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Comunale
28/12/1970
h.14.30
TORINO - MILAN 1-1 (0-1)
Torino
: Castellini, Poletti, Fossati, Puia, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Pulici, Sala C., Bui. A disposizione: Sattolo, Ferrini. All.: Cadé.
Milan: Cudicini, Anquilletti, Rosato, Trapattoni, Schellinger, Maldera, Biasiolo, Villa (al 64' Paina), Rivera, Prati. A disposizione: Belli. All.: Rocco.
Arbitro: Sbardella di Roma.
Reti: Villa 24' (M), Agroppi 47' (T).
Spettatori: 27.000 circa di cui 20.000 paganti circa (dato ufficiale non disponibile poichè alla gara non hanno assistito tutti i paganti della partita rinviata il giorno precedente) e 6.180 abbonati, per un totale di 26.180. Ammonito Claudio Sala.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 29dicembre 1970]
Com'è il cuore di Rocco? Evidentemente sanissimo, se ha superato con disinvoltura i patemi creatigli da un Torino furente e da una clamorosa ''stecca'' del suo vecchio eroe Cudicini. Dall'antico cinque a due inflitto alla Fiorentina fino alla vittoria e al pareggio con i granata, la squadra rossonera ha aperto l'intero ventaglio delle sue qualità: mai perdendo, anzi facendo tesoro di punti preziosi. Priva di un motore essenziale come Benetti, di una punta efficace nei recuperi come Combin, con un Rivera a non più d'un quinto delle sue possibilità, il Milan non ha ceduto la posta piena neppure a Torino, pur subendo, lasciando agli avversari cinque-sei palloni-gol che solo il limite realizzativo della squadra granata ha potuto sprecare. E se non passava il pallone tra le gambe di Cudicini, forse Rocco se ne tornava a Milano con due punti. Giocato a centrocampo, stretto a ridosso della propria area, tempestato di azioni furibonde, il Milan ha eretto trincee, barricate, cespugli di gambe, fortilizi di ogni genere: su tutti, Schnellinger, poi Anquilletti e Rosato. Avevano pessimi clienti da controllare, hanno sudato le proverbiali sette camicie, hanno deviato dalla linea di porta, forse temendo per Cudicini hanno cacciato in angolo infiniti palloni. Ma non hanno mai mollato un centimetro. I granata hanno tentato per ogni tipo di feritoia, hanno battuto a tutti gli usci, hanno cercato di scardinare o aggirare ogni muraglia, portando avanti ora Pula ora Fossati, mai cedendo il dominio del centrocampo, infittendo la ''katiuscia'' abituale, cioè quel mitragliamento a ridosso dell'area avversaria che dà l'emicrania ai difensori. Non sono passati, e questo è imputabile non tanto alla sfortuna quanto alla prodigalità di atleti che si inebriano talmente del gioco da accecarsi in vista della conclusione, possibile solo se concepita con freddezza. Un tiro il Milan, ed è gol. Trenta tiri del Toro e il pareggio viene dalla pedata più sbilenca, meno convinta e costruita. Cronaca succinta: le squadre iniziano rivelando schemi rigidi, marcature strettissime, e appena un briciolo di timore per il terreno e il gelo. Il Torino tenta subito alcuni ''affondi'', Sala inizia avvii di dribbling proibitivi per il tipo di partita e per la sapienza delle retrovie rossonere. Vivacissimo Rampanti, lento Bui e sempre preceduto da Maldera, Agroppi dovrebbe seguire un Rivera assente fino allo snobismo. Il Toro cerca di dominare il gioco, si fa sotto, ma spreca in tocchettini mentre le azioni dovrebbero reggere su aperture lunghe. L'organizzazione milanista soffre, con Trapattoni su Rampanti, con Anquilletti che francobolla Pulici, ma tiene testa sempre in Schnellinger, le cui battute, anche se spesso tirate via, danno respiro. Scontri anche spigolosi, accaniti, mai veramente cattivi. Anche perché Sbardella ha il fischietto