WWW.ARCHIVIOTORO.IT
info@archiviotoro.it
errori@archiviotoro.it
Comunale
15/03/1981
h.15.00
TORINO - JUVENTUS 0-2 (0-1)
Torino
: Terraneo, Cuttone, Volpati, Zaccarelli (al 46' Masi), Danova, Van De Korput, Sala P., Pecci, Graziani, Sclosa (al 64' D'Amico), Pulici. A disposizione: Copparoni, Mariani, Francini. All.: Cazzaniga.
Juventus: Zoff, Cuccureddu, Cabrini, Furino, Gentile, Scirea, Marocchino (al 79' Verza), Tardelli, Bettega, Brady, Fanna (al 64' Prandelli). A disposizione: Bodini, Brio, Causio. All.: Trapattoni.
Arbitro: Pieri di Genova.
Reti: Brady 43', Cabrini 87'.
Spettatori: 49.514 di cui 8.728 abbonati e 40.786 paganti per un incasso di 229.257.000 lire.
Note: Giornata di pioggia intensa, terreno pesante e scivoloso. In tribuna è presente anche il presidente Pertini che, prima della gara, scende in campo per conoscere di persona i giocatori. Qualche tafferuglio sugli spalti, gremiti in maggioranza netta di tifo bianconero. Ammoniti Graziani per proteste, Furino, Cuttone e Cabrini per comportamento non regolamentare.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 16 marzo 1981]
Derby-verità per la Juventus. Conferma piena della salute della squadra, un match giocato con grinta e realismo, anche una vendetta sullo smacco (immeritato) del girone di andata. Derby-amarezza per il Torino. Gli sforzi del primo tempo per contrastare un avversario tra i più forti (valida la disposizione tattica scelta da Cazzaniga) prima intaccati dall'infortunio a Zaccarelli che aveva iniziato bene su Brady, poi vanificati - al 43' - dal terribile ''sinistro'' dell'irlandese. Quindi, per i granata, un secondo tempo giocato a schemi saltati, con un centrocampo improvvisato e zoppo, di fronte ad una Juve che freddamente controllava il gioco e colpiva ancora con Cabrini, in contropiede, allo scadere del match. I risultati positivi di Roma e Napoli non possono intaccare le speranze di scudetto di questa Juve. La squadra di Trapattoni ha contenuto, macinato, domalo sino a bloccarlo definitivamente, un Torino che nel derby ha ritrovato grinta, ma che non è mai riuscito - anche nel suo periodo migliore - ad impensierire Dino Zoff. I bianconeri hanno disputato una gara esemplare, vincendo molti confronti diretti sul piano atletico e rinunciando alle avventure per puntare al sodo. Scirea che non abbandonava la posizione di libero. Tardelli che limitava inizialmente gli slanci offensivi. Furino che restava a lungo in zona accettando persino di lasciare l'iniziativa a Pecci (lo cercava Brady, ma aveva già da lottare con Zaccarelli), Cuccureddu e Gentile concentratissimi e attenti ad annullare le punte avversarie, ogni particolare dimostrava che la Juventus non voleva concedere nulla al rischio, non aveva fretta, contava di far valere prima o poi la superiorità di manovra e la miglior condizione atletica. Sotto l'uragano, il derby offriva un primo tempo migliore di quanto ci si potesse attendere, perché alla condotta accorta di una Juventus per altro sempre pronta a portarsi in avanti con buona pericolosità, il Torino opponeva uno schema rinnovato con logica da Cazzaniga. Van de Korput libero, Cuttone e Volpati a battersi soffrendo contro Marocchino e Fauna, Pecci come sempre perno centrale con ai fianchi Zaccarelli (a destra, contro Liam Brady) e Sclosa a sinistra (per contrare Tardelli). Patrizio Sala sulla destra di Zaccarelli, per aspettare Cabrini e tentare a sua volta la risposta per arrivare al cross. La partita era subito dura, ma mai cattiva. Lo diventava solo negli ultimi minuti, quando la rabbia granata, qualche ''melina'' sfottente della Juve, la stanchezza generale, ingigantivano le reazioni. Su un campo scivoloso, per la pioggia battente, con un pallone che schizzava sull'erba fradicia, nella semioscurità provocata dal temporale, il match si avviava con un botta e risposta emozionante, ma subito con una evidente differenza di risultati pratici. Le fiondate della Juventus perforavano gli sbarramenti granata, le cui risposte nascevano promettenti a metà campo ma si arrestavano alle soglie dell'area bianconera. Graziani e Pulici trovavano subito ogni via bloccata, e la spinta del Torino dopo una mezz'ora finiva con l'affievolirsi, considerando anche il rallentamento