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Comunale
05/12/1976
h.14.30
JUVENTUS - TORINO 0-2 (0-1)
Juventus
: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega. A disposizione: Alessandrelli, Spinosi, Gori S. All.: Trapattoni.
Torino: Castellini (al 67' Cazaniga), Danova, Santin, Salvadori, Mozzini, Caporale, Sala C., Sala P., Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Butti, Garritano. All.: Radice.
Arbitro: Agnolin di Bassano del Grappa.
Reti: Graziani 19', Pulici 79'.
Spettatori: 66.340 di cui 14.131 abbonati e 52.209 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 6 dicembre 1976]
Ancora il Torino nel derby, e rischia di diventare una consuetudine, In una partita che se ha tradito In parte le promesse di bel gioco ha offerto motivi nuovi, addirittura sorprendenti, nei confronti dei campioni d'Italia che hanno mostrato a tutti un volto diverso rispetto a quello cui si era abituati. Mai una partita è stata vinta, come quella di ieri, dalla squadra che ha saputo adottare (bravo Radice) la tattica più adatta alla giornata, all'avversario, ed ha dimostrato la duttilità eccezionale di alcuni giocatori, confermando sul campo la validità delle precise scelte del trainer. Conoscendo Radice, non erano pochi a pensare che malgrado le promesse dal sottopassaggio sarebbe sbucato assieme agli altri compagni Butti, con Salvadori come ai solito addosso a Causio. Invece il tedesco non aveva fatto pretattica: il Torino dalla difesa ''allegra'', votato al gioco d'attacco a rischio di essere bucato in contropiede, ha colmato in una giornata una lacuna che molti ormai gli avevano appiccicato addosso come una etichetta (e sulla quale contavano, per batterlo). I granata hanno vinto il derby semplicemente perché non hanno lasciato alla Juventus la possibilità di giocare la "Sua" partita. Le marcature di Danova su Causio, di Mozzini su Bettega e di Santin su Boninsegna hanno costituito la base per una gara lucidissima, addirittura spietata. La Juventus, che pure aveva preparato bene la contromisura al pressing degli attaccanti granata, rendendolo vano con gli accentuati sganciamenti dell'ottimo Scirea, si è trovata a poter premere anche per lunghi periodi, senza però poter filtrare oltre uno sbarramento di metà campo più mobile del suo. E quando, visto che Causio bloccato da Danova non poteva svolgere la consueta parte di rifinitore, Benetti e Tardetti hanno scelto la strada del lancio lungo, le punte si sono trovate per lo più anticipate dai diretti avversari, o addirittura da Castellini il quale - prima dell'incidente che lo ha costretto a lasciare il campo a venti minuti dalla fine dopo uno scontro con Benetti - oltre a negare il gol a Bettega e Benetti, è stato formidabile negli interventi alti, non perdendo una palla in presa anche nei grovigli più caotici. Forse, i bianconeri hanno sbagliato ad accettare con cecità l'opportunità di spingere in avanti che il Torino, se non gli concedeva volentieri, era però preparato ad accoglierne nel migliore dei modi. Se non ci fossero state alcune uscite un po' avventurose di Caporale, la gara difensiva dei granata sarebbe stata perfetta. Non ugualmente bene sono andate le cose sul fronte opposto: Morini ha patito Graziani, il quale ha realizzato il primo gol dopo venti minuti con eccezionale tempismo sul solito schema (punizione di Claudio Sala, zompo di Pulici che non tocca ma disorienta, incornata del centravanti in mezzo agli avversari sorpresi) ed ha disputato una gara esemplare per discernimento tattico e generosità; Cuccureddu non è mai riuscito a farsi vedere in fase di spinta preoccupato da un Pulici in crescendo ed era tanto frastornato da mancare la respinta sulla rete del due a zero. Si è detto di Scirea, ma il migliore della retroguardia bianconera è stato Gentile, il quale (solo cinque falli, contro i quattro di Danova che marcava Causio, i due "fantasisti" non possono accusare gli avversari di durezze eccessive) non