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| Comunale |
| 27/04/1969 |
| h.16.00 |
| TORINO - MILAN 1-0 (1-0) Torino: Vieri, Cereser, Fossati, Puia, Bolchi, Agroppi, Carelli, Ferrini, Combin, Moschino, Pulici (al 74' Facchin). A disposizione: Sattolo. All.: Fabbri. Milan: Cudicini, Anquilletti, Schnellinger, Rosato, Malatrasi, Trapattoni, Petrini, Lodetti, Sormani, Fogli, Prati. A disposizione: Vecchi, Santin. All.: Rocco. Arbitro: Sbardella di Roma. Reti: Cereser 17'. Spettatori: 39.337 di cui 5.162 abbonati e circa 34.175 paganti. Note: Ammoniti Moschino, Cereser, Malatrasi e Prati. Cronaca [Tratto da La Stampa del 28 aprile 1969] Torino-Milan è appena finito. Sulle gradinate le bandiere granata sembrano scosse da una bufera di entusiasmo. I giocatori restano ancora in campo. Stanchi, sudati, le maglie ingrigite per i frequenti scivoloni sul terreno bagnato, i bianchi del Torino ed i rossoneri del Milan alzano il braccio in segno di saluto. I torinesi ringraziano il pubblico che li ha efficacemente incoraggiati nei momenti più difficili; i rossoneri sembrano dare un saluto allo scudetto che se ne va. Il Torino ha vinto e questo successo fa salire a due lunghezze il distacco del milanisti. E' un divario forse irrecuperabile; ma il Torino poteva agire in modo diverso? La risposta viene ancora una volta dai giocatori. Rosato e Ferrini, ex-compagni di squadra, amici sinceri da anni, dopo aver impiegato ogni energia per difendere gli opposti colori, scendono ora a braccetto le scale del sottopassaggio; Sormani si complimenta con Puja; Moschino accenna ad un abbraccio al suo rivale diretto, Fogli. Nessun rancore tra i protagonisti della contesa. Il Torino non poteva rallentare il ritmo. Doveva troncare le insinuazioni avanzate al termine della rocciosa prova di Firenze, ma soprattutto era deciso a confermare il suo brillante periodo. La squadra di Fabbri gira come un motore ben rodato; si sente forte, fresca; ha giovani scattanti, capaci di far valere le loro qualità. E' la formazione dell'avvenire. La compagine che non perdeva da quattordici giornate ha aggiunto la quindicesima puntata al romanzo del suo campionato. Il tempo delle proteste per l'ultimo posto in classifica è lontano. Ieri il Torino era tutto da applausi. I granata hanno attuato quel gioco all'inglese che il Manchester United, proprio contro il Milan, non aveva potuto sfoggiare. Velocità di manovra, stile atletico nelle azioni dei singoli, l'undici intero che si riversa all'attacco quando è il caso, tutto l'insieme che si difende. Non e una novità, d'accordo; ma è pur sempre una manovra poco frequente sui nostri campi. La sintesi dello stile vittorioso non potrebbe essere espressa meglio che dal racconto del goal decisivo. Diciassettesimo minuto. Cereser si trova proiettato nell'area del Milan; l'attaccante Prati, retrocesso in difesa, interviene brusco sul giovane avversario. Cereser vola a terra, mentre un boato dalle gradinate sottolinea il fallo da penalty. Sbardella, ieri arbitro assai poco convincente, lascia correre. La palla torna verso la porta di Vieri ed è subito rilanciata in avanti. Carelli, da metà campo, la allunga ancora a Cereser rimasto vicino all'area avversaria, forse per continuare nelle proteste. Il terzino raccoglie il lancio, fa due passi e con un tiro trasversale da destra a sinistra batte senza remissione Cudicini. Non è neppure il caso di accennare al fatto che Cereser si trovava al limite del fuorigioco. Secondo noi la sua posizione, al momento del passaggio, era regolare; in ogni caso l'arbitro ha convalidato. Ricapitoliamo, un terzino in attacco, un'ala avversaria pronta a trasformarsi in difensore, Carelli abile a portarsi nella fascia centrale, dato che all'ala in quel momento c'era Cereser. Questa è una pratica dimostrazione di football moderno. Sulla rete di Cereser, naturalmente, ha fatto perno l'incontro, ma essa non ha dato il via alia solita girandola di variazioni nelle marcature, per il semplice motivo che un dalle prime battute Torino e Milan avevano adottato un atteggiamento elastico valido per la difesa come per l'offesa più insistente: terzini sulle ali, Malatrasi libero da una parte, Bolchi, un magnifico Bolchi deciso e autoritario, pure difensore libero nell'altra area; Rosato e Puja stoppers grintosi come è nella norma del ruolo ed infine a centrocampo Moschino e Agroppi i quali si scambiavano i rispettivi avversari Fogli e Lodetti, facendo sì che il regista Moschino anche ieri bravissimo, non venisse mai a trovarsi troppo arretrato. Ferrini, infine, controllava Trapattoni. Da questo elenco manca Rivera ed è giusto domandarsi quale andamento avrebbe avuto la gara se la classica mezz'ala non fosse stata indisponibile per il Milan. Rivera, azzoppato dal calcio di Law mercoledì scorso, era in tribuna. Sormani e soprattutto Prati hanno rimpianto i suoi lanci ben dosati. L'assenza della famosa mezz'ala e la prevedibile stanchezza conseguente all'impegno di Coppa dei Campioni costituiscono le più valide scusanti del Milan. Avendo visto però la stessa squadra muoversi con un certo impaccio contro la Roma, pur essendo al completo, non ci sentiremmo di dire che con Rivera il risultato sarebbe stato diverso. Ieri il Torino meritava il successo. Anche dopo il goal che lo ha portato in vantaggio l'undici granata ha tenuto testa bravamente ai campioni d'Italia. Vieri) al 24', ha effettuato una grande parata su tiro di Petrini; Cereser - unico episodio cattivo della gara - è intervenuto, poco dopo, rudemente su Prati colpendolo alla caviglia e l'attaccante alla ripresa zoppicava. In questo secondo tempo Vieri ha commesso un pericoloso errore non uscendo a tempo su centro di Schnellinger, ma si è rifatto immediatamente volando a bloccare una staffilata di Lodetti. Al 29' Pulici è stato mandato negli spogliatoi per far entrare in campo Facchin (era il caso di mortificare il giovane attaccante?). Ancora azioni alterne. Agroppi, su tiro di Sormani non fermato dal portiere granata, evita un grosso pericolo. Finalmente a quattro minuti dalla fine Combin lancia Carelli in un efficace contropiede. L'ala destra non ha alcun avversario davanti a sé. Corre alla disperata per una trentina di metri, poi, giunto a tu per tu con Cudicini, manda a lato. Il mancato raddoppio potrebbe demoralizzare i torinesi, tanto più che i milanisti prendono lo spunto dal rischio corso per gettarsi in massa all'attacco. In questo periodo delicato della gara i granata trovano pronto il loro grande alleato, il pubblico. Su Carelli, che aveva sbagliato, su tutti gli altri che raccolgono le restanti energie cade un incitamento continuo: To-ro! To-ro! E il Torino vince grazie alla folla, ma grazie soprattutto al suo slancio e alla combattività. Ieri allo Stadio era presente l'avvocato Angelini. Il magistrato della ''polizia calcistica'' ha compiuto un viaggio ovviamente inutile. L'undici di Moschino ha arbitrato a modo suo la corsa allo scudetto, ma lo ha fatto perché è forte, non per i premi segreti. |
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