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Comunale
04/02/1979
h.15.00
TORINO - ATALANTA 3-0 (2-0)
Torino
: Terraneo, Salvadori, Vullo, Sala P., Mozzini, Santin, Sala C., Greco (al 77' Mandorlini), Graziani, Zaccarelli, Pulici. A disposizione: Copparoni, Iorio. All.: Radice.
Atalanta: Bodini (al 46' Pizzaballa), Osti, Mei, Mastropasqua, Prandelli, Vavassori, Marocchino, Rocca, Paina (al 69' Chiarenza), Tavola, Finardi. A disposizione: Marchetti G. All.: Rota.
Arbitro: Menicucci di Firenze.
Reti: Graziani 20', Pulici 23', Greco 73'.
Spettatori: 27.203 di cui 10.156 abbonati e 17.047 paganti per un incasso di 48.367.900 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 5 febbraio 1979]
Il Torino azzecca la partita subito, non lascia spazio e neppure respiro al compassato e signorile avversario, tanto che dopo una ventina di minuti abbondanti si potrebbe chiudere i battenti e mandare tutti negli spogliatoi, privando il pubblico di un secondo tempo non particolarmente divertente. Bel Torino, bella grinta, molta voglia di mordere e dì aggredire col risultato che rincontro non è mai stato in discussione, si è avviato con serafica calma verso la sua naturale destinazione e si è chiuso con tre gol granata che potevano essere cinque o sei. Ma, si sa, non si può chiedere spinta e rabbia per tutti i novanta minuti ad una squadra che ha già il risultato in tasca. E' noto il modo in cui vanno queste partite: la squadra che possiede in partenza le maggiori chances - ed è fuori discussione che questa fosse il Torino - attacca a fondo, mentre l'avversario si chiude e spera di uscirne senza danni. Quando arriva il primo gol questo atteggiamento non serve più, bisogna cambiare radicalmente impostazione, col risultato che - a maglie larghe - chi è andato in vantaggio trova tutto ancora più facile: il Torino ha raddoppiato nel giro ai tre minuti ed il conto si è immediatamente chiuso: neppure Titta Rota, dalla panchina dell'Atalanta, non se la sentiva più di impartire direttive e cercava di tirare la fine come i suoi giocatori. Naturalmente, se l'Atalanta si è ridotta in tono così dimesso il merito spetta ai granata. Perché dalle ultime segnalazioni arrivate a Gigi Radice risultava trattarsi di una squadra abbastanza pericolosa: se è stata invece malleabile dipende anche e soprattutto dal fatto che il Torino non ha perso la voglia di correre dietro al Milan e non intende più distrarsi regalando punti. Concentrazione assoluta, dedizione alla manovra da parte di tutti, un ritmo forsennato (quando ce n'è stato bisogno) in grado di mettere alle corde chiunque.. Il calcio è anche questo: la voglia di vincere a tutti i costi, ben oltre alle pure capacità tecniche, può risolvere qualsiasi partita. La squadra era decisamente rinnovata, sia pure per motivi dettati dalla necessità. Rientrava Santin, Zaccarelll tornava a centrocampo, Greco in posizione più arretrata. Poteva nascere qualche impasse, o quantomeno qualche attrito nelle manovre, invece tutto è andato per il meglio. Santin si è mosso con l'autorità dei vecchi tempi, dimostrando un'assoluta sicurezza in tutte (ma, per la verità, non troppo numerose) occasioni nelle quali ha dovuto fare il ''libero'' come va fatto, senza sbavature e regalucci all'avversario. Zaccarelli ha dimostrato che i continui cambi di maglia non lo hanno frastornato: lucidissimo e sicuro, è sempre stato protagonista. Greco, che si è mosso con autorità e continuità sorprendenti, ha trovato anche il modo di segnare una rete da campione (da ''fineur'', cambiando il piede con grazia, in un delizioso stile minuetto) di cui diremo più avanti. Questi insomma, erano gli uomini ''nuovi'' che potevano destare qualche perplessità per il gioco corale ed esclusivamente per via dei compiti un po' diversi che avevano rispetto al solito: andati bene loro, il risultato era già scontato. In quanto a Pulici e Graziani, in una partita casalinga di questo tipo, non ci volevano troppi sforzi per immaginare il loro .successo. Delle marcature dei «gemelli» parliamo subito. Il Torino aveva cominciato logicamente premendo, anche con furibondi inserimenti dei due terzini: Vullo, autentica forza della natura che negli ultimi tempi non si limita ad uno strenuo impegno muscolare ma azzarda scambi e traversoni quasi sempre calibrati. Salvadori - che in settimana è stato male - ha giocato una partita semplicemente ammirevole sotto tutti gli aspetti: ha addirittura avuto la possibilità di segnare il quarto gol nel finale ed ha tentato un pallonetto che Pizzaballa ha neutralizzato. Comunque, ecco il Torino in vantaggio al 20': è un'azione che si può definire classica per la squadra granata, provata mille volte in allenamento. Claudio Sala batte il corner dalla destra, la palla spiove nel mucchio e spicca netta la testa di Graziani che corregge imparabilmente la traiettoria in rete, dove Bodini non può proprio arrivare. Passano tre minuti ed il raddoppio: i gemelli dialogano al limite dell'area, Graziani allunga a Pulici che è pronto per «l'uno-due» ma un avversario si mette di mezzo e manda a monte il tentativo. Pupi non sta a pensarci sopra, si gira dall'altra parte, prende le misure guardando l'angolino e fa partire il tiro teso e azzeccatissimo. Niente da fare per Bodini che guarda senza intervenire. La partita è finita, anche se manca più di un'ora. Logico che il Torino limiti un pochino la spinta ed altrettanto logico che la stessa cosa avvenga nella ripresa. L'Atalanta, forse neppure sfiorata dalia possibilità di arrivare al pareggio, continua con il suo gioco ordinato ed a tratti bello da vedere, ma ci vuol altro per scalfire il Torino che aspetta pigramente l'occasione per colpire ancora. Occasione (una fra le tante) che si concretizza al 73' con Greco. La manovra è corale, l'azione si sviluppa sulla sinistra, il pallone corre da Pulici a Graziani, poi se ne impossessa Patrizio Sala al centro e vede Greco liberissimo sulla destra. Il passaggio è un capolavoro di precisione, ma Greco, come abbiamo detto, riesce a fare ancora meglio, stringendo sul portiere quando le distanze si ravvicinano e sembra che il portiere abbia la meglio. Greco cambia il passo con estrema freddezza e mette in rete. Si chiude così, anche se il Torino potrebbe andare ancora in rete (l'occasione di Salvadori!) mentre il pubblico contento comincia ad andarsene. Radice è più che soddisfatto, ha ritrovato la squadra dei suoi sogni. C'è soltanto il cruccio del Milan, che ha vinto quando i granata cominciavano a sperare di aver rosicchiato un altro punto. Ma con questa squadra (nella quale si deve rilevare soprattutto la gran voglia di battersi) Radice ha tutte le ragioni per tenere in piedi il discorso-scudetto. Si parla già di Avellino, finalmente senza paura: il Torino di oggi mangerebbe chiunque.