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Comunale
06/05/1973
h.16.00
TORINO - MILAN 2-2 (2-0)
Torino
: Castellini, Lombardo, Fossati, Zecchini, Cereser (al 46' Mozzini), Agroppi, Rampanti, Ferrini, Bui, Sala C., Pulici. A disposizione: Sattolo. All.: Giagnoni.
Milan: Vecchi, Anquilletti, Zignoli, Dolci, Schnellnger, Rosato, Sabadini, Benetti, Prati (al 4' Turone), Bigon, Chiarugi. A disposizione: Marson. All.: Rocco.
Arbitro: Angonese di Mestre.
Reti: Pulici 21' rig. (T), Bui 24' (T), Chiarugi 49' (M), Sabadini 81' (M).
Spettatori: 58.032 di cui 9.036 abbonati e 48.996 paganti.
Note: Ammoniti Rampanti e C.Sala.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 7 maggio 1973]
Erano tutti a quota 41, fino a nove minuti dalla fine. Poi, in uno dei suoi furibondi assalti, il Milan ha sfruttato in area granata il piede meno logicamente impiegato, cioè Sabadini, che ottiene il pareggio rossonero e forse strappa un'opzione decisiva per lo scudetto. Quante le coronarie stracciate al Comunale torinese? Forse migliaia? Quanto il peso dei pali nelle ultime due gare del Toro, prima con la Lazio, poi con il Milan? I rossoneri hanno restituito ai granata i pali che domenica scorsa costoro avevano colpito contro gli uomini di Maestrelli. Roba da infarto immediato, come merita questo scudetto in un punto, così raro nella storia del football nazionale. Il Torino ha realizzato nella prima frazione dell'incontro il massimo: ci fosse riuscito coi laziali li avrebbe sotterrati sotto una valanga di gol. Poi affronta con sufficienza (e con qualche uomo troppo illividito) la ripresa, che invece il Milan, schiumando rabbia ed emettendo fuoco persino dalle orecchie, ha intenzione di bruciare ad ogni costo. Subisce il pareggio, dovuto al continuo forcing rossonero, non sfrutta almeno due occasioni-gol in contropiede, vede in extremis gli avversari salvarsi sulla linea. La dinamica della partita è tutta qui, anche se gli spunti e le motivazioni (e gli attentati alla freddezza critica) sono stati infiniti, più o meno come i morsi che Nereo Rocco in tribuna dava al suo orologio, mentre il tempo si consumava lentissimo verso la fine. Si parte, ed è subito rabbia agonistica: al quindicesimo secondo Benetti spara un diagonale violentissimo che Castellini abbranca in tuffo, nel giro di altri pochi secondi Dolci stende cinicamente Bui due volte, e Prati è già a terra, torcendosi. Ricadendo male, s'è procurato una distorsione dolorosissima. Sono le incognite ed i traumi del calcio, tutta la quadratura delle due squadre va revisionata, si è appena al secondo minuto e Chiarugi in azione offensiva colpisce il palo, contro lo stesso palo rotola dolorando Castellini, mentre entra Turone al posto di Pierino che se ne va in barella. Come « choc » vale il prezzo di una nottata al miglior cabaret di Parigi, champagne compreso. E qui comincia a dipanare il suo gioco il Torino. Tremendista sì, ma con qualche latitante, mentre il Milan non evita gli attacchi personali condotti nel segno dell'aggressione (vero Schnellinger, che abbatti prima Bui e poi Sala e poi Rampanti nel giro di pochi minuti?). Un'azione limpida di Bui-Pulici-Rampanti all'11', poi è gol. Scappa con bell'andare Fossati, effettua un cross furbo per Pulici in area, su questi Zignoli commette il più indiscutibile fallo da rigore. Un fallo anche ingenuo perché Schnellinger era lì, pronto ad offrire un suo piedone a contrasto, casomai la punta granata avesse guadagnato altro spazio. L'aggancio di Zignoli è da enciclopedia degli errori, se ne accorge persino Angonese dopo un secondo di esitazione. Penalty, al 19', che Pulici batte secco infilando Vecchi. Uno a zero e il Toro deve esibirsi secondo il suo carattere. Qualche manfrina di gioco, ed arriva subito il secondo gol. Duetto Pulici-Sala, il pallone subisce un rimpallo ed arriva a Bui, ottimamente decentrato sul lato destro dell'area rossonera. Il professore non può esimersi: il suo diagonale è perfetto, una stilettata che Vecchi raccoglie in rete. E' il 23', due a zero, e ti saluto Milan. Con un terzo del gioco espresso contro la Lazio otto giorni prima, il Torino ha agguantato laurea, onori, inchini e baciamani. I volti meneghini in tribuna sono terrei, i bandieroni milanisti si accartocciano intorno alle aste. Ma è troppo presto per vendere la pelle di un orso, figuriamoci poi quella di un diavolo, tremebondo finché volete, ma deciso a tutto. Il Milan si butta in forcing, rischiando il massimo, anche se la mossa di Sabadini ala non funziona a dovere, anche se l'ingresso di Turone non contribuisce al gioco. Rosato (che fu stopper egregio) spreme succhi vitali in veste