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Comunale
16/03/1975
h.15.00
TORINO - BOLOGNA 3-3 (1-1)
Torino
: Castellini, Lombardo (al 68' Pallavicini), Salvadori, Mozzini, Cereser, Agroppi, Graziani, Mascetti, Sala C., Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Pigino, Roccotelli. All.: Fabbri.
Bologna: Adani, Roversi, Cresci, Bulgarelli, Bellugi, Maselli, Ghetti (al 65' Trevisanello), Pecci, Savoldi, Paris, Landini. A disposizione: Buso, Caporale. All.: Pesaola.
Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa.
Reti: Pulici 12', 50', 56' (T), Savoldi 32' (B), Landini 74', 83' (B).
Spettatori: 28.709 di cui 15.146 abbonati e 13.563 paganti per un incasso di 15.141.000 lire.
Note: Sole pallido, cielo parzialmente nuvoloso, terreno viscido. Esordio in serie A per Giuseppe Pallavicini, classe 1956, proveniente dalle giovanili granata e Nazionale Juniores. Ammoniti Bellugi e Fabbri, calci d'angolo 10-6 per il Bologna.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 17 marzo 1975]
Alle 16 e 40, quando mancavano cinque minuti alla fine di Torino-Bologna, il massaggiatore Bruno Colla ha lasciato la panchina granata per andare, a passi lenti, verso gli spogliatoi. Teneva la mano sinistra sulla tempia sinistra, premendo un fazzoletto sull'occhio. Si era infortunato anche lui, in un testa-testa con Pulici più unico che raro nella sua casualità: Colla era andato in campo, sei minuti prima, per soccorrere Pulici atterrato da un'entrata di Paris e nello slancio aveva tamponato la testa dell'attaccante che si stava rialzando. Al Torino succede anche questo, pure i massaggiatori si acciaccano. E dunque i tifosi granata più fatalisti non si stupiranno se la loro squadra è riuscita a non vincere una partita che stava conducendo 3 a 1 a metà della ripresa, se nemmeno tre gol di Pulici (uno in compoprietà con Cresci) bastano per conquistare due punti, se nemmeno sul 3 a 2 a dieci minuti dalla fine, contro un Bologna in netto crescendo, I granata sanno usare le giuste dosi di prudenza ed energia per salvare (magari con un bel muro difensivo) un risultato tanto più prezioso nella domenica in cui la Juve fa harakiri all'Olimpico. A quel punto il Toro doveva mettersi la corazze e proteggersi dagli ultimi assalti rossoblu: invece ha fatto una specie di spogliarello, è andato alla carica con scriteriata leggerezza offrendo spazio e tempo al contropiede del Bologna. E fu pareggio. Sacrosanto, se si pensa al meriti tecnici di un Bologna che sa produrre calcio raffinato, su ricette classiche (e sempre valide) dello "chef" Bulgarelli; sciagurato, se si pensa all'opportunità avuta da un Torino che insieme con le sue magagne (confermatlsslme) aveva trovato stavolta pure l'irresistibile vena cannonierlstlca di Pulici. Chi ha visto la partita, contato i gol e i quasigol, può dire che è stata una "partita d'altri tempi" per via di una certa faciloneria delle due difese e di una sicura effervescenza di alcuni protagonisti (Landini e Bulgarelli di qua, Pulici e Sala di là). Ma il Torino non è stato affatto quello "d'altri tempi" sul piano del carattere, peccando d'ingenuità: ed è mancato ancora una volta come collettivo, perdendo totalmente il confronto a centrocampo, dove Bulgarelli dirigeva il traffico indisturbato, agendo da "libero numero due" (quello "numero uno", alle spalle del difensori, era Bellugi per la prima volta piazzato vedere troppo poco). Si dirà: la sfortuna, è tutta colpa della sfortuna. Ma chi ragiona cosi può solo discutere con i guaritori di Manila ed i loro clienti, non con gli addetti al lavori calcistici. Né può esser mancato ai granata lo stimolo psicologico, né l'inizio è stato difficile. Al 10' il Torino era già in gol, per uno spunto di Sala che sulla destra cambiava marcia alla sua maniera seminando Paris, un "guardiano" di quelli tosti, e centrando un pallone perfetto sul lato opposto dove Pulici inventava una sforbiciata e di destro girava a rete. Sulla traiettoria entravano prima un piede di Cresci (di destro), poi il terreno (rimbalzo a terra) e Adani era beffato. Però il Bologna dava il giusto tono al suo gioco e dominava sul plano tattico. Pesaola metteva nei guai Fabbri con una "mossa" che proprio don Fabbri aveva "inventato" a Bologna (fu lui a piazzare Bulgarelli per la prima volta davanti al terzini, come "libero d'attacco": Bellugi faceva il battitore dietro a Roversi (su Graziani) e Cresci (su Pulici), Paris rincorreva Sala e a centrocampo la "cerniera" Ghettl-Pecci-Maselli si muoveva attorno ad un Bulgarelli maestoso per visione di gioco e precisione di tocco. Malcerti gli stava a venti metri, senza bloccarlo e senza dargli la replica in fase d'Impostazione: mentre Agroppi e Zaccarelll pagavano il logico pegno in un settore subito conquistato dagli avversari, dove il solo Salvadori trovava posizione e iniziative felici. Preceduto da una palla-gol di Landini (respinta col corpo da Castellini), il pareggio arrivava al 31'. Corner di Roversi, uscita di Castellini che smorzava appena la traiettoria (colpa della caviglia pesta?) e puntuale "zampata" di sinistro del capo-cannoniere Savoldi che raccoglieva quel pallone-regalo in posizione centrale, a porta vuota. Ancora partenza felice del Torino nella ripresa. Al 4', Sala entrava in area trascinandosi la palla in slalom. Salvadori riceveva e di destro batteva a rete: parata in tuffo di Adani, difesa ferma e Pulici, solo, di piatto sinistro faceva il bis. Osanna per lui, che diventava trionfo cinque minuti più tardi: Graziani (finalmente) lavorava bene un pallone sulla destra, centrandolo per Pulici che - tornato Puliciclone - ancora si alzava da terra in bicicletta e ancora di destro (traiettoria tesa, nessun piede di Cresci nei paraggi) firmava un gol da antologia del cannoniere. Tutto finito, pareva. Infatti entravano Trevisanello (per Ghetti) e l'esordiente Pallavicini (per lo stanco Lombardo), ma con risultati ben diversi: perché il primo dava pepe alla manovra d'attacco rossoblu. Il secondo si perdeva nell'insulso finale dei granata e per colmo di sfortuna vedeva il suo avversario, Landini, andare due volte In gol. Al 23' con un destro ben calibrato in mischia, dopo tocco smarcante di Trevlsanello; al 38' con un colpo di testa incredibile, "inventato" con un avvitamento fachiresco in tuffo che sollevava il pallone dal basso in alto, mandandolo sotto la traversa (su centro di Maselll da destra). Trenta secondi prima del 3 a 3. Il Torino aveva sfiorato il 4 a 2: fuga di Sala, ingresso in area da posizione angolata, tiro sul corpo di Adani in uscita. La squadra era sbilanciata in avanti, qualcuno si fermava a discutere. E intanto il Bologna andava a pareggiare.