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Comunale
21/12/1975
h.14.30
TORINO - COMO 1-0 (0-0)
Torino
: Castellini, Santin, Salvadori, P.Sala, Mozzini, Caporale, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Lombardo, Pallavicini. All.: Radice.
Como: Rigamonti, Melgrati, Boldini, Guidetti, Fontolan, Garbarini, Jachini (al 71' Rossi), Correnti, Pozzato, Torrisi, Cappellini. A disposizione: Tortora, Mutti I. All.: Cancian.
Arbitro: Barbaresco di Cormons.
Reti: Graziani 47'.
Spettatori: 29.924 di cui 14.500 abbonati (quota da definire) e 15.424 paganti per un incasso di lire 44.680.000.
Note: Invasione di nebbia a ondate irregolari, talvolta la visibilità era ridotta a circa 80 metri. L'arbitro ha interrotto il gioco per controlli al 29' e al 32' del primo tempo, al 25' e al 40' della ripresa. Ammoniti Correnti e Garbarini per scorrettezze. Sorteggio antidoping positivo per Patrizio Sala, Caporale, Pecci, Boldini, Jachini e Cappellini.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 22 dicembre 1975]
Poteva anche esserci un presepe a centrocampo e un albero di Natale in porta, al posto di Castellini: se ne sarebbero accorti in pochi, allo Stadio, perché questa Torino-Como è stata una partita intravista più che vista, con una nebbia molto insistente e molto indisponente dato che si divertiva ad alzarsi proprio quando l'arbitro decideva di fermare il gioco per il controllo della visibilità sui campo. Peccato, perché la partita era proprio da vedere, per intero e non a piccole frazioni, ad occhio libero e non con ipotetici fari antinebbia: sia il Torino che il Como giocano un calcio gradevolissimo e lo hanno confermato - almeno per chi è dotato di vista buona e si è impegnato a strizzare le palpebre dalle tribune - in novanta minuti abbastanza vivaci. Ha vinto il Torino, che continua la sua serie felice, con un decisivo scatto e tiro di Graziani in apertura di ripresa, consentendosi poi il lusso di scialare un rigore (Pulici ha tirato contro la traversa, tanto per confermare il suo momento mica troppo soddisfacente): ma il Como aveva subito presentato le sue credenziali tecniche, andando a creare un pericolo per Castellini dopo tre minuti (tiro di Torrisi deviato in angolo) ed ha rispettato il suo gusto per il gioco, per la manovra ben organizzata. Quattro volte l'arbitro Barbaresco ha interrotto la gara per esaminare la situazione (28' e 32' del primo tempo, 27' e 41' della ripresa) ma solo in una occasione si è diretto verso una delle due porte, limitandosi per il resto a dialogare con i giocatori che facevano mucchio attorno a lui. Logicamente quelli del Como possono lamentarsi, sicuramente il contenuto stesso della gara è stato condizionato da questa nebbia che ha creato un'atmosfera tutta particolare, rinnovando di continuo il sospetto di un rinvio che rendesse inutile ogni sforzo già fatto. Si è intravisto comunque un bel Torino, molto deciso, molto efficace nel suo gioco a tutto campo, con le punte ed i centrocampisti sempre pronti ad aggredire gli avversari in possesso di palla anche nella loro metà campo, con i difensori altrettanto pronti a portarsi avanti: forse è mancata un po' di continuità, almeno ad alti ritmi, e abbastanza ridotte sono risultate le palle-gol create con una manovra che ha avuto in Claudio Sala un catalizzatore costantemente in funzione. Claudio ha fatto la parte dello chef, elaborando al meglio, con il tocco della sua classe e della sua inventiva, le ricette che tutti quanti i granata preparavano con impegno e applicazione: lui raccoglieva 1 palloni sulle fasce laterali, li portava avanti con finte e avvitamenti e torsioni e scatti, scrollandosi quasi sempre