di Zaccarelli menomato da una botta (involontaria) di Marocchino in tackle al quarto d'ora. L'avvio lanciato dei granata (al 5' cross di Sclosa dalla sinistra, controllo e bella girata di Graziani, sicura presa di Zoff) era solo una illusione por i tifosi. La Juventus dopo dicci minuti di studio portava già un pericolo all'11': Scirea lanciava Bettega il quale dal fondo toccava in mezzo un pericoloso pallone, allontanalo da Danova. E subilo dopo era Brady a sfondare in dribbling sulla destra. Terraneo si opponeva bene alla bolla bassa dell'irlandese. C'era subilo una differenza di pericolosità, anche se il Torino - contrariamente alle abitudini - cercava di velocizzare il gioco con aperture improvvise, lanci lunghi alle limite già imbrigliate. Brivido al 17' per un maldestro tocco indietro di Van de Korput. Per fortuna dei granata, Marocchino era in fuorigioco. Si verificavano i primi falli (colpa anche del terreno), la Juventus usufruiva di alcune punizioni del limile, ed il sinistro di Brady cominciava ad allarmare i granata. Finiva poi fuori un rasoterra di Fanna, (crescevano di intensità gli attacchi bianconeri interrotti al 31' da un debole colpo di testa di Sclosa su lungo lancio di Pecci. Sullo slancio il Torino aveva un buon momento. Partiva sulla sinistra Graziani, toccava per Patrizio Sala il cui bel tiro improvviso usciva sulla destra di Zoff, quindi Van de Korput avanzato deviava di testa per Pulici una punizione di Pecci. La rovesciata dell'attaccante finiva fra le mani di Zoff. Dino era favoloso per prontezza di riflessi al 40', andando a deviare sotto la traversa un colpo di testa di Gentile pressato da Pulici (Pieri concedeva la punizione, ma la prodezza del portiere resta; Pulici prolestava, ed era ammonito). Nel miglior periodo del Toro, segnava la Juve. Perdevano malamente la palla a centrocampo i granata, e sul rilancio Volpati con un maldestro colpo di testa verso il centro (era più comodo e facile liberare oltre la linea laterale) rendeva pericolosa l'azione bianconera. Palla verso Tardelli che saltava Zaccarelli e ad un nuovo attacco toccava lateralmente per Brady il quale, con calma, prendeva la mira ed infilava Terraneo con una sberla di sinistro da venti metri che si infilava a cinque centimetri da terra, molto angolata, sulla sinistra del portiere. Inutile il tuffo di Terraneo, in parte coperto, in partesorpreso, ed impossibilitato a ''mordere'' con i tacchelli nella pozzanghera ai suoi piedi. Il Torino avvertiva le difficoltà di un recupero, che diventavano insuperabili in apertura di ripresa quando, rimasto negli spogliatoi l'infortunato Zaccarelli, Cazzaniga era costretto a rivoluzionare il centrocampo, chiave del gioco. Entrava Masi come libero, Van de Korput andava a balbettare nella zona di Brady (non era meglio l'olandese terzino e Volpati a centro campo, o almeno un rattoppo migliore?). La Juventus prendeva il sopravvento e nei primi cinque minuti sfiorava tre volte il raddoppio, quindi (al 50') Masi era costretto ad un rude salvataggio su Marocchino lanciato in area. Venivano via via ammoniti Furino, Cuttone ed in extremis Cabrini, la parlita perdeva attrattiva perché il Torino si dibatteva senza costrutto, e le cose non miglioravano dopo la sostituzione di Sclosa (al 19') con D'Amico, mossa alla quale Trapattoni controbatteva dando fiato a Fauna e mandando in campo Prandelli. D'Amico partiva da lontano, ma trovava ostacoli validi. Riusciva soltanto al 20' ad avviare una manovra efficace, la palla viaggiava verso Patrizio Sala, quindi a Pulici che smarcava Pecci. Era la prima (ed unica) occasione valida per il Torino, ma il tiro basso del centrocampista si perdeva sul fondo, alla sinistra di Zoff. La partita restava più che mai nelle mani della Juve, segnava al 38' Cabrini partito in fuori gioco, ma insisteva e siglava il 2 a 0 al 42'. D'Amico tentava un dribbling impossibile sulla linea laterale, gli carpiva la palla Brady il quale lanciava Cabrini. Scatto del terzino che, vanamente inseguito da Cuttone. puntava dritto su Terraneo, botta rasoterra con il portiere in troppo lenta uscita. Mischia fra i tre nello slancio, per Terraneo i danni e le beffe (una botta al ginocchio), per i bianconeri il momento del meritato trionfo.