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Comunale
11/01/1976
h.14.30
TORINO - LAZIO 2-1 (2-0)
Torino
: Castellini, Santin, Salvadori, P.Sala, Mozzini, Caporale, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli, P.Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Pallavicini, Lombardo. All.: Radice.
Lazio: F.Pulici, Ammoniaci, Martini, Wilson, Ghedin, Badiani, Garlaschelli, Re Cecconi, Chinaglia, D'Amico, Lopez. A disposizione: Moriggi, Polentes, Giordano. All.: Maestrelli.
Arbitro: Reggiani di Bologna.
Reti: Graziani 13' (T), Pulici 29' (T), Re Cecconi 71' (L).
Spettatori: 39.703, di cui 14.255 abbonati (quota definitiva) e 25.478 paganti per un incasso di lire 76.201.000.
Note: Pomeriggio soleggiato, terreno un po' allentato ma buono se si considera la stagione. A una dozzina di minuti dal termine, in uno scontro testa a testa con Ammoniaci, Graziani ha riportato una spaccatura al sopracciglio sinistro: cinque punti di sutura. Salvadori lamenta una forte contusione al ginocchio destro. Calci d'angolo 11-4 per il Torino. Negativo il sorteggio per il controllo antidoping.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 12 gennaio 1976]
Prendiamo il quadro del primo tempo giocato dal Torino contro la Lazio, che ha le pennellate migliori nelle reti di Graziani e Pulici, ed appendiamolo in una gallerie del calcio, lo merita, i granata hanno forse avuto la stessa idea già nell'intervallo dalla partita, e dopo essersi detti a almeno aver pensato ''ma come siamo bravi'' hanno deciso che non potendo ripetere un capolavoro era meglio meditarci sopra, riandarci col pensiero. Così la Lazio, che non aveva nessun bel ricordo del primi quarantacinque minuti, ha cercato di dimostrare e se stessa, e Tommaso Maestrelll (accolto al Comunale da un applauso che voleva dire tante cose, che era l'omaggio ad un uomo dalla volontà eccezionale), al pubblico torinese, che anche lei era pur sempre una squadra. Così, attaccando non con molta pericolosità ma almeno con una certa insistenza, i biancazzurri (in una nuova divisa bicolore di bell'effetto) sono arrivati a ridurre le distanze con una bordata dal limite di Re Cecconi. I granata hanno avuto una reazione, in tre minuti hanno sfiorato altre segnature, ma proprio allo scadere hanno rischiato di subire il pareggio in una azione concitata un metro dentro l'area, con Garlaschelli che vola (anche troppo, e questo è stato il suo errore) entrando a contatto con la gamba di Graziani, annaspante in avanti alla ricerca del pallone. Il laziale aveva dato l'impressione di aggiustarsi la sfera con la mano, ma Reggiani non era intervenuto quindi l'azione era valida. Era anche rigore? Dalla tribuna ci è parso che la massima punizione ci stesse, Reggiani ha optato per la simulazione di fallo. Rifugiamoci dietro la constatazione che il direttore di gara era ben appostato per giudicare, non senza sottolineare il tono contenuto delle pur vivaci (a giustificate) proteste della Lazio che si è guadagnata ieri nuove simpatie. Anche per aver accettato nel primo tempo la nettissima superiorità del Torino battendosi a fondo senza mai ricorrere a scorrettezze. Rimane questo Torino a due volti da giudicare, da analizzare (o psicanalizzare?). Lo farà Radice, lo ha già fatto negli spogliatoi, ma il suo gesto di liberazione a fine gara, alzandosi dalla panchina al fischio liberatore di Reggiani, è stato eloquente. La partita che pareva chiusa dal punteggio e dalla schiacciante superiorità di gioco al termine del primi 43 minuti era praticamente sfuggita di mano al granata ed al trainer nella seconda metà, a conferma che il Torino non è ancora completo, ha dalle sua la strapotente forza che deriva dalla classo e delle doti atletiche del suoi giovani, ma non possiede ancora l'esperienza sufficiente per amministrarsi nell'arco dei novanta minuti. Ha vinto il derby ed a San Siro nel finale, segno che sino aquando c'è da conquistare qualcosa slancio e concentrazione non vengono meno, è calata a Firenze e ieri una volta in vantaggio. Radice saprà limare e insegnare, le sue prudenze non sono quindi ingiustificate. Ha detto