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Comunale
08/12/1974
h.14.30
JUVENTUS - TORINO 0-0
Juventus
: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Damiani, Causio, Anastasi (all'89' Altafini), Capello, Bettega. A disposizione: Maiani, Longobucco. All.: Parola.
Torino: Pigino, Lombardo, Santin, Mozzini, Cereser, Agroppi, Graziani, Ferrini, Sala C., Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Sattolo, Callioni, Salvadori. All.: Fabbri.
Arbitro: Menicucci di Firenze.
Reti: -
Spettatori: 59.574 di cui 19.029 abbonati e 40.545 paganti per un incasso di 139.236.000 lire.
Note: Giornata limpida, sole e temperatura insolitamente dolce. Ammoniti Ferrini per proteste, Bettega, Capello e Cuccureddu per gioco scorretto. Esordio in serie A per il portiere granata Pigino. Presente in tribuna Enzo Bearzot.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 9 dicembre 1974]
Tutti contenti. Sia negli spogliatoi che alla televisione (dove ''Gentleman'' Damiani ha lanciato lo slogan ''scudetto a Torino'' arrossendo un poco), sia nel flusso della folla che lasciava lo stadio. ''Siamo sempre tranquilli in testa'', sostenevano con l'indubbio conforto delle cifre i bianconeri; ''con un portiere esordiente, abbiamo superato una svolta difficile senza danni'', affermavano i granata dimenticando di colpo tutti i progetti di aggancio in classifica. La soddisfazione generale elimina ogni problema al cronista, che può condire serenamente questo cenone calcistico prenatalizio con il modesto giudizio che segue: un derby così squallido non lo si vedeva da tempo sul terreno del Comunale. Qualche collega milanese, evidentemente abituato sulla sua piazza a spettacoli ancora meno emozionanti, non si mostrava altrettanto severo, ed anche chi ha assistito ad Inter-Juventus parlava di un passo avanti. A questo punto non rimane che convincerci, una volta di più, che il nostro calcio sta attraversando un momento drammatico e riconoscere quanto sia difficile il lavoro di Bernardini. Se una Juventus così (lo diciamo senza timore di offendere, perché sappiamo quanto valgano i bianconeri quando girano) guida la classifica con due lunghezze di vantaggio, vuol dire che il resto non esiste, o quasi. E nell'occasione lo ha dimostrato il Torino, che dopo alcuni assalti in contropiede (aveva ragione Capello, i granata non hanno fatto altro) abbastanza efficaci, nella ripresa ha badato solo a difendersi, ad impedire che i bianconeri tirassero in porta. Non sappiamo se sarà la tattica che Fabbri adotterà sino ai rientro di Castellini, francamente speriamo di no. Pigino, ragazzo candido, ha sentito sin da sabato i discorsi dei propri compagni sul tema ''faremo in modo che la Juve non scagli un tiro'', e li ha accolti con soddisfazione, come una prova di solidarietà. Avrebbe dovuto arrabbiarsi moltissimo, invece, magari gridando: ''Pensate a fare il vostro dovere, ma se tirano dietro ci sono io''. Così ieri Fabbri non è riuscito a sapere se al posto dello sfortunato Castellini ha un altro portiere od un paracarro, perché grazie alla maginot stile vecchi tempi orchestrata da Cereser non gli è arrivato un tiro degno di tal nome. Il mistero Pigino continua quindi oltre il derby, e se il rilievo può valere da lode per i difensori granata, è nel contempo un preciso atto di accusa nei confronti dei bianconeri, la cui pressione nei secondi 45 minuti è stata di tono accademico, per non dire scolastico. Il Torino si giustifica affiancando alle preoccupazioni per il portiere esordiente (ed esordiente nella gara stracittadina) l'ancora scarsa resistenza alla fatica di Sala e Zaccarelli, i quali a causa dei soliti acciacchi non possono allenarsi in settimana, e spiega con lo stesso motivo (scarsa preparazione dopo l'uscita nel finale del match con il Milan) le incertezze che ha accusato Mozzini, ed i falli cui è stato costretto. La Juventus passato senza danni il primo tempo, una volta accortasi di avere in mano il gioco, può anche aver limitato gli affondi pensando all'Ajax, ma se un derby ha consentito preoccupazioni e calcoli di questo tipo, allora non è stato un derby. Rispondere agli inviti alla correttezza con lo scarso agonismo è solo un modo di sfuggire alle responsabilità. Chiaro, comunque, che se la Juventus ha deluso in quanto capolista (con tutte le riflessioni già fatte), il Torino ha