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Comunale
11/01/1970
h.14.30
TORINO - LAZIO 3-0 (1-0)
Torino
: Pinotti, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Carelli, Facchinello, Sala C., Moschino, Pulici. A disposizione: Sattolo, Mondonico. All.: Cadé.
Lazio: Sulfaro, Papadopulo, Facco, Nanni, Wilson, Marchesi, Massa, Governato, Mazzola, Ghio, Chinaglia. A disposizione: Di Vincenzo, Casisa. All.: Lorenzo.
Arbitro: Branzoni di Pavia.
Reti: Aut.Sulfaro 32', Facchinello 52', Moschino 80' rig.
Spettatori: 10.169 di cui 5.273 abbonati e 4.896 paganti per un incasso di 6.691.200 lire.
Note: Giornata grigia, terreno in discrete condizioni malgrado la neve caduta nei giorni precedenti e raccolta a bordo campo. Ammonito Massa per proteste. Calci d'angolo 11 a 4 a favore del Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 gennaio 1970]
Tre gol, un rigore sbagliato e un palo completano l'elenco dei meriti del Torino che mai quest'anno aveva vinto con così vistoso risultato. La Lazio non ha opposto che una resistenza passiva, cioè senza animo, quasi senza speranza. Una Lazio in completo disarmo, una squadra apparsa rassegnata al peggio. Così il risultato (Torino 3 - Lazio 0) è giusto, premia i granata che sono stati nettamente superiori ai romani in tutti i campi: per classe, per resistenza fisica, per concezione tattica e per carattere. Era così notevole la differenza di gioco, che per i granata tutto è stato facile. Si può immaginare nel campionato italiano una squadra che perde per 3 a 0 e non reagisce neppure con un po' di cattiveria? Non si sostenga che i difensori laziali sono bravi ragazzi. Sono bravi tutti i nostri giocatori, ma al momento opportuno anche i bravissimi sanno tirar fuori la grinta. I laziali di Lorenzo no. Hanno accettato tutto, anche l'arbitro Branzoni che li ha puniti con due calci di rigore. Le decisioni di Branzoni erano giuste, ma nessun laziale ha avuto il coraggio (o la forza) di alzare almeno un volta le braccia in segno di protesta. La squadra romana è apparsa così fragile che diventa difficile elogiare i granata, che pure hanno fatto appieno il loro dovere. I difensori non hanno avuto grande lavoro, ma a centro campo la superiorità dei torinesi è stata determinante. Lorenzo aveva presentato una formazione zeppa di centrocampisti; Cade (forse involontariamente) lo aveva imitato. Ma se Governato, Nanni, Ghio e Ferruccio Mazzola hanno deluso, grande è stato il lavoro di Moschino, di Carelli, di Agroppi e di Facchinello, il ragazzo che si può considerare ormai titolare fisso. Nella differenza di rendimento di questi uomini sta il motivo del risultato. Così il Torino, che pure all'attacco non ha palesato grandi valori (anche Sala è apparso piuttosto in crisi) ha potuto battere la Lazio con netto punteggio, ed i gol potevano anche essere di più. Si è giocato su un terreno fradicio, bello all'apparenza, ma molto scivoloso. Per mezz'ora buona si sono visti più errori che cose belle, poi, al 32', Facchinello, spostato nel ruolo di mezzo sinistro, decideva di tentare un tiro da circa venticinque metri. La palla violenta perdeva forza toccando terra e pareva destinata fuori bersaglio. Il portiere Sulfaro si buttava per intercettare, toccava ma non tratteneva, ed il pallone gli scivolava oltre la linea. Gol di Facchinello o autogol di Sulfaro? L'errore del portiere laziale era stato così clamoroso da meritare la condanna dell'autorete, anche se è sempre difficile sostenere l'autogol di un portiere. Il Torino avrebbe potuto raddoppiare il vantaggio allo scadere del tempo con un penalty concesso da Branzoni per fallo di Nanni su Agroppi. Tirava Moschino, ma Sulfaro intuiva la traiettoria e parava di pugno, intervenendo ancora con sicurezza su Sala che ribatteva la respinta. Nella ripresa nuovo gol granata con Facchinello (7'): anche questa volta Facchinello sorprendeva Sulfaro con un tiro diagonale bellissimo ma scoccato da circa venti metri. Dopo un palo del vivacissimo Pulici (32'), nuovo rigore per il Torino a causa di un intervento di Papadopulo ai danni di Pulici. Moschino segnava con sicurezza: 3 a 0 al 35'. Ha giocato bene il Torino oppure ha giocato male la Lazio? I granata, è certo, sono apparsi dei giganti rispetto ai loro rivali. Più scattanti, più veloci, più dinamici, più bravi. Non ci si venga a dire che il terreno ha tradito gli ospiti. Il terreno era infido per tutti. Non sappiamo se Lorenzo abbia sbagliato formazione; l'allenatore, purtroppo per lui, ha molti atleti fuori condizione. Cosi la Lazio, che dopo la vittoria di domenica scorsa sul Brescia credeva d'aver finito il suo calvario, è tornata alla sconfitta confermando una grave crisi di uomini e di gioco.