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Comunale
03/11/1974
h.14.30
TORINO - TERNANA 1-1 (1-0)
Torino
: Castellini, Lombardo, Callioni (al 60' Salvadori), Mozzini, Santin, Agroppi, Graziani, Mascetti, Sala C., Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Pigino, Rossi F. All.: Fabbri.
Ternana: Nardin, Masiello, Rosa, Valà, Dolci, Piatto, Donati, Panizza, Petrini (al 22' Garritano), Crivelli, Traini. A disposizione: De Luca, Valle. All.: Riccomini.
Arbitro: Moretto di San Donà di Piave.
Reti: Graziani 29' (To), Garritano 49' (Te).
Spettatori: 25.746 di cui 15.146 abbonati (dato definitivo) e 10.600 paganti per un incasso di 21.743.000 lire.
Note: Calci d'angolo 11-2 per il Torino, annullato al 60' un gol a Zaccarelli per fuorigioco. Pomeriggio mite, terreno secco.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 4 novembre 1974]
Gli avversari comodi non esistono più, delle squadre materasso si è perso anche il ricordo, scomparse del tutto le partite vinte comodamente in partenza. E' la tesi che oggi tutti sostengono (anche con qualche fondamento) ed in omaggio alla quale si sprecano elogi e riconoscimenti prima che si cominci a giocare. Ma è anche, questa suggestiva teoria, un comodo modo di mettere le mani avanti, perché è altrettanto valido un altro modo di ragionare: se non vinci in casa contro una squadra derelitta (perlomeno sul piano della classifica) com'è la Ternana devi immediatamente abbandonare ogni velleità di successo a lunga scadenza. Prima ancora di analizzare la scialba, deprimente prova del Torino nei dettagli è quindi bene parlare di un ridimensionamento delle ambizioni; se il futuro ci darà torto e consentirà al Torino un campionato di gloria, tanto meglio. Ma, oggi l'impressione è decisamente penosa e c'è la convinzione che la squadra abbia gettato al vento una grossa occasione (com'era successo a Vicenza) nettissima. Il guaio granata è originato soprattutto da motivi di carattere psicologico. La squadra è fragile di nervi - non più nel senso che i suoi componenti perdono la testa, si fanno coinvolgere nella rissa, vengono espulsi, come succedeva una volta - bensì per l'assoluta incapacità a reagire non appena l'avversario riesce a segnare una rete. A questo punto il Torino, che pure in precedenza qualcosa di accettabile aveva combinato, cambia completamente volto, si lascia cadere in balia del nemico, si fa sballottare e raggiungere, al punto che anche la condizione atletica di qualcuno del suoi uomini sembra dover essere messa in discussione. E si finisce con un pareggio che elettrizza la Ternana (comprensibile: slnora aveva un punto soltanto in classifica) riempie di rabbia i tifosi e mette letteralmente in ginocchio i granata. La partita non è mai stata elettrizzante, neppure nel primo tempo, quando il Torino - bene o male - l'ha tenuta in pugno ed è passato in vantaggio. Forse, ha giocato il fatto - sia pure a livello inconscio da parte degli interessati - che nella Ternana figuravano tanti ex granata, tutti con buoni ricordi e nessuna sete di polemiche rivincite, come Crivelli, Petrini e Masiello. Il clima, quindi, è stato sempre decisamente amichevole. Nota positiva per i ternani - che certo non avevano l'intenzione di "accendere" fuochi pericolosi - ma non altrettanto per i granata che hanno giocato nettamente sotto tono. Il fatto è che la Ternana, ordinata e diligente a centrocampo e pericolosa nel contropiede, ha concesso pochissimo, ma la sua azione non avrebbe dovuto impensierire troppo una squadra che accarezza grosse ambizioni. Nel primo tempo, senza dubbio il migliore del Torino, forse si sarebbe potuto risolvere tutto e non andare negli spogliatoi con la paura nelle gambe per l'esiguo e non tranquillizzante vantaggio. Invece, i gol sono rimasti soltanto nelle intenzioni. Se vogliamo, proprio in apertura il Torino avrebbe