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Comunale
31/08/1980
h.20.30
TORINO - LECCE 4-0 (2-0)
Torino
: Terraneo, Volpati, Salvadori (al 76' Cuttone), Sala P., Danova, Van De Korput, D'Amico, Pecci, Graziani, Zaccarelli, Mariani (al 65' Pulici). All.: Rabitti.
Lecce: De Luca, Lo Russo (al 13' Progna), Manzin, Miceli, Bonora, Biagetti, Gaiardi, Adamo, Re, Magistrelli. All.: Mazzia.
Arbitro: Lanese di Messina.
Reti: D'Amico 26', Aut.Miceli 40', Graziani 46', Pecci 50'.
Spettatori: 20 mila circa di cui 18.880 paganti.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 1 settembre 1980]
Il Torino debutta al Comunale nella sua seconda uscita in Coppa Italia. La prima risale alla trasferta vittoriosa di Bari (2 a 1). Avversario di turno è il Lecce di Bruno Mazzia, ed è bene non sottovalutarlo. Nel 1976, infatti, i pugliesi sconfissero il Torino proprio in Coppa Italia (2 a 1) eliminandolo dalla manifestazione. La tabella del Torino in questa fase di avvicinamento al campionato è rilevante: sei vittorie in altrettante partite sin qui disputate, con 25 gol all'attivo e cinque al passivo. Al pubblico torinese, si presentano i nuovi acquisti Michel Van de Korput e Vincenzo D'Amico. I tifosi li attendono con affettuosa impazienza. Dall'Olanda, intanto, arriva per Michel una bella notizia: sarà lui il libero della nazionale nei prossimi incontri, poiché il ct. "orange" avrebbe deciso di rinunciare definitivamente all'apporto di Krol sino a ieri titolare inamovibile. Il granata, che durante gli Europei giocò come marcatore, avrà quindi il ruolo che predilige. Quando le squadre fanno il loro ingresso in campo gli spettatori sugli spalti sono valutabili intorno ai 20 mila. Si delineano le marcature più significative per i granata: Miceli su Graziani, Lo Russo su Mariani, Manzin su Zaccarelli, Gardiman su D'Amico e Gaiardi su Pecci. L'avvio del Torino è buono, con Van de Korput che riceve i suoi primi applausi al Comunale lanciandosi in avanti e suggerendo successivamente per Mariani, il quale però volge le spalle al compagno e non può ricevere. Un minuto dopo (3') è Zaccarelli a impegnare con un colpo di testa il portiere del Lecce. Il ritmo generale non è sostenuto, soprattutto quando le squadre propongono i temi dei rispettivi metà campo. Il Torino ritarda, forse volutamente, a centrocampo, i suggerimenti per le punte, i leccesi hanno tempo ad organizzarsi e gli spazi fatalmente si restringono. Vita dura, in un'area intasata, per Graziani e Mariani che comunque si impegnano a cucire un'apprezzabile intesa Il gioco nell'area avversaria si fa frenetico. Viene meno, forse, la lucidità e la precisione. Pecci è tra i giocatori più vivi, Zaccarelli non partecipa all'azione, mentre D'Amico vive di lampi che gli procurano molti applausi. Del resto l'ex laziale non è uomo di fatica al quale si chieda superlavoro, il suo compito è quello di rifinire e di impensierire con affondo personali l'avversario. La difesa ha un lavoro relativo poiché il Lecce è svelto e raziocinante in fase difensiva, Re, Biagetti e Gaiardi non hanno un gioco velleitario. Dicevamo della difesa granata: Danova e Van de Korput cercano soluzioni per alternarsi, in modo che l'olandese offra agli avanti un prezioso contributo. Ed è proprio in chiave di rilancio che Van de Korput si fa più apprezzare. Tenta lanci lunghissimi, suggerisce passaggi corti. In chiave difensiva non essendo molto pressato dagli avversari, dimostra una spigliatezza assoluta. La cronaca registra al 12' un bellissimo diagonale per D'Amico, il quale evita in arresto volante Bonora e calcia con violenza sull'esterno della rete. Un minuto dopo Progna (che è subentrato all'infortunato Gardiman) da 40 inetri spedisce un insidioso pallonetto che Terraneo (in inedita maglia celeste) è costretto a deviare in calcio d'angolo. Al 17' Pecci, molto svelto come ai solito, allarga