa in un finale a colpi di scena, in una serie di emozioni che giustificano l'interesse suscitato dallo spettacolo calcistico. Torino-Inter è stato insomma un avvenimento sportivo eccezionale, che avrebbe meritato più dei 33.036 spettatori paganti (quando si avrà un tutto esaurito allo Stadio?). Del goal di apertura al è detto. Esso è caduto addosso ai granata in un periodo nel quale avevano giocato a botta e risposta con la capolista. Vi era stata, anzi una parata di classe da parte di Santi che da terra era riuscito a schiaffeggiare e mandare in angolo un tiro di Ferrini deviato da un difensore. Le marcature predisposte da Rocco erano apparse indovinate, a parte la difficoltà in cui si è venuto a trovare proprio Ferrini incaricato di controllare Suarez (il capitano granata si c ripreso soltanto nella seconda parte del confronto). Cereser - in crescendo il giovano difensore - giocava da libero, Poletti controllava il numero 8 avversario Cappellini, poiché questi si spostava spesso nella zona di ala, Fossati con bravura si opponeva a Jair, Moschino e Bedin erano avversari diretti, Rosato, al solito uno dei miglioriiIn campo, stava su Corso. Da parte interista Picchi, che ha fatto un buon rientro era il difensore volante, Burgnich doveva spesso ricorrere ad entrate dure per bloccare un Meroni molto impegnato e Guarneri e Facchetti avevano maggior facilità ad opporsi ad Orlando e Simoni, specialmente li primo perché ieri Orlando è stato davvero deludente. Precisa la disposizione in campo e decisa anche la prova dei giocatori granata, i quali non si sono lasciati demoralizzare dal goal interista, ma si sono subito dati da fare per rimontare lo svantaggio. Nel secondo tempo il Torino è stato più volte sul punto di raggiungere lo scopo. Al decimo minuto, su punizione toccata lateralmente da Ferrini Moschino colpiva la traversa Orlando di testa non poteva riprendere bene la sfera capitatagli addosso. Sbilanciato, mandava fuori bersaglio. Al 19' Rosato servito da un pallonetto preciso di Ferrini calciava a colpo sicuro. Sarti di piede respingeva. Al 29' toccava a Meroni far gridare al goal, ma ancora una volta il n.1 interista rinviava con il piede, suscitando cosi da parte di uno spettatore una divertente e significativa battuta: ''Che magnifico terzino è il portiere dell'Inter! ''. Finalmente al 37' su punizione per fallo di Corso su Meroni, Puja poteva pareggiare. L'Inter aveva allora l'impennata della squadra di classe (e il Torino l'ingenuità di una formazione giovane). Un minuto dopo il pareggio Guarneri colpiva il palo, ed al 41' su centro di Jair, Cappellini si gettava letteralmente in tuffo e di testa metteva a segno. Questo goal decisivo è nato da una rimessa laterale di Corso. Alcuni sostengono che l'ultimo a toccare la palla che stava uscendo sia stato un interista, e che pertanto la rimessa toccasse al Torino. Gli stessi granata hanno opinioni contrastanti sull'episodio, ma il balzo con cui Cappellini ha segnato rivela una volontà di lottare fino all'ultimo, che può essere presa ad esempio. Se i torinesi non si fossero troppo presto adagiati sulla sicurezza del raggiunto pareggio forse avrebbero evitato la sconfitta. Una sconfitta davvero amara, ma non deludente per il comportamento della squadra.