potuto passare in vantaggio, con un gran tiro vincente di Callioni, ma il terzino d'arrembaggio non è stato fortunato (oppure, fortunatissimo Nardin, che è la stessa cosa): il pallone, diretto nell'angolo, incontrava sulla sua strada l'incolpevole gomito del portiere stupefatto e finiva in angolo anziché in rete. Era, questa, la più nitida delle azioni offensive di Callioni, chiamato in campo proprio con questo compito. Fabbri, più avanti, lo mandava negli spogliatoi in anticipo, preferendogli Salvadori; decisione motivata da considerazioni tattiche (Donati arretrava a centrocampo, portando fuori zona il terzino) ma destinata senza dubbio a suscitare recriminazioni e polemiche tra i tifosi. Fabbri, che in queste cose è dotato di gran coraggio, non se ne cura, ma i fischi finali del pubblico sono anche originati da questo episodio. Comunque, pur senza entusiasmare, il Torino continuava ad insistere. Si notava una certa confusione tra Pulici e Graziani ed altrettanto affanno ed imprecisione da parte di chi doveva dar loro palloni giocablli. Graziani, però, era caparbio e sempre pericoloso, tanto che al 29' riusciva a concretizzare, e da campione. Allungo di Sala ai limiti dell'area, Graziani se ne va benissimo, salta nettamente Dolci ed in piena corsa tira nell'angolino basso. Sembra il gol della liberazione e tanti altri sembrano scontati, invece il Torino - pur attraversando il suo periodo più bello - non affonda, anche perché Sala, in mania del più esasperato perfezionismo, salta tutti e tira con un attimo di ritardo, facendo attraversare al pallone lo specchio della porta senza che un piede amico lo mandi in rete. Così, fatalmente, si arriva al pareggio ed è il già granata Garritano a segnare. La gente sugli spalti scoppia in un grande applauso di sapore avveniristico: l'anno prossimo, nel Torino, farà cose meravigliose! Ma per adesso (sempre in chiave granata) ne combina di molto spiacevoli! Infatti, la sua azione è superba: su traversone di Panizza, anticipa nettamente Lombardo e fa secco Castellini con un gran destro al volo. Un tipo, insomma, che sotto rete ci sa fare, anche se l'intera difesa granata nell'occasione è stata piuttosto ferma. Si potrebbe tirare in ballo Cereser che non c'era, ma non è il caso. Speriamo soltanto che rientri presto, soprattutto per quel senso di sicurezza che sa dare all'intero reparto. Al momento del pareggio della Ternana mancavano quaranta minuti alla fine, un tempo più che sufficiente per raddrizzare la partita. Macché! Il Torino inspiegabilmente si sedeva e l'unico brivido veniva da Zaccarelli che segnava dopo che l'arbitro aveva già giustamente fischiato il suo intervento Irregolare. Il finale, quindi, non era di quelli che tolgono il fiato, anche perché l'azione granata andava man mano affievolendosi. Il pareggio era scontato, soprattutto nella testa dei giocatori del Torino, incapaci di reagire con un minimo di forza. Colpe dei singoli? Certo, in parecchi hanno giocato al disotto di uno standard accettabile, altri hanno pasticciato. Graziani ha il merito del gol, ma è troppo poco. Pullci è apparso quasi sempre in ritardo. Zaccarelli disastrosamente giù di tono e meno lucido del solito Mascetti. Garritano e Traini, da soli, hanno messo spesso in difficoltà la difesa del Torino e questo basta già a spiegare molte cose. Insomma, una squadra senza carattere. Sarà un fattore passeggero e lo speriamo. Ma adesso arrivano le squadre grosse, quelle che davvero non debbono essere sottovalutate. Il discorso che Fabbri farà ai suoi giocatori non sarà esclusivamente di carattere tecnico-tattico: bisogna reagire e giocare sul serio, senza perdere la testa e, di conseguenza, i punti. Altrimenti, tutte le ambizioni saranno ribaltate alla prossima estate, quando si preparerà immancabilmente il Torino da scudetto. Con Garritano, finalmente non più avversario.