mancato ancora di più. Troppo male appoggiate le punte, troppo fermo Pulici là davanti a far da facile punto di riferimento per un Morini di nuovo in forma, troppo scarse le avanzate dei centrocampisti; nel complesso quindi una esibizione assolutamente priva di coraggio, un passo indietro rispetto ai temi nuovi ed ai principi che Fabbri aveva annunciato in apertura di stagione. Solo la difesa merita elogi, per come ha saputo battersi sul piano atletico e come abilità nel marcamento; tatticamente ci sarebbe molto da criticare anche questo reparto, che troppe volte ha fatto la classica ammucchiata (abbiamo visto spesso Sala respingere di testa in area) invece di organizzare un filtro più scaglionato, più valido per appoggiare il contropiede. I bianconeri non hanno saputo dal canto loro sfruttare la tendenza ad arretrare degli avversari: si sono lasciati spesso bloccare ingenuamente sulle fasce laterali, sono finiti sovente nella zona morta vicino alle bandierine del corner senza riuscire a mettere in difficoltà i rivali con l'unica arma disponibile, i cross davanti a Pigino. Gli unici scambi decenti li ha fatti vedere il Torino nel primo tempo, con spazi larghi a disposizione; dopo è stato tutto un affannoso batti e ribatti, malgrado la solerzia di Causio nel ricucire le azioni (per altro ben contrastato da Agroppi) e nel portare palloni verso l'area granata. Parola ha apportato una variante alle coppie fisse dei derby passati: Furino anziché andare su Sala, si è portato su Zaccarelli, mentre sul centravanti (arretratissimo) granata è andato Cuccureddu, Morini ha preso in consegna Pulici, Gentile si è appiccicato a Graziani (il quale dopo Zecchini e Gentile avrebbe almeno bisogno di un turno di riposo). Capello ha preso la sua posizione di frangiflutti davanti alla difesa, imitato da Ferrini sul fronte opposto, mentre Agroppi affrontava Causio, Santin si batteva bene contro Anastasi, Mozzini faticava (e picchiava) contro Bettega, Lombardo iniziava una bella serie di sprint con Damiani. La partita ha preso subito l'andamento che (con una maggior spinta bianconera) ha poi tenuto sino alla fine. Manovre più fitte ma assolutamente inefficaci dei bianconeri, contrattacchi granata inizialmente pericolosi e poi evanescenti. All'undicesimo Sala veniva un po' più avanti, sulla sinistra, centrava per Pulici la cui deviazione di testa si smorzava sul petto di Morini, al 14' un lancio di Zaccarelli era troppo lungo per Graziani, poi Furino con un tiro sul fondo suggellava la prima timida risposta della capolista. Il Torino regalava uno scampolo di spettacolo al 18', quando una serie di rapidi scambi fra Pulici, Graziani e Zaccarelli poneva quest'ultimo nella situazione di puntare su Zoff: pressato l'attaccante calciava malamente ed il portiere in uscita ribatteva con le gambe. Insistevano gli uomini di Fabbri, Anastasi con un avventato passaggio a Zoff per poco non dava a Pulici una palla gol, ma Pulici si rifaceva al 21' quando controllava benissimo un lancio lungo di Zaccarelli per mandare la palla con una staffilata trasversale a rimbalzare contro la parte alta della traversa. La Juventus reagiva, stavolta con maggior vigore; Causio tirava da buona posizione oltre la traversa, ed al 28' Bettega con una bella deviazione di testa mandava la palla di poco a lato. Mischia al 29' per un duro tackle di Bettega su Sala, Mozzini reagiva male e Sentimenti III (il buon fair play dei tempi antichi..) scattava dalla panchina per calmare il terzino. Mischia di altro tipo al 37' davanti a Pigino: botta di Ferrini, abbraccio di Santin ad Anastasi, ma la palla restava sempre ai bianconeri ed era lo stesso Anastasi a calciare malamente sul fondo. Poco prima Graziani, su lancio di Pulici, si era liberato di Gentile in dribbling ed aveva piazzato una palla nel sette che Zoff aveva deviato da par suo. Quello di Graziani è stato l'ultimo pericolo per la Juventus, che nella ripresa ha comandato il gioco favorita dal progressivo arretramento dei granata, ma senza mai sfondare. Nasceva qualche scontro. Menicucci allungava la lista degli ammoniti (Ferrini subito, poi Bettega, Capello, Mozzini, Cuccureddu), ma neppure l'ingresso di Altafini a venti minuti dalla fine al posto dell'acciaccato Anastasi portava qualche brivido in più. Santin limitava le uscite dall'area, si appiccicava a José ed era finita.