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Comunale
30/12/1973
h.14.30
TORINO - GENOA 1893 1-0 (0-0)
Torino
: Castellini, Lombardo, Fossati, Zecchini, Cereser, Agroppi, Rampanti (all'80 Mascetti), Ferrini, Bui, Salvadori, Pulici. A disposizione: Sattolo, Graziani. All.: Giagnoni.
Genoa 1893: Spalazzi, Maggioni, Ferrari, Maselli, Rosato, Garbarini, Derin (al 70' Mariani), Bittolo, Bordon, Simoni, Pruzzo. A disposizione: Lonardi, Perotti. All.: Silvestri.
Arbitro: Gussoni di Tradate.
Reti: Bui 46'.
Spettatori: 28.186 di cui 14.836 abbonati e 13.350 paganti per un incasso di 27.759.500 lire.
Note: Giornata fredda, cielo parzialmente coperto, terreno in buone condizioni. Esordio in serie A per il genoano Ferrari (classe 1946). Calci d'angolo 5-3 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 31 dicembre 1973]
Il Torino voleva i due punti ed è riuscito nell'intento soffrendo più del previsto. Anzi, ci sono stati momenti in cui la barca granata si è messa a fare paurosamente acqua, fra i fischi dei tifosi delusi, paventando addirittura un naufragio. Alla belle meglio, invece, i granata sono riusciti ad approdare al successo, cosa che non avveniva ormai da due mesi. Troppi, indubbiamente, ma il motivo è abbastanza evidente. La squadra è ancora alla ricerca di un suo gioco, improvvisa, sembra avere il timore di giocare la palla, preferisce affidarsi a lunghi lanci frontali - sui quali le difese avversarie sono sempre avvantaggiate - evitando così il gioco ragionato di cui si è fatto vanamente portavoce Agroppi. Fino a che l'incontro è rimasto sullo 0 a 0, il Torino ha cercato di impostare azioni anche stilisticamente valide: ora riuscendovi, ora rovinando tutto per l'approssimativa condizione fisica di alcuni elementi; realizzato il gol con Bui, invece di ricevere nuovo slancio la squadra è sembrata afflosciarsi, rischiando di cadere in modo banale sotto l'affannoso assalto del Genoa. Per fortuna, l'undici di Silvestri non sembra in grado di segnare neppure a porta vuota, avendo Bordon confermato la sua carente forma, oltretutto contro un valido Mozzini, mentre l'uomo più pericoloso, Pruzzo, non ha mai trovato la spalla ideale per farsi proiettare in zona gol. Mettiamoci nei panni dei granata e possiamo in parte anche scusarli, un altro pareggio avrebbe accentuato la tensione esistente fra squadra e tifosi, soprattutto in vista di un autentico tour de force (Milan, Lazio, Napoli e Verona: tre trasferte su quattro gare). Il fatto di avere segnato il gol deve avere scosso ulteriormente il sistema nervoso di Rampanti e compagni perché, altrimenti, non sono spiegabili gli errori compiuti nella seconda parte della partita, errori da principianti e non da affermati professionisti. La verità è che i granata aspettavano con tanta ansia questa vittoria che, avvicinatisi all'obiettivo, hanno finito col deconcentrarsi e temere il peggio, cioè di essere raggiunti, e di dovere riprendere tutto da capo. Se il motivo è un altro, ebbene allora c'è da temere veramente il peggio. Pensiamo però che sia da escludere. Occorrevano i due punti per dare stabilità all'edificio che minacciava di crollare: ora, anche perché siamo al termine del girone di andata, deve arrivare anche il gioco. Pulici ha mancato la parola data. Aveva promesso un paio di gol e poteva farli se non l'avesse tradito la smania di segnare. L'imprecisione può dipendere da tanti fattori, la condizione atletica è un'altra faccenda e sotto questo aspetto ci sembra che il cannoniere stia gradualmente tornando in forma. E' fallito invece il lavoro in tandem con Bui, sempre generoso ed attivo ma tradito stavolta dall'insistenza in quei tocchi di palla non