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Comunale
29/03/1981
h.15.30
TORINO - BRESCIA 1-1 (1-1)
Torino
: Terrano, Cuttone, Francini, Zaccarelli, Danova, Van De Korput, D'Amico, Pecci (al 46' Sala P.), Graziani, Sclosa (all'80' Mariani), Pulici. A disposizione: Copparoni, Masi, Salvadori. All.: Cazzaniga.
Brescia: Malgioglio, Padavini, Galparoli, De Biasi, Groppi (al 75' Biagini), Guida, Bergamaschi, Venturi, Sella, Iachini (al 63' Penzo), Salvioni. A disposizione: Pellizzaro, Bonometti, Crialesi. All.: Magni.
Arbitro: Menegali di Roma.
Reti: Bergamaschi 3' (B), Graziani 32' (T).
Spettatori: 11.605 di cui 8.796 abbonati e 2.809 paganti per un incasso di 13.874.000. Quello odierno è il record negativo di paganti di sempre per il Comunale.
Note: Acquazzone violento, terreno pesante; grandissimo striscione in Maratona che invita Pianelli a fare le valige. Ammoniti Guida e Pulici. Espulso Guida per doppia ammonizione.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 30 marzo 1981]
Torino come i gamberi: un punto in classifica generale, ma due passi indietro sul piano del gioco. Il pareggio premia il Brescia, certamente più volenteroso ed incisivo, ma avvilisce le residue ambizioni di un Torino molto lontano dalla squadra che solo sette giorni fa, a Como, aveva consegnato all'avversario un'immagine più edificante e lucida. Ci rimette, nella circostanza, il tifoso, spazzato da un acquivento fastidioso e diagonale, che rende il pomeriggio livido come certi crepuscoli autunnali. Quasi mai i ragazzi di Cazzaniga si lasciano strappare all'indifferenza per accontentare il pubblico, intirizzito sugli spalti. Per tutto il secondo tempo, il Torino opera con il sussiego di chi ha in pugno le operazioni del gioco ed il risultato. Ben più cruda è la realtà, che offre solo un pareggio fissato al 33', quando Graziani ha replicato al gol (3') di Bergamaschi. Non c'è aria di festa. I tifosi sono pochi e alle prese con l'inclemenza atmosferica. Alcuni contestano Pianelli, invitandolo a lasciare il timone della società. Una protesta difficile da capire in simili circostanze, poiché in campo giocano (e male) i suoi stipendiati. Il Torino inizia con troppa sufficienza, con lentezza elefantiaca, con disarmonica disposizione difensiva. Ne approfitta il Brescia con i suoi uomini più leggeri. Bergamaschi, Sella, De Biasi, Il loro movimento in profondità procura il primo guaio a Terraneo dopo appena 3': Venturi si muove bene su fondo campo, settore sinistro. Slalom rapido, cross a rientrare, Bergamaschi anticipa tutti e di sinistro supera il portiere granata. Il Brescia insiste, ancora con azione agile, sull'asse centrale dell'area del Torino. La difesa granata è saltata con estrema disinvoltura, ma Salvioni fallisce il punto del raddoppio per una leggerezza nell'esecuzione. A questo punto, la paura si intreccia allo sbigottimento, sia sugli spalti, che in campo e in panchina. Se il Brescia fosse andato a segno, avrebbe saputo la squadra granata reagire? Certo che con i «se» non si costruisce la storia del calcio, né la vita di una partita. Dunque l'ipotesi è difficile da portare avanti come argomento conclusivo. Resta la paura, che scuote i granata, per tutto il primo tempo alacremente, anche se confusamente, alla ricerca del pareggio. La partita non è assolutamente accostabile a quella di Como. Regnano il disordine e l'anarchia: gli errori si moltiplicano e trovano una pallida giustificazione soltanto nelle pessime condizioni del terreno. Il centrocampo non regge come a Como: Pecci (nella ripresa Patrizio Sala), Sclosa e D'Amico si perdono in tentativi isolati, che frantumano la continuità dell'azione. Zaccarelli non dispiace nel ruolo di mediano. In attacco Graziani e Pulici non si trovano. D'Amico vive di lampi, che si spengono come candele che non danno calore. La difesa commette fatali e inspiegabili disattenzioni. Abbiamo la sensazione che la partita non sia affrontata con la giusta tensione. Molto più svelti i bresciani, capaci di triangolare stretto e di verticalizzare lo schema. Il Torino cerca varchi sul settore destro del campo, ora con Zaccarelli, ora con Cuttone. Altrove c'è marasma, poca chiarezza, sia nelle intenzioni che nella esecuzione. Ma il relativo dominio del campo assicura alla squadra di Cazzaniga l'illusione di poter impattare. E il gioco riesce al 33', con Graziani che arresta e gira in rete un pallone propiziatogli dalla destra da Zaccarelli. A questo punto ci si attende la rabbiosa reazione granata, per finire un avversario che mantiene la posizione in campo con scioltezza e agilità. Graziani, in precedenza, non aveva avuto buona sorte al 29' con una deliziosa deviazione di tacco cui si opponeva, fortunosamente. Groppi. Ci riprova al 43' ed al 45', di testa e di piede, ma non ha fortuna in entrambe le conclusioni. Proprio Graziani, insieme con Van de Korput. è fra i più attivi in campo. Ma siamo molto lontani, comunque, dalla condizione ottimale. Se il primo tempo offre al pubblico qualche scampolo gradevole, la ripresa è una delusione totale, ed offre un calcio scontato che si addice perfino a chi soffre di mali coronarici. Il caos aumenta. Esce Pecci (ce lo dicono in condizioni fisiche imperfette) entra Patrizio Sala, ma la musica resta la stessa. Ed aumenta in noi la sensazione di vedere in campo una squadra che si crede in vantaggio di due gol. Il Brescia manca frattanto la clamorosa occasione del raddoppio. E' il 51': un traversone di Iachini non è intercettato da nessuno, entra Venturi (solo) in spaccata, ma ''cicca'' banalmente. Il pericolo non scuote nessuno e tantomeno il risultato. Menegali espelle, per somma di ammonizioni. Guida, ed ammonisce (ingiustamente a nostro avviso) Pulici, il quale dopo contatto spalla a spalla con Galparoli finisce a terra. La cronaca è povera, in perfetta sintonia con le vicende della gara. Non servono i cambiamenti operati da Cazzaniga e da Magni: entrano Mariani da una parte e Penzo e Biagini dall'altra. Penzo insidia una volta Terraneo, che però è bravo a bloccare. Gara da dimenticare, da mandare agli archivi e che purtroppo cancella le gradevoli premesse che i granata registrarono sette giorni fa, sul lago di Como.