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Comunale
03/04/1977
h.15.00
TORINO - JUVENTUS 1-1 (1-1)
Torino
: Castellini, Danova, Salvadori, Sala P., Mozzini, Caporale, Sala C., Pecci, Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Cazzaniga, Butti, Garritano. All.: Radice.
Juventus: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Gentile, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna, Benetti, Bettega. A disposizione: Alessandrelli, Spinosi, Gori S. All.: Trapattoni.
Arbitro: Casarin di Milano.
Reti: Causio 6' (J), Pulici 8' (T).
Spettatori: 66.012 di cui 16.498 abbonati e 49.514 paganti per un incasso di 216.426.400 lire.
Note: Incasso record del Torino per le gare di campionato. Bella giornata di sole, terreno in splendide condizioni; ammoniti Benetti e Salvadori per scorrettezze, Boninsegna e Tardelli per proteste.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 4 aprile 1977]
Il Torino ha finito con il cuore in gola un derby che per un'ora, dalla perentoria reazione con Pulici al gol d'avvio di Causio, aveva dominato sul piano del gioco. La Juventus e rientrata negli spogliatoi schiumante di rabbia per la vittoria sfuggita nel finale (un palo clamoroso di Boninsegna, ancora una traversa alta di Roberto su punizione in zona recupero). Poteva essere la vittoria-scudetto, con i rivali relegati a tre punti di distacco in classifica. Una sfida bella solo a tratti, ma sempre emozionante, tesa, troppo spezzettata dall'arbitro Casarin che nella pur lodevole intenzione di frenare l'agonismo dei contendenti ha fischiato troppo spesso, e non sempre in modo convincente. La sfida stracittadina non ha certo tradito l'attesa: novanta minuti vibranti che hanno preso alla gola gli spettatori, in un alternarsi di entusiasmi e di ansie. Il botta e risposta verbale fra le due curve - la Maratona tutta granata, e la Filadelfia dominata dai bianconeri - è stata una battaglia nella battaglia, persin divertente quando è rimasta nel pittoresco e non è sfociata in cori che solo con molta benevolenza si possono definire antipatici. Un derby chiarissimo nel suo svolgimento, che ha sottolineato in modo solare la differenza fra le caratteristiche delle due squadre. Nessuna rivelazione, certo, le formazioni torinesi le conosciamo abbastanza per prevedere addirittura le difficoltà, o i momenti di esaltazione, cui vanno incontro. Così al ventesimo della ripresa troviamo segnato sul taccuino ''il Torino comincia a soffrire il contropiede della Juve, qualche uomo molla'', ed infatti il finale è stato tutto juventino. Un derby che ha sintetizzato tutto il campionato sin qui giocato, ed ha fatto il punto alla vigilia della volata finale che la Juve inizia con un punto di vantaggio ma con un calendario apparentemente più pesante, complicato dagli impegni di Coppa. Dunque, da una parte un Torino votato al gioco, sempre teso al gol attraverso la manovra studiata e mai avventurosa, con partecipazione corale di tutti gli elementi. Un Pecci che per un lungo periodo sovrasta un Benetti magari anche intimorito dal ricordo dell'andata (lo scontro con Castellini), beccato ingenerosamente dal pubblico,ammonito da Casarin per un aggancio veniale a Sala, quando si sono visti ben altri interventi degni del cartellino giallo. Il gol della Juventus ha colto di sorpresa i granata, è venuto da una sbavatura di una loro manovra difensiva impostata sul fuori gioco ed andata buca per un tocco di un difensore, ma la reazione è stata fremente, decisa, tanto che due minuti dopo la gaia era già di nuovo in parità. Sullo slancio i granata hanno insistito, hanno confermato pur senza la brillantezza dei tempi migliori che l'impianto di gioco è valido, Zoff è stato costretto a due parate da campione ed a diversi altri interventi non facili. Ma la chiara superiorità di gioco non ha portato altre segnature; la Juventus è riuscita a far barriera, Gentile (Sala ha finito il primo tempo con la maglia strappata su una spalla), Morini, lo stesso Benetti, Tardelli e Cabrini (bravo, come vice-Furino, ma sin troppo deciso) non sono andati tanto per il sottile, quando conveniva l'intervento di forza non hanno fatto complimenti. A metà tempo, ed ancora sino al quarto della ripresa, il risultato di parità faceva torto alla superiorità tecnica e tattica di un Torino che aveva nello splendido Zaccarelli ed in Danova, in Pecci ed in Claudio Sala mandato in campo malgrado le preoccupazioni della vigilia (ed alla distanza Claudio ha dovuto concedersi delle pause, anche questo spiega il crescendo bianconero) gli elementi di maggior spicco. Tant'è vero che dopo il gol di Causio, la Juventus si è rifatta viva in attacco solo al 45' (Cabrini strapazzato al limite dell'area, regola del vantaggio per Boninsegna che, spalle alla porta, non poteva districarsi), e poi al 12' della ripresa con una deviazione di testa di Bettega fuori di poco sulla sinistra di Castellini lanciato lo stesso in tuffo. Per il Torino, nello stesso periodo, un colpo di testa di Pulici alto, una grande parata di Zoff su botta di