di dosso un tenace Guidetti che se non gli concedeva il cross doveva concedergli una punizione (e così, non a caso, nasceva l'azione del gol). Se il Torino non ha raccolto di più il merito è degli avversari che hanno fatto dinamica opposizione, con un centrocampo fitto - imperniato sull'esperto Correnti, davvero audace nel presentarsi coi calzettoni sulle caviglie in una giornata gelida - che sempre copriva la difesa (dove Melgrati e Fontolan fronteggiavano ruvidamente Pulici e Graziani e Garbarini faceva il libero con vigorosa applicazione) e di tanto in tanto impostava scorrerie In territorio nemico. Il quadro tattico della partita risultava piuttosto bloccato, con una caratteristica particolare nella parte riservata a Boldini (terzino, di numero del Como) e Patrizio Sala (centrocampista-motorino del Torino): i due si trovavano senza un avversario da marcare e la cosa veniva sfruttata da Cancian con l'intenzione di mandare Boldini a coprire lo spazio solitamente sfruttato da Patrizio Sala per le sue incursioni che nelle ultime domeniche - il dettaglio non è sfuggito al trainer del Como - aveva procurato proprio con i suoi inserimenti i palloni da gol agli attaccanti granata. Così Boldini aspettava al varco Patrizio Sala e quest'ultimo ha avuto meno occasioni per affondare la sua azione: ma il suo omonimo Claudio provvedeva a creare pericoli, mentre un lucidissimo Peccl organizzava al meglio l'azione di tutto il centrocampo. Proprio mentre si stavano delineando compiti e marcature il Como riusciva a piazzare un'azione a sorpresa, dopo 3 minuti: fuga di Torrisi sulla destra, usciva Caporale per fronteggiarlo e veniva aggirato, tiro di sinistro rasoterra e tuffo di Castellini con palla in corner. Prendeva tono la manovra del Torino: all'11' punizione dal limite di Claudio Sala (tiro a foglia morta, sopra la barriera) parata in due tempi da Rigamonti, al 13' azione da applausi dei granata con una serie di passaggi in crescendo da Claudio Sala (contrasto e dribbling) a Pecci (dribbling sul limite dell'area e tocco per Pulici) a Pulici (servizio di tacco) sino a Patrizio Saia (inserimento sulla destra, tiro finale in corsa di destro, fuori). Claudio Sala produceva passaggi a go-go per i compagni, su uno di questi al 22' Pulici impegnava di testa il portiere. Prima del riposo un'altra incursione di Torrisi, ancora sulla destra, ancora con finta vincente su Caporale: il centro, basso, veniva deviato in corsa da Cappellini, a lato (36'). E subito all'inizio della ripresa il risultato si decideva, ennesima iniziativa di Claudio Saia, sulla destra, punizione per una entrata di Guidetti: centro alto, pallone ai limiti dell'area dove Pecci controllava di petto e inventava un perfetto passaggio per Graziani, scattato verso destra, in area: breve scatto, secco tiro in diagonale, di destro, e palla che finiva rasoterra in rete. Dopo, qualche occasione per raddoppiare: Caporale arrivava vicinissimo alla palla-gol proponendo lo scambio a Graziani ma Garbarini lo fermava (13'), quattro minuti dopo era Santin a ribadire le caratteristiche olandesi del Torino di Radice con un inserimento confuso con tiro secco, da destra, ribattuto di piede da Rigamonti. Al 23' Il rigore, per un fallo (apparso soltanto veniale) di Jachini su Graziani lanciato verso a linea di fondo: Pulici calciava di destro, sulla traversa. Aumenava la nebbia, entrava Rossi al posto di Jachini, attaccava il Como: si vedeva sempre meno, ma abbastanza per disapprovare un segnalinee che due volte inventava un fuoriqioco e ammirare una parata di Rigamonti su botta secca di Pulici (44', deviazione in angolo). Poi la partita quasi fantasma era proprio finita.