facile e interrompe ogni mezzo minuto, a costo di rompere la partita pur di non lasciarsela sfuggire di mano. Il Torino potrebbe passare al 21': Agroppi evita Rivera, dà a Sala che supera Schnellinger, palla a Pulici, che tocca basso, con la schiena girata alla porta, per Rampanti. Palla-gol alle stelle, e i granata si mordono le unghie. Vengono puniti subito dopo: al 24', punizione dal limite di Rivera, testa di Prati, Castellini riesce quasi a fare il miracolo, ma tocca con la punta delle dita sotto l'incrocio, sul pallone che rimbalza la fronte di Villa è prontissima. Uno a zero. E chi può credere a un recupero dei granata, affannosi, battaglieri, ma viziati da un orgasmo che li impaccia? Tra l'altro Poletti sbaglia troppi tocchi sia in avanti sia a difesa, Puia è spesso risucchiato da Villa, anche se riesce a controllarlo (sarà più efficace in avanti il vecchio granata, durante il secondo tempo). Mischie paurose in area milanista tra il 25' e il 27', subito dopo Pulici tira a lato dopo esser riuscito a liberarsi in dribbling stretto su servizio di Rampanti. Nel secondo tempo, la manovra d'assedio granata acquista più intelligenza, dopo il pareggio al primo minuto. Lo costruisce Agroppi, che già aveva tentato un tiro su cui Cudicini si era chinato goffamente. E' la fine del primo minuto, Sala in dribbling supera qualche paio di gambe altrui, devia a destra dove Agroppi, in corsa, tenta un tiracelo. Non lo si può neppur definire ''telefonato''. E' un passaggio a Cudicini: che infatti si china, e 11 resta, artritico e stupito, a vedere il pallone che gli sfugge tra le mani, poi tra i ginocchi, e si addormenta in rete. Fa uno a uno e qui il Toro drizza le corna, puntando con ogni forza per far sua la partita. Da questo momento, azioni su azioni, mischie, calci d'angolo a ripetizione (contati fino a quattro consecutivi), risse in alto e in basso. Anche Bui ritrova un determinato ''passo'' e si fa vedere con aperture nitidissime. L'assedio non dà frutto, fa congelare Castellini dalla parte opposta del campo, esalta Schnellinger su ogni pallone, in tackle, in volo, d'anticipo. Anquilletti al 20' devia alto sulla traversa un pallone indirizzato da Pulici e ormai quasi sulla linea. Altrettanto fa il tedesco al 34' su bellissima testata di Bui. La difesa del Milan, aggredita in modo furioso, ribatte veemente, l'assenza di Rivera (non ha vinto uno scontro in novanta minuti) debilita il centrocampo rossonero dove ormai è sparito anche Biasiolo, arretrato in trincea. E' a questo punto che Rocco salva il primato in classifica e riesce a tenere a distanza gli inseguitori del suo Milan: avendo impostato la gara sul possibile pareggio,, come a Napoli, infittisce via via le linee arretrate, protegge il suo Cudicini con barriere umane incredibili. E' una lezione di calcio anche questa. Il Torino può lamentarsi, ma soprattutto guardandosi allo specchio: lo si è detto prima, la sfortuna incide solo In scarsa misura. O la vivacità e la pressione in attacco si traducono in gol, o tanto spreco di fosforo e di energie finiscono per debilitare - alla lunga - la squadra che non sfrutta al massimo il suo miglior momento di freschezza atletica. Non c'è polvere che arrugginisca il motore dei granata, ma qualche rotellina scorre più convulsamente (e quindi più ciecamente) delle altre, squilibrando il bell'ingranaggio. Cade ha un lavoro di alta precisione da compiere. Rocco - evitato il mal di cuore - può invece aspettare che il suo ''genio''e i suoi lottatori rientrino in squadra. Non ha problemi di alta scuola, lui, se i suoi ''resti'' gli fanno risultato anche soffrendo come hanno sofferto a Torino.