solo ha contenuto bene Claudio Sala nel primo tempo, ma nella ripresa ha addirittura costretto il granata - evidentemente affaticato, alla seconda partita dopo il rientro - ad un lavoro di contenimento nei suoi confronti. E la statistica conferma l'impressione del campo: Claudio è stato costretto ben cinque volte al fallo solo nel secondo tempo. Vinta la battaglia difensiva, messa in difficoltà la difesa avversaria, il Torino è stato superiore anche nei confronti a centrocampo, dove Zaccarelli ha svettato ! Non solo in fase di marcatura ma per la velocità con la quale, una volta in possesso di palla, si dimostrava capace di capovolgere l'azione. Un suo tackle vincente con uscita di forza fra due avversari ha propiziato la seconda marcatura. Patrizio Sala si è mostrato più lucido di un Furino per altro sempre combattivo, anche se a volte poco controllato nelle reazioni a gioco fermo. Salvatori e Benetti si sono concessi, gli unici forse, momenti di libertà reciproca, e ne hanno approfittato per presentarsi alternativamente in attacco. Era stato facile pronosticare, ieri mattina, che i duelli diretti in una gara agonisticamente intensa (anche se la realtà ha superato le previsioni) sarebbero risultati decisivi. Il Torino, magari di misura, li ha vinti quasi tutti, il suo successo non fa quindi una grinza. Se non sarà solo l'effetto del clima del derby, ieri la squadra di Radice è diventata adulta, ha aggiunto una dote in più a quelle che già le erano riconosciute: la capacità di votarsi alla praticità. La battuta d'arresto, è chiaro, nulla toglie oltre i due punti alla Juventus. La squadra di Trapattoni è viva, ha solo trovato un avversarlo che fa ormai del campionato la ''sua'' Coppa dei Campioni. Se la trasferta a Donetsk non si inserirà in modo pesante sulla fatica del derby, già domenica contro la Fiorentina i bianconeri sapranno riprendere il cammino. Sono stati sconfitti, infine, dopo sette vittorie consecutive: una battuta d'arresto poteva essere messa in bilancio, anche se ovviamente ''brucia'' che sia arrivata proprio nella sfida cittadina. La gara è stata combattuta, aspra, polemica, mai cattiva. Agnolin ha rilevato quattordici falli bianconeri nel primo tempo contro tredici dei granata, che proprio in questa metà gara hanno realizzato il gioco migliore, ben diciannove del Torino (contro undici) nella ripresa a testimonianza di un lavoro di contenimento più spiccato. E dalla sua, la squadra di Radice ha avuto anche la ''carta''difensiva del fuorigioco (una volta l'ha usata bene anche la Juventus, su Graziani) che ha posto più volte nei guai non solo gli avversari ma anche l'arbitro, a causa di qualche sbavatura nell'accordo con i guardalinee. La Juventus è partita subito In attacco, rubando la palla agli avversari, cui era toccata la battuta d'avvio. Dopo un affondo bloccato di Tardelli. Ed una sofisticata manovra Bettega-Boninsegna con colpo di tacco smarcante del centravanti ancora per Tardelli stoppato al momento del tiro, i granata hanno risposto con un affondo spettacolare di Claudio Sala che, evitato Gentile ha superato in velocità Scirea, dal fondo ha centrato un pallone pericoloso che Morini ha messo in corner. Hanno tentato vanamente di farsi largo Bettega (fermato da Agnolin con un fallo a carico per lo meno dubbio) e Graziani (afferrato per un braccio da Scirea sulla linea deli'out), quindi si sono messi in vista Danova, marcatore arcigno ed implacabile di un Causio scomparso dal gioco senza esserci mal entrato, e lo stesso Scirea le cui avanzate hanno spesso provocato situazioni pericolose per i granata. Al ventesimo, Il primo gol. Claudio Sala è sfuggito a Gentile sulla sinistra, ed il terzino ne ha frenato la corsa con una dura carica di spalla. Ha calciato la punizione, a fianco dell'area, lo stesso capitano granata e Graziani nel folto ha battuto Zoff (che ha toccato la palla senza poterla trattenere) con un secco colpo di testa. Veemente la reazione della