Mozzini (punizione di Claudio Sala, toccata lateralmente), un tiro alto di Graziani al 26', un quasirigore (pareggiato anch'esso nel finale) sullo stesso Graziani, agganciato alla meglio da Morini mentre cercava di avventarsi su un pallone sfuggito a Zoff su secca punizione di Pulici, un altro colpo di testa di Pupi fuori, due pericolosi inserimenti di Pecci su Benetti in apertura di ripresa, una deviazione di testa di Graziani fuori di poco alla sinistra di Zoff, e soprattutto una staffilata bassa di Zaccarelli (lungo lancio di Pat Sala) che Zoff è andato a togliere dalla porta con la mano, vicino al montante. Questi i meriti del Torino sino al quarto d'ora della ripresa, quando gradualmente ma sicuramente i fondisti di Trapattoni hanno cominciato a prendere il sopravvento sugli scattisti di Gigi Radice. Ecco la differenza fra le due squadre che il derby ha sottolineato. Non crediamo si tratti solo di sistemi di preparazione diversi, anzi; piuttosto sono chiaramente diverse le caratteristiche degli atleti. La Juventus ha giocatori dal passo adatto agli sforzi lunghi, ne deriva una maggior tenuta alla distanza; il Torino è fatto di sprinters, che se non vanno a segno nel periodo del loro massimo sforzo hanno poi necessità di rifiatare. La Juventus ha cominciato a macinare il suo gioco efficace non appena gli avversari hanno dato l'impressione di rallentare, anche a causa delle menomazioni subite da Caporale, Salvadori, Danova che hanno finito la gara malconci (come sul fronte opposto Benetti). Via via i fondisti di Trapattoni hanno infittito i contropiede, i granata non hanno capito che era il momento di chiudersi a sua volta, ed hanno continuato a cercare la manovra senza avere più le gambe forti ed i cervelli lucidi. C'è stata una avvisaglia al 15' quando dopo un fallo di Zaccarelli su Causio, rilevato dall'arbitro, Bettega proseguendo la azione ha toccato inutilmente la palla dentro la rete, poi dopo una scaramuccia (fallo di Benetti su Pulici, tentativo di intervento vendicatore del sempre troppo bollente Castellini) ed un numero dell'ottimo Pecci non sfruttato da Pulici, la Juve andava vicina al vantaggio. Partiva Tardelli sulla destra, e sul suo centro lungo Boninsegna dimostrando una volta di più cosa siano le doti istintive di un goleador calciava al volo a mezza altezza: con uno scatto prodigioso sulla sua destra, Castellini sfiorava la palla che andava a rimbalzare con violenza contro il montante. Ancora un pericolo grosso per Castellini al 40' quando Causio riprendeva dalla destra un centro radente di Boninsegna mandando la palla a lambire la base del montante sul lato opposto, poi al 44' l'altro quasi-rigore: punizione (una delle tante) inventata da Casarin per un veniale scontro aereo Zaccarelli-Tardelli, tiro, mischia, Boninsegna che scatta abbarbicato a Danova e finisce schiacciato dall'avversario. Casarin non si scompone, la Juve insiste. Al 91' ha ancora trovato un corridoio utile Tardelli (Caporale, dov'eri?) e Salvadori non ha potuto far altro che stenderlo. Causio toccava la palla lateralmente a Boninsegna che faceva partire una botta che pareva alta, ma la traiettoria della sfera, forse deviata da Pecci, si abbassava, andava ad incocciare la parte alta della traversa per perdersi sul fondo, con gli ultimi brividi dei granata in campo e sulle gradinate. Questi i due volti di una gara che se ha evidenziato le caratteristiche, ha anche sancito il sostanziale equilibrio fra le due dominatrici del campionato. E' restato così l'uno a uno, il risultato è rimasto legato al botta e risposta in apertura di partita. Al 7' il gol della Juventus, propiziato da un lancio di Bettega, con i difensori granata che fanno il passo avanti per mettere in fuori gioco Boninsegna, ma con Danova che istintivamente si allunga e tocca la palla rimettendo l'avversario in posizione regolare. Boninsegna, stranamente, invece di puntare su Castellini hu toccato forte al centro dove Causio si è districato benissimo fra gli avversari che rinvenivano ed ha battuto da due passi Castellini. La replica del Torino c stata vigorosa, fulminea. Tardelli al 9' ha pasticciato su un pallone sui tre quarti, se ne è impossessato Zaccarelli, il suo lancio è andato a Pulici: scambio stretto con Sala, ed ancora Pulici in un corridoio verso Zoff (Scirea, anche tu, dov'eri?) per batterlo con un tocco basso dopo aver fintato il pallonetto. Pareva l'inizio di un fuoco d'artificio, ma dopo la Juventus si è chiusa, impressionata dalla risposta del Torino, e nel finale quando la situazione si è rovesciata la porta di Castellini deve essere parsa stregata ai bianconeri. Un derby bello sul piano agonistico, combattuto dal primo all'ultimo minuto, che ha tolto definitivamente alla Juventus ogni timore reverenziale nei confronti dell'avversario, che ha rassicurato il Torino - una volta registrate certe sbavature difensive - sulle sue intatte possibilità nella battaglia per lo scudetto. Un derby inutile per la classifica, ma soprattutto la conferma di due squadre tanto diverse ma tanto forti.