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Comunale
23/02/1969
h.15.00
TORINO - HELLAS VERONA 4-0 (2-0)
Torino
: Vieri, Poletti, Cereser, Puia, Agroppi, Bolchi, Carelli (al 62' Depetrini), Ferrini, Combin, Moschino, Facchin. A disposizione: Sattolo. All.: Fabbri.
Hellas Verona: Piccoli (al 46' Colombo), Ranghino, Petrelli, Maddé, Batistoni, Ripari, Vanello, Mazzanti, Traspedini, Bonatti, Bui. A disposizione: Tanello. All.: Cadé.
Arbitro: Giunti di Arezzo.
Reti: Ferrini 11', Facchin 38', Aut.Battistoni 49', Agroppi 82'.
Spettatori: 13.439 di cui 8.277 paganti per un incasso di circa 10 milioni e 5.162 abbonati.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 24 febbraio 1969]
Tempo malvagio a parte, l'incontro Torino-Verona ha riportato in campionato una ventata di serenità. Se ne sentiva il bisogno poiché le polemiche, i sospetti, o peggio suscitano l'interesse e le discussioni dei tifosi, fanno parte dell'ambiente del football; tuttavia ad un certo momento la gente vuol ritrovare negli stadi la festa della domenica, azioni da applausi, goals da ricordare. Ieri, a dire il vero, le belle manovre si sono impantanate sul terreno fradicio di pioggia; ma non sono mancate le reti, con buona pace degli ingenui veronesi e con tanta gioia dei sicuri giocatori granata, i quali hanno continuato la serie di sette partite utili nel torneo di A (che guastafeste quello Slovan che mercoledì, con l'inatteso 1-0, ha gettato un'ombra di insoddisfazione sulla felicità di Pianelli e dei suoi giocatori). La Coppa delle Coppe,, comunque, è avvenimento da metà settimana: alla domenica regna il campionato e ieri il Torino ha ridato entusiasmo pieno ai suoi sostenitori, dominando in campo e realizzando quattro goals. Diciamo meglio, ne ha realizzato tre bellissimi e se ne è visto regalare uno dall'autorete dell'incauto Battistoni. Di questo dono - è chiaro - il Torino non aveva proprio bisogno. La vecchia Hellas Verona, reduce da un preoccupante (per i suoi avversari) 5-1 inflitto al Bologna, favorita dalla fatica di mercoledì sostenuta dal Torino contro i cecoslovacchi, poteva apparire minacciosa. In pochi minuti si è capito invece che Fabbri avrebbe passato ore tranquille in panchina. ! veronesi hanno commesso sbagli l'uno dopo l'altro. Si sono affidati al portiere Piccoli, troppo emozionato dal suo esordio come titolare; hanno adottato uno schieramento difensivo del tutto mutile e per completare la opera il trainer Cade ha sbagliato nell'affidare a Vanello l'incarico di controllare Moschino. Il giovane allenatore del Verona in questo suo atteggiamento si trova in buona compagnia; altri celebri tecnici sono caduti nella stessa ingenuità, lasciando Meschino marcato a distanza. Il ''Dino Sani granata'' (così viene definita la mezza ala per la sua intelligenza di regia) sa assumere in campo una posizione che disorienta chi lo deve ostacolare. Arretra, si sposta, è pronto a lasciare in surplace il suo avversario diretto e soprattutto a mimetizzarsi in settori apparentemente innocui della lotta calcistica. Poi gli arrivano i palloni buoni da distribuire e Moschino, vecchio discorso, non se li lascia scappare. Ieri l'ex-novarese non era al massimo della forma e nel finale ha giocato nonostante un infortunio. In condizioni ideali che cosa avrebbe fatto di più? Nell'atmosfera idilliaca della partita, tanto per non lasciar cadere la consuetudine del thrilling più o meno sportivo necessario a dar pepe alle gare di calcio, non è mancato un episodio: la sostituzione di Fossati con Cereser. ''Paga i tabarin!'' ha esclamato qualcuno. In realtà Fossati ha pagato soltanto le brutte figure fatte con lo Slovan. Al suo posto è stato utilizzato Cereser, che qualche peccatuccio in materia di esuberanza extra-calcistica deve averlo commesso. Cereser ad ogni modo è andato benissimo. Essendo uno stopper si è messo alle costole di Traspedini e non lo ha mollato. L'altra punta del Verona era Bui, e Puja se ne è incaricato con la consueta disinvoltura. Per il resto i veneti si sono rintanati nella loro metà campo, il che ha permesso a Poletti di emulare i migliori terzini d'attacco, quando si sganciava da Bonatti e filava verso la rete avversaria. Insomma, gara in discesa e su strade asfaltate per il Torino. All'undicesimo minuto la squadra di casa era già in vantaggio. Proprio Poletti lanciava Ferrini in un bel corridoio da goal; l'attaccante del Torino batteva l'emozionato Piccoli. Un errore di Bolchi, che dava via libera a Petrelli, veniva rimediato in modo energico da Puja e poco dopo una carica di Bolchi metteva a terra Bui in area, ma l'arbitro non vedeva il rigore (compenserà più tardi la svista perdonando un analogo fallo di Ripari su Agroppi). Da questo momento in poi la dimostrazione granata è filata via senza oppositori. Al 38', su calcio d'angolo battuto da Combin, Facchin saltava alto di testa e deviava in porta. Vano l'intervento alla disperata, mano-piede, del difensore libero Ripari. Nella ripresa Colombo, l'ex portiere juventino passato al Verona, sostituiva Piccoli ed aveva l'amarezza di incassare uno splendido autogoal su rovesciata dello stopper Battistoni (Colombo, esperto e buono, consolava il mortificatissimo compagno). Il Torino metteva in campo Depetrini. al posto di Carelli spostando Poletti a fare l'attaccante puro. L'atmosfera era così pacifica che, per la prima volta forse da quando i granata giocano in casa nessuno si è messo ad invocare ''Mondonico! Mondonico!'', come accade quando i tifosi torinesi ritengono trascurato il loro giovane idolo. Del resto Mondonico non figurava come tredicesimo giocatore e le grida sarebbero state del tutto inutili. Depetrini se l'è cavata con sicurezza, anche se i suoi compagni rallentavano un po' il ritmo. Ne approfittava Vanello per scagliare il pallone contro la traversa granata, poi la bilancia delle forze ritornava a pendere dalla parte torinese e Agroppi, al termine della più applaudita azione del Torino, raccoglieva un tocco di Facchin e con l'esterno del piede segnava ancora. Il quattro a zero dice tutto. E' meritatissimo dai torinesi. In quanto al Verona, tranquillo a metà classifica, perché mai ha pensato tanto a difendersi e così poco ad attaccare?