Juventus, pericolo per Castellini a causa di un bel tiro-cross di Scirea andato a ''morire'' sul fondo dopo aver sfiorato il montante, e pronta risposta dei granata con una palla-gol pulita nella preparazione - lancio di Patrizio Sala, uno-due largo Zaccarelli-Pulici-Zaccarelli- e conclusa dalla mezz'ala sinistra con una secca botta trasversale alla quale Zoff si è opposto con una deviazione magistrale. Lo stesso Zaccarelli, un minuto dopo, ha rischiato il più clamoroso autogol della storia del calcio: Intervenendo In recupero difensivo per anticipare uno scatto di Tardelli, ha mandato da quaranta metri un pallone pericolosissimo a spiovere all'incrocio dei pali alla destra di Castellini. Il portiere granata è volato alla meglio, la sfera ha rimbalzato contro la parte alta della traversa i bianconeri, con un Gentile in crescendo e capace di spingere oltre che di fronteggiare capitan Sala, hanno portato ancora qualche attacco, senza filtrare sul finire del primo tempo, ed hanno accentuato la pressione in apertura di ripresa, al cospetto di avversari che cominciavano a puntare su una tattica di puro contenimento. In un minuto, il quinto, la Juve ha avuto due occasioni di pareggiare, ma Castellini con altrettante prodezze gli ha negato il gol. Prima si è inserito bene Benetti, sulla destra, su lancio di Bettega, ma alla sua botta il portiere ha opposto le mani aperte e Claudio Sala sul palo ha deviato in angolo la palla; quindi è stato Bettega a mettere la palla di testa all'incrocio dei pali, dove il ''giaguaro''è arrivato con la punta delle dita. All'ottavo minuto Santin ha rischiato davvero.. La testa per anticipare in tuffo una girata In rete di Boninsegna, quindi al decimo Tardelli lanciato a rete si è scontrato con Castellini: entrambi a terra, e faticosa ripresa dopo cure sommarie. La pressione bianconera ha poi cominciato ad affievolirsi, il Torino ha cercato di scuotersi comprendendo che rinunciando ad attaccare si sarebbe messo nei guai. La risposta è stata subito pericolosa: al 14' Graziani dopo aver recuperato il pallone sulla sinistra ha lanciato Patrizio Sala smarcatosi con bell'intuito dalla parte opposta del terreno: la mezz'ala ha puntato dritto su Zoff, ne ha evitato l'uscita In dribbling, ma ha trovato sulla sua strada Furino lanciato in un rapido recupero. Il rinvio del bianconero è rimbalzato contro gli stinchi del granata e per poco la sfera non finiva lo stesso in porta, passando ad un metro dalla base del montante. Sei minuti dopo, lo scontro Castellini-Benetti, Romeo si avventava su un lancio basso, nessuno avvertiva il fischio di Agnolin che rilevava il fuori gioco, usciva Castellini anticipando l'avversario che però non riusciva a frenarsi e gli rovinava addosso toccandolo al ginocchio. Con Castellini a terra nasceva una baruffa: spinte, spintoni, parole e parolacce, ma l'animosità si placava per far posto alle attenzioni per Castellini che usciva in barella. Con Cazzaniga in porta, il Torino cercava di spostare il gioco nella metà campo avversarla, ma il numero tredici tranquillizzava i compagni con una bella parata a terra e con alcune uscite sicure sui corners. La Juve premeva senza costrutto, Mozzini bloccava di brutto Bettega andato via in fuori gioco con il consenso di Agnolin, rispondeva Graziani con una botta alta In contropiede. Ma il colpo del k.o., per la Juventus, arrivava al 34'. Zaccarelli usciva di forza da un tackle sulla metà campo, nessuno reggeva al suo allungo, preciso e pronto era il traversone per Pulici scattato sulla destra. L'attaccante si portava avanti la palla, e sull'uscita di Zoff cercava di gabbarlo con un tocco a parabola. Il portiere alzava ancora la sfera nel tentativo di deviarla, Cuccureddu alle sue spalle aveva uno strano Indugio e Pulici sullo slancio ribatteva in rete per finire soffocato sotto l'abbraccio dei compagni. Tornavano sotto i bianconeri, più per dovere che per convinzione. Di nuovo il Torino li aveva battuti.