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Comunale
17/10/1971
h.15.00
TORINO - L.R.VICENZA 2-1 (1-1)
Torino
: Castellini, Lombardo, Fossati, Cereser, Agroppi, Rampanti, Ferrini, Pulici, Sala C., Toschi. A disposizione: Sattolo, Luppi. All.: Giagnoni.
L.R.Vicenza: Bordin (al 71' Anzolin), Volpato (al 37' Cinesinho), Stanzial, Poli, Carantini, Calosi, Turchetto, Fontana, Maraschi, Faloppa, Ciccolo. A disposizione: - All.: Menti.
Arbitro: Panzino di Catanzaro.
Reti: Ciccolo 27' (V), Pulici 43', 61' (T)
Spettatori: 21.868 di cui 15.868 paganti e 6.000 abbonati (dato non definitivo), per un incasso di 22.525.500 lire.
Note: In uno scontro di gioco con Toschi al 36', Volpato, ha riportato la rattura del perone sinistro.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 ottobre 1971]
Una giornata violenta, all'insegna del calcio accanito e implacabile: nessun pareggio, infatti, predominio delle squadre casalinghe, tranne l'Inter, speculatrice a Catanzaro come le comanda il titolo di campione. E, anche, una giornata crudele, per alcuni incidenti (da Volpato a Rosato) che denunciano come il football sia subito entrato nel suo clima di battaglia, di necessità, subordinata a una classifica tiranna. In questa classifica, i granata si trovano appaiati assieme Milan e Roma. Ma hanno dovuto sudare e spremersi, per ritrovare se stessi. Dicevano i tifosi durante l'intervallo: Giagnoni negli spogliatoi deve prenderli per gli stracci, questi giocatori. E Giagnoni, metaforicamente o meno, ha usato lo staffile, il nerbo di bue, l'urlo da attacco apoplettico. Cosi il Torino, che durante i primi 45 minuti, aveva messo nello specchio della porta vicentina un solo tiro (colpo di testa e gol di Pulici), nella ripresa avrebbe potuto far man bassa degli avversari purché fosse riuscito a realizzare almeno 2 agibilissime pelle-gol. Il Vicenza gioca a calcio, e lo si sa: regge nella massima serie da anni grazie al suo ordine, agli ''agguati''che sa tendere, alla lecita e mai sleale speculazione imperniata su manovre i tattiche oneste e rispettabili. Può far soffrire qualunque avversario se questo èincapace di aggredire e quindi sconvolgere le sue trame. Persa una pedina del i suo sistema difensivo (Volpato, al 35' del primo tempo), ha dovuto rabberciare i quadri, inserendo il vecchio, vecchissimo Cinesinho. Qui ha cominciato a scoordinarsi. Avviandosi in logica discesa, qui ha balbettato, cedendo sotto l'impeto dei granata, vogliosissimi di farsi perdonare un primo tempo mediocre e consapevoli ma non troppo) che l'organizzazione del Lanerossi Vicenza mostrava falle e vuoti. Bisogna dire: proprio grazie all'antico ''Cina'', nonno del campionato, che fu astro della squadra veneta, perno prezioso. Ma oggi ha il ''passo'' e le esitazioni di un anziano pensionato sul lungo mare di qualche località per Inglesi a riposo. Ha condannato la sua squadra - ahimè, pateticamente - piùdell'irruenza illogica e talora anche troppo confusionaria dei torelli granata volonterosi ma troppo scarsi in difesa, ancorati eternamente a Ferrini nel centrocampo, vispi ma spreconi all'attacco, dove Pulici non è centravanti, dove Sala fa cose ora sublimi ora ingenue le non recupera quasi mai, dove Rampanti è ben lontano dalla pulizia geometrica dimostrata nella scorsa stagione. Bisogna pur guardare in bocca a una squadra, anche se vincente: e oggi il Torino è ancora in fase di studio davanti allo specchio. Poteva mettere quattro gol puliti e franchi nella rete vicentina, ha sbagliate per precipitazione. Ma soprattutto ha fatto vedere modestia di schemi, gente che tira la palla come se scottasse (Pulici, sì, malgrado i due gol)e gente che si trastulla con tocchi stilistici superflui, (Sala, anche se spesso pregevole e Rampanti, che dovrebbe limitarsi ai raccordi). C'è pero Toschi, piccolo e maligno come un peperoncino rosso: tafferuglia, corre, si smarca, tocca, passa, tira senza timore di sbagliare (il che è importante), è nato per le risse nell'area piccola e non ha nemmeno paura di picchiare i difensori alti tre spanne più di lui. Un elemento determinante in questa stagione granata, soprattutto se ripulisce appena un po' il