di mediano di spinta, Bigon e Chiarugi si dannano l'anima, Schnelli si getta avanti sognando Città del Messico e magari un gol memorabile. Pallone-gol milanista al 26': da Schnelli a Rosato che batte a colpo quasi sicuro, Castellini è un mago a deviarglielo sul palo e riafferrarlo poi ricadendo. Contropiede granata al 28' e Pulici rovescia raccogliendo un colpo di testa di Bui, il pallone sfiora il paletto. Riprende il Milan, slalom di Chiarugi, palla a Turone, èun'occasione d'oro, diamanti e smeraldi, ma sul possente e truculento rossonero scivola con furbo tempismo Castellini, beffandolo di piede (29'). Risponde il Toro, con Pulici che magnificamente s'invola ridicolizzando Anquilletti, palla a Fossati (30'), subito spintonato con astuzia da Schnelli in area, mentre Angonese sventola le braccine. E non è da questo momento che l'arbitro è colto sulla strada della tolleranza. Riappare Schnelli, che con veemenza teutonica fa fuori Cereser avanzato al 33', al 36' Castellini para una fucilata di Benetti da venti metri, piroetta e tira Pulici (da Bui) ma fuori al 38', e al 39' il Milan non sfrutta un'altra splendida palla-gol: punizione di Chiarugi, respinge Cereser di testa. Rosato è libero e pronto, batte di destro da sei metri sfiorando il paletto alla sinistra di Castellini. Con un tiro-cross di Chiarugi (testone anche se vivo, perché non si accorge di un compagno libero) finisce il tempo. Ripresa, ed è quasi un tout Milan. Il Torino ha uomini azzoppati (quasi esclusivamente da Schnelli, che si gioca la carriera, gli anni, non solo questo ultimo scudetto..). Sala, Bui, Rampanti meriterebbero una sostituzione, che invece tocca a Cereser, già claudicante sempre per un intervento del libero tedesco. E tuttavia è proprio il Toro ad iniziare le operazioni. Duetto Sala-Bui da leccarsi i baffi, sulpoeta entra a precipizio Zignoli in extremis salvando la porta (2'). Poi il Milan, mordendo l'erba, dà l'avvio al suo forcing. Al terzo accorcia: tiro-cross di Turone, devia Zecchini, la testa di Chiarugi spunta come il diavolino di Cartesio ed infila. Due a uno. Infarti plurimi, curva rossonera che si infiamma di ritrovati bandieroni. Colpisce il ferro esterno Chiarugi all'11', salva Fossati (che gara, Natalino!) al 12' su Turone, conclude bene ancora Chiarugi al 16' ma con Bigon pescato in fuorigioco. A chi non sa dei muscoli lividi d'un Bui, d'un Sala, sembra che il Toro perda colpi, si sia un po' seduto. Invece la squadra granata regge su pochi uomini, Fossati in posizione di terzino che fa anche la mezza punta e l'ala, Agroppi che si sacrifica ad interdire, Ferrini che sputa polmoni. La squadra è menomata, e non può chiudere i varchi ad un Milan in crescendo, ossessionato dall'idea dello scudetto e conscio di dover spendere fino all'ultima goccia del suo sangue. Fuga d'alleggerimento di Fossati, con palla a Bui che sfiora l'incrocio, una rimessa lunghissima di Castellini per Pulici che scatta tra due uomini e tira con rapi- dita a fil di palo (24'). Ma negli abbondanti spazi che intercorrono tra queste azioni è il Milan, pur ingolfato e senza genio, a dominare: con Benetti che colpisce al di là della traversa (26'), con Schnellinger che riscatta un poco la sua cattiveria gladiatoria spingendo avanti punte e mezze punte. Un grande slalom di Chiarugi con tiro parato da Castellini al 34' e un minuto dopo Pulici ha la palla del terzo gol, ma non passa a Bui ormai solo e l'azione frana tra i piedi delle retrovie rossonere. Si arriva così al 36', l'azione da gol (e da scudetto?) del Milan. In un serrate furibondo sotto Castellini, il portiere granata devia due volte, prima di mano e poi di petto, successivi tiri di Rosato, riagguanta la palla Sabadini e dal basso all'alto la saetta in porta. Rocco morde una nuca davanti a lui in tribuna, i bandieroni fioriscono, i tremendisti tifosi si guardano furenti negli occhi. Due a due, ed è un pareggio che il Milan merita per l'assalto condotto durante la ripresa, mentre il Torino può lamentare sia i colpi proibiti infertigli da scarpacce altrui sia un'ultima testimonianza di scalogna: al 42', infatti, non rinunciando ai suoi contropiedi, ecco di nuovo il Toro con tutti i suoi sciancati in area milanista. Sul tiro finale a botta sicura di Bui, il piede di Zignoli respinge dalla linea. Roba da invecchiare di tre anni. Roba da sottoporsi a una cura di ricostituenti. Nessuno dei due avversari è venuto meno all'impegno. Il Torino raccoglie un filo meno del previsto, il Milan porta a casa il massimo derivatogli da tanto dispendio agonistico e caratteriale. Se lo scudetto sarà suo, potrà dire che mai ha speso tanto per agguantarlo.