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Comunale
09/02/1976
h.15.00
TORINO - BOLOGNA 3-1 (2-0)
Torino
: Castellini, Santim, Salvadori, P.Sala, Mozzini, Caporale, C.Sala, Pecci, Graziani, Zaccarelli (all'85' Gorin), Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Garritano. All.: Radice.
Bologna: Mancin, Valmassoi, Cresci (al 67' Grop), Cereser, Roversi, Nanni, Rampanti, Vanello, Clerici, Maselli, Bertuzzo. A disposizione: Adami, Trevisaniello II. All.: Pesaola.
Arbitro: Agnolin di Mestre.
Reti: Pulici 3', 43', 77' (T), Clerici 51' (B).
Spettatori: 34.622, di cui 20.397 paganti per un incasso di lire 61.145.500.
Note: Giornata fredda, cielo coperto, terreno in ottime condizioni. Zaccarelli ha riportato la distorsione dei legamenti collaterali del ginocchio destro ed è stato sostituito a 5' dal termine da Gorin. Sottoposti per sorteggio al controllo antidoping Mozzini, Pecci, C.Sala, Cresci, Cereser e Rampanti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 9 febbraio 1976]
Pulici si scatena, il Torino vola, i tifosi urlano la loro gioia e la loro rabbia per le occasioni da gol sfuggite ad un Graziani più sfortunato che colpevole. Il Bologna sembra per tutto il primo tempo un volonteroso sparring partner. Semmai sono i granata a salvarlo evitando di affondare i colpi, salvo Pulici che ha i suoi buoni motivi polemici per chiudere alla grande una settimana di polemiche. L'urlo diventa ruggito quando, con la squadra di Radice in vantaggio per 2 a 0, la radio dà in apertura di ripresa la notizia del risultato parziale di Verona, ma il ruggito sfuma in un brontolio che è segno di rispetto per la rivale. ''La gobba ha sette vite, ce la farà'' mormorano in tribuna, Tardelli evidentemente sente e comincia a pareggiare. Poi segna anche Clerici, dopo aver creato un altro pericolo per Castellini, ed i tifosi non hanno più tempo di badare al duello a distanza con la Juventus. C'è da guardare al campo, piuttosto, dove sul 2 a 1 i granata non sono più tanto tranquilli, e passano un attimo di terrore quando Grop, subentrato a Cresci, obbliga Castellini ad una parata miracolo che lo riscatta ampiamente (semmai fosse stata tutta colpa sua) della rete balorda di Cesena. Poi Graziani tenta un altro affondo, salta Roversi ma Cereser lo fa ruzzolare a terra, ci pensa il gemello terribile a fare tris per la squadra e per la classifica cannonieri. Il Torino ha vinto così, ed il merito del granata non è in discussione. Abbiamo caricato ad arte la sensazione di pericolo sulla puntata di Grop alla mezz'ora della ripresa, per sottolineare come il Bologna abbia saputo anche rendersi pericoloso, ma gli uomini di Radice hanno tenuto in pugno la gara agevolmente per tutto il primo tempo, anche se paradossalmente frenati nella slancio dalla facilità con la quale erano andati in gol dopo tre minuti di gioco. Rimessa laterale sulla destra, palla a Pecci sul fondo, cross alto a cucchiaio del centrocampista, stacco di Pulici che annichilisce Valmassoi e Mancini. Uno a zero mentre c'è gente che sta ancora salendo le gradinate. Per Pulici vendetta contro tutti e nessuno consumata alla svelta, con fredda determinazione. Il vantaggio-sprint ha autorizzato il Torino a giocare con attenzione ma anche con una certa souplesse, quasi per risparmiare energie visto che il Bologna stentava a riprendersi dallo choc. Sala si prendeva qualche licenza stile vecchi tempi, ed al quarto d'ora si incaponiva a far tutto da solo andando a calciare addosso a Mancini mentre dalla parte opposta Graziani segnalava invano la sua pressoché completa libertà, provocata proprio dall'affondo del compagno. Ma il gol pareva solo rinviato, il centrocampo granata macinava gioco ed avversari malgrado la orgogliosa prestazione di Serino Rampanti. Era Pecci, geniale e desideroso di farsi valere contro il suo Bologna, ad ispirare il gioco granata, per gli affondo larghi