suo gioco, se gli leva gli ultimi fronzoli. Cronaca succinta, secondo i minuti importanti: al 5' esce a vuoto Castellini (suo unico errore) e per poco Maraschi non lo beffa, subito dopo Toschi, con fuga dribbling cross, offre testimonianza di se stesso. Si nota che Agroppi stenta e Rampanti consiste appena. Il Vicenza è più ordinato, più logico: al 15' il migliore in campo, il centrocampista Faloppa, stanga e Castellini devia in corner. Spreca in dribbling insistito Rampanti al 17' pur potendo crossare a compagni già piazzati in area, spreca in avanzata Fossati al 20' da tre metri. Subito dopo Pulici domina un pallone aereo, scavalca il suo difensore, scaglia un bolide alla Riva che esce di poco. Ma e un Pulici che può partire solo ne! Settore d'ala, e che al centro si smarrisce quando non vi deve ''stringere'' sul finire delle azioni. Ancora Castellini devia al 25' una saetta di Poli. Ed ecco il gol vicentino, inevitabile col marasma delle retrovie granata: Maraschi beffa Zecchini in un colossale ''buco'' e appoggia a Ciccolo. Parte un fulmine di sinistro al volo, alla Boninsegna formato di lusso, ed è uno a zero, al 27'. Cinque minuti dopo Sala si perde in decine di dribbling leziosi anziché crossare, e al 35' il rabbioso peperoncino (leggi Toschi) abbatte Volpato, che finisce in barella e poi all'ospedale, pur ammettendo la ''non volontà'' in un fallo così rude. Si vede ancora Rampanti partire dal limiti dell'area in dribbling, cose che non si permette ormai neanche Corso, ina finalmente Sala ha uno scatto, il suo cross e teso, pulito, pronto, la testa di Pulici fa l'uno a uno (42'), cioè un gol che se non fosse stato segnato avrebbe richiesi!) il linciaggio. Un'ottima azione di Faloppa conclude il tempo. Nerbo di bue già citato, e la ripresa è subito forcing granata. Cinesinho galleggia per turismo a centrocampo Al 5', al 7'. Al 10' le azioni torinesi sono le migliori del pomeriggio da Pulici a Toschi a Sala (pallone sulla rete alta della porta); da Sala a Toschi, con destro potentissimo respinto a pugni; da Ferrini a Rampanti a Pulici che libera il destro e fulmina di poco a lato. Al 20' Carantini pareggia il buco di Zecchini: palla da Toschi ad Agroppi, smistamento a Pulici che graziato dal numero cinque vicentino può battere secchissimo di sinistro. Fa due a uno, e il miglior calcio del Vicenza fritto e impanato. Tentano la rimonta i biancorossi. Sgomitolando un gioco mai volgare, ma il Torino tiene, con Ferrini che suda le sue storiche sette camicie. Due palloni-gol (al 26' per Cinesinho, che e renitente al tiro, al 27' su mischa in area granata con Agroppi che respinge dalla linea mentre il Vicenza reclama per un braccio di Ferrini colpito dal pallone i non consentono ai biancorossi di porre rimedio. Un'altra mischia curiosa, con gambe levate in biciclette pericolosissime, al 34'. Frutta al Vicenza solo una punizione a due, che Castellini medica in ogni pericolo. Ma due volte i granata vanno in gol e spreca no la manna del cielo Al 25' Sala dà a Toschi che smarca Rampanti per un tiro agevolissimo: l'ala si fa precedere daBardin, che subito esce sanguinante alla mano. Al 43' Ferrini imposta magnificamente avendo ricevuto da Toschi, imbecca il corridoio per Fossati, cui Anzolin ruba un pallone d'oro e di miele. Finisce con un ultima cannonata di Toschi e ancora un avvio corale tra Toschi-Pulici-Sala. Torino vincente, dunque, Lanerossi ferito e via via di conseguenza, sbiadito. Giagnoni deve lavorare a corpo, magari provando Sala alla Hidegkuti o lasciandolo svariare solo sulle esterne. E' un Torino che deve eliminare certe rozzezze difensive, pensando alle crudeli, inevitabili trasferte. La prima fisionomia del campionato e della classifica danno da pensare, saranno lotte e patemi per tutti, gioie limitate a pochissimi. ''Siamo sempre i più belli'', diceva uno striscione beneaugurante dei tifosi torinesi. D'accordo, ma se si imbocca il sentiero giusto e se su questo sentiero si commette il minor numero di errori possibili. Il peperoncino Toschi è un tonico, certo, ma il piatto di portata deve arricchirsi di maggior salse. Com'è doveroso, perché alcuni numeri buoni non mancano.