più fortunati (e precisi) come in passato. Avendo segnato il gol della vittoria, in una partita che minacciava di protrarsi stancamente a reti inviolate è già un exploit accettabile anche se da un giocatore come Bui ci si aspetta molto di più. A centrocampo si sono notate molte falle non riuscendo Rampanti a legare il gioco come in altre occasioni mentre Salvadori era portato ad un eccesso di lavoro, spesso fatto in modo confuso. La palla ieri andava portata e poi smistata oltretutto contro una difesa come quella genoana disposta ad aprirsi: soltanto Agroppi e Ferrini l'hanno capito, gli altri hanno insistito testardamente a calciare via la sfera appena la ricevevano, spesso senza neppure guardare se il compagno era smarcato. Capitan Ferrini è stato inesorabile nel solito compito di rottura, distinguendosi addirittura nella prima parte dell'incontro come tiratore. Agroppi, ogni volta che è partito all'arrembaggio, ha portato lo scompiglio nelle file del Genoa: un suo passaggio a Pulici in piena area è stato un autentico capolavoro d'intuizione e di precisione. Gli manca ancora la continuità, ma è vicino a raggiungerla. In difesa note nel complesso positive anche se più di un giocatore ha avuto la tendenza a calciare via la palla in modo avventato. Il gioco di rimessa nasce proprio dalle retrovie, ma occorre farlo con una certa tranquillità e precisione. Altrimenti si offre la possibilità agli avversari di capovolgere la situazione. Il migliore è stato Castellini, che anche nelle uscite è stato pronto ed efficace; buono, a parte una licenza, Zecchini nel ruolo di libero, alterni Lombardo e Mozzini, non a suo agio, almeno come nelle ultime domeniche, Fossati. Natalino ha però il merito del cross che ha portato Bui al gol. Il Genoa continuerà a discutere a lungo sul mani di Lombardo nel finale della partita, fallo che secondo tecnici e giocatori rossoblu doveva essere punito con la massima punizione. Dalle tribune si è avuta la sensazione della volontarietà dell'intervento di Lombardo, ma apparivano inspiegabili, peraltro, le cause che potevano avere indotto il terzino a farlo non essendo la situazione disperata. Gussoni, che sino ad allora era stato abbastanza imparziale, negli spogliatoi appariva sicuro del fatto suo: ''Ero a tre metri dall'azione - ci ha detto -, ho visto benissimo quanto è avvenuto''. L'arbitro non ha voluto precisare altri particolari mentre Lombardo è stato più esplicito: ha alzato un braccio chiedendo il fuorigioco e in quel momento qualcuno l'ha spinto alle spalle sbattendolo contro la palla. Difficile dire in questo caso chi ha ragione: se il Genoa che reclama un rigore lamentandosi per i continui, presunti sabotaggi compiuti a suo danno dagli arbitri, oppure Lombardo e il Torino. La cronaca all'essenziale. Tiri di Mozzini, Pruzzo, Bordon danno inizialmente una falsa impressione sull'andamento della partita: sono soltanto episodi sporadici, exploit affidati ai singoli. Tocca poi a Ferrini per due volte tentare dal limite dell'area il gol, ma Spalazzi sarà bravo a parare (21' e 31'). Al 38' la prima grande occasione per il Torino in seguito ad un magnifico lancio centrale di Pulici a Salvadori, ma quest'ultimo manca l'aggancio quasi a tu per tu col portiere. Ripresa ed è subito gol. Azione di Fossati sulla sinistra con cross in area, Garbarini interviene di testa deviando alle sue spalle dov'è appostato Bui. Gran botta di destro: 1 a 0. Al 15' Rosato rischia l'autorete dopo un entusiasmante slalom di Pulici fra tre avversari; poi alla mezz'ora la clamorosa palla mancata dallo stesso Pulici su favoloso passaggio di Agroppi. Al 36' il mani di Lombardo mentre sullo stadio cala la nebbia.