dei veloci Patrizio Sala e Salvadori, di Zaccarelli, meno continuo di altre volte ma efficace negli spunti, dello stesso Sala, oppure lanci ficcanti che scatenavano i gemelli del gol con gran disperazione di Valmassoi e Roversi, per non dire di Cereser che da buon trincea avrebbe voluto inchiodarli ma spesso se li vedeva sgusciare accanto come frecce. Avanzava anche Caporale, uscendo bene dall'area palla al piede o sul petto come i centromediani antichi (e liberi), tanto da trovarsi una volta persino in fuori gioco davanti a Mancini. Il Bologna con l'esaurirsi del primo tempo pareva salire di tono, ma Pulici prima lo teneva a rispetto con una botta violenta a filo di montante, quindi pareva domarlo definitivamente a due minuti dal riposo con una prodezza che lasciava di stucco la difesa rossoblu. Su una palla manovrata prima da Pecci e poi da Patrizio Sala, Zaccarelli lanciava basso dalla destra e lo scatto del Pulici, più che mai ciclone, anticipava il diretto avversario aprendo la strada verso Mancini. Due passi e botta di destro bassa, due a zero e buona notte. Così sembrava, vista la perentorietà dell'azione del raddoppio, ma alla ripresa del gioco, la notizia dello svantaggio bianconero a Verona emozionava i granata tanto da portarli subito a pasticciare in difesa dove Caporale sbagliava l'appoggio, Mozzini farfugliava con la palla fra le gambe, Castellini incocciava Clerici, facendogli un mezzo ponte, ma non la sfera che sembrava rotolare verso la rete. Santin però vigilava e spediva il pallone a rassicurante distanza. La risposta del Torino era autoritaria, Claudio Sala bucava i rossoblu come un trapano, arrivava a fondo campo e depositava - è il caso di dirlo - la palla sulla fronte di Graziani smarcato dalla parte opposta dell'area. A cinque metri dalla porta, il gemello sfortunato colpiva sicuro, ma pur troppo per i granata la traiettoria era alta. Si capovolgeva ancora la situazione e Clerici al sesto minuto depositava alle spalle di Castellini la palla diabolica del 2 a 1, su punizione calciata da Rampanti con opportuno (per il Bologna) velo di Agnolin, che si intratteneva ancora con la barriera mentre lo svelto Serino imbeccava il centravanti. Con il risultato di nuovo aperto, i granata forzavano ulteriormente, ma Graziani falliva ancora la mira. Al 20' non aveva esito migliore un balletto inscenato davanti alla rete bolognese da Pecci e Zaccarelli, con Mancini svolazzante qua e là a respingere. Pesaola sostituiva il difensore Cresci con il centrocampista Grop, il Torino mollava un poco e subito i rossoblu si rovesciavano nella metà campo avversaria, andando vicinissimi al pareggio al 30' quando Castellini si opponeva alla grande, uscendo con perfetta scelta di tempo, a Grop liberatosi sulla sinistra. Era il segnale della sveglia definitiva, Radice si alzava dalla panchina e doveva gridare ai suoi parole non di compiacimento. Partiva subito Graziani, saltava l'impappinato Roversi, veniva affrontato in area da Cereser che allungava il gambone muscoloso e lo metteva giù. Pulici cambiava repertorio, e dopo la deviazione di testa e la botta violenta di piede, batteva per la terza volta Mancini calciando il penalty con regolare finta. Il portiere di qua, la palla di là. Tre a uno e gara davvero finita, con il Bologna frastornato ed i granata ancora prodighi in più occasioni, soprattutto con Graziani ma anche con Zaccarelli e Pecci che ciccava il tiro dal dischetto su passaggio radente dello stesso Graziani. Ne usciva una trasformazione fra i pali. Pecci si divertiva ancora nel finale bluffando un intervento da killer e saltando l'avversarlo, ma non era capito dai rossoblu. Clerici si arrabbiava moltissimo, dava un buffetto al ragazzino screanzato, poi Sala si prendeva una botta, bilanciava il conto e tutto finiva in pace. E con il Bologna convinto, malgrado il brivido-Grop, dei larghi meriti del Torino.