per Patrizio Sala il quale invia un rasoterra che si perde di poco a lato. Il Lecce, frattanto, tenta soluzioni da lontano che non arrecano però danni alcuni. Una parentesi di stasi, gioco ancora rallentato, molta imprecisione, poi uno spunto di D'Amico procura il primo gol per il Torino. E' il 26': l'ex laziale parte dalla trequarti sinistra, dribbla per vie interne e fa partire un gran destro che De Luca, tuffatosi in ritardo perchè coperto, non può evitare la marcatura. Il pubblico, naturalmente, si scalda. Al 32' registriamo una conclusione a lato di Zaccarelli. Il Lecce non si scoraggia e tenta soluzioni da lontano, senza fortuna, naturalmente. Terraneo è inoperoso. Il gioco si mantiene su ritmi modesti ed è sempre nelle mani dei granata, ben orchestrati da Pecci. Il Torino ha il gioco in pugno. E cresce, anche se non mette in mostra ciò che potenzialmente è in grado di dare. Cresce soprattutto sul piano qualitativo. Al 38' infatti Pecci mette Graziani in condizioni di girare prontamente verso De Luca: c'è un contrasto, palla a candela, ancora Graziani svelto a girare in porta. Traiettoria di poco a lato. Al 41' il logico raddoppio: Saivadori suggerisce a Graziani, ancora girata, questa volta di sinistro, sulla traiettoria, l'incolpevole per la verità, per Miceli ed è autorete. Il Lecce è ormai alle corde. La partita praticamente si chiude su questo episodio. Il Torino può continuare il proprio allenamento in tutta serenità, perfezionando schemi e mettendo ossigeno nei polmoni. Con il risultato al sicuro il Torino può svolgere con maggiore fluidità i propri schemi, per la gioia dei tifosi. Finisce il primo tempo e le conclusioni possono essere queste: un Torino più pratico che spettacolare, più essenziale che estetico. Gli manca una certa lucidità in alcune zone del campo, gli vengono meno ancora uomini essenziali come Zaccarelli, dimostra frenesia nelle zone "calde" del campo, ma può disporre di Pecci già a buon punto in quanto a condizione, di un dinamico Patrizio Sala, di un attento Danova, di un puntiglioso Volpati, di un Van de Korput che gioca come se per lui non esistano problemi anche nei momenti più difficili. D'Amico è sempre geniale e pericoloso. Si ricomincia ed il Torino rende più pingue il bottino. Pecci fa sganciare Van de Korput, sempre particolarmente sollecito a questo tipo di iniziative, l'olandese galoppa sul lungo linea destro e improvvisamente fa partire un traversone calibratissimo, traversone che Graziani aggancia e batte De Luca. Il Torino, ormai, dilaga. Non c'è più storia, il Lecce, non esiste, letteralmente compresso nella propria area da un Torino che in questa prima fase del secondo tempo sta dando il meglio di sé. E' il 4': Zaccarelli allarga per Patrizio Sala il quale è sollecito nel rimettere al centro. Irrompe Mariani, palla sulla traversa, Pecci è pronto a raccogliere ed infila per la quarta volta l'incolpevole De Luca. Il gioco migliora nettamente, c'è più fluidità nella manovra impostata dal bravo Ercole Rabitti. I tifosi ora si divertono tanto. Cambiamenti di fronte, interscambi, molta "forbice" fra Mariani e Graziani, disimpegni di prima intenzione. Terraneo sempre inoperoso. Verso il quarto d'ora Pulici comincia a scaldarsi ai bordi del campo. Il pubblico lo chiama a viva voce. Graziani frattanto, a coronamento di una splendida azione verticale iniziata da Zaccarelli (che viene fuori con maggiore piglio) e proseguita da Pecci, colpisce il montante destro di De Luca. Al 54' entra Pulici e lo stadio ha come un fremito di applausi, il tutto si ripete quando Pupi, di testa, per due volte impegna severamente la difesa avversaria (65' e 66'). Gloria anche per De Luca al 67' quando compie un prodigio opponendosi da campione a una deviazione ravvicinata di Graziani. Ancora due buone occasioni fallite da Pulici, gioco vivace, ma il risultato non cambia.