Castellini, serenamente e sinceramente: ''Quanto è bello poter discutere di difetti dopo aver vinto''. Certo non e pensabile che una squadra possa reggere novanta minuti al ritmo del primi quarantacinque disputati ieri dal granata, ed offrire un tale spettacolo di gioco nell'arco di un intero campionato. La manovra a tutto campo, gli inserimenti del difensori, i cambi di ruolo fra i singoli, richiedono una capacità di concentrazione assoluta, oltre che un notevole dispendio di energie. Ma è soprattutto il primo elemento, la concentrazione, a pesare di più. Ad un certo punto i granata parevano muoverai su una scacchiera ideale senza sbagliare mossa, con le pedine che viaggiavano come percorressero tracce provate e riprovate. Un Torino da rally, con Radice navigatore esperto in panchina. Tutto perfetto, tutto facile, sul filo di uno slancio collettivo che ha finito per contagiare i singoli: prima in senso positivo, poi negativo (la ripresa). La Lazio non è stata certo a guardare nel primi 45 minuti. Si è opposta al granata con la ritrovata vitalità del suo impianto nel quale spiccano di nuovo il tempismo negli interventi di capitan Wilson, lo spirito di sacrificio di Martini, la dedizione di Chinaglla apparentemente senza grilli per li capo, la vivacità di Garlaschelli. Ma nulla ha potuto, ha incassato due reti che potevano essere di più. La manovra del Torino fluiva nitida con opportune variazioni: ora affondi secchi, ora manovre fitte con la palla sicura al piede. Svettava il pacchetto di centrocampo, principalmente il trio Pecci-Zaccarelli-Claudlo Sala faceva da filtro e da rampa di lancio per Graziani e Pulici, bravi nelle conclusioni personali e persino negli scambi stretti fra loro. La difesa, sull'onda del gioco che fluiva sicuro, si prendeva licenza in palleggio eccessivo, ma ogni iniziativa pareva destinata al successo. E dalla retroguardia partivano a turno Salvadori soprattutto (puntuale ed efficace), Santin e Caporale per consentire al compagni nuovi sbocchi al gioco. Ed il pubblico a gridare il suo entusiasmo, ad urlare ''vai Beckenbauer!'' ed ogni sganciamento del libero. L'inizio del granata in attacco è stato tale da annichilire la difesa della Lazio che ha giocato con il cuore in gola, come dimostrano angoli evitabili e respinte affannose, per tutto il primo tempo. Già al secondo minuto, in risposta ad una avanzata di Garlaschelli, Pulici su servizio di Pecci staffilava a lato di poco, poi tentavano l'assolo Graziani, Zaccarelll e Claudio Sala fermati alla meglio. Al 13' era già gol. Zaccarelll vinceva di forza un tackle a metà campo, sventagliava sulla sinistra per Claudio Sala che avanzava; il primo cross era contrato da Re Cecconi in affannoso recupero, il granata riprendeva e tagliava la palla per Graziani che al centro dell'area si gettava in tuffo beffando Ammoniaci, Wilson ed il portiere Pulici. Il Torino insisteva, tentava triangoli spettacolari, avanzava bene al 21' Caporale e Pulici, un po' largo, batteva sulla rete esterna. Calmi, precisi negli scambi i granata hanno continuato a dominare, a fare gioco, ed hanno raddoppiato al 29'. Lancio lungo di Salvadori per Pulici, perso il primo contrasto con Ghedin, caparbio recupero, scatto in avanti, slalom su Wilson e botta radente rasoterra. Sparava poi Patrizio Sala al 38', quindi su tocco di Caporale era Pulici a battere lungo per Graziani il cui tiro in corsa era parato dall'altro Pulici. Il tempo finiva fra la ovazioni del pubblico, ma la ripresa dopo un affondo di Salvadori offriva un altro Torino. La squadra granata cercava di controllare il gioco, congelare la gara, ma dimostrava le sue scarse attitudini a questo tipo di comportamento. La Lazio cresceva di tono. Chinaglia e Badiani fallivano due buone occasioni ma non sbagliava la botta dal limite Re Cecconi al 26'. Castellini in tuffo sulla sua sinistra toccava il bolide ma non lo tratteneva. I granata reagivano, Pulici e Graziani fallivano due occasioni. Il secondo riceveva anche una botta in viso e finiva la gara sanguinante. Arretrava anche lui in difesa e ad un minuto, dalla fine il rischiatutto del suo intervento su Garlaschelli.