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Comunale
20/09/1981
h.16.00
TORINO - BOLOGNA 1-0 (0-0)
Torino
: Terraneo, Cuttone, Danova, Van De Korput (al 70' Sclosa), Zaccarelli, Beruatto, Mariani (al 46' Bertoneri), Salvadori, Dossena, Ferri, Pulici. A disposizione: Copparoni, Bonesso, Francini. All.: Giacomini.
Bologna: Zinetti, Benedetti, Fabbri, Paris, Mozzini, Zuccheri (al 70' Cecili), Chiorri, Pileggi, Chiodi, Baldini (al 78' Mancini), Colomba. A disposizione: Boschin, Marocchi, Sala. All.: Burgnich.
Arbitro: Mattei di Macerata.
Reti: Pulici 78'.
Spettatori: 23.842 di cui 5.682 abbonati e 18.160 paganti per un incasso di 84.972.500 lire. La campagna abbonamenti non è ancora conclusa, il dato è quindi parziale e non definitivo.
Note: Calci d'angolo 6-3 per il Bologna, pomeriggio mite, terreno in buone condizioni.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 21 settembre 1981]
Paolino Pulici, vecchio e mai stanco eroe del gol, non ha tradito i tifosi della Curva Maratona e con un gran sinistro dal limite, imprendibile, ha regalato al Torino la vittoria sul Bologna e il primo posto in classifica. L'episodio va raccontato subito, prima del commento alla gara e in omaggio alla punta granata, il migliore dei cannonieri ancora in attività. Pulici al 78' ha ricevuto la palla da Sclosa. Stava una decina di metri fuori area, sulla destra. Si è girato, ha stretto al centro, il pallone bene incollato al piede, la testa alta a scoprire il compagno smarcato. Sembrava un'azione da niente. La difesa del Bologna era chiusa, Pulici sulla carta non aveva scampo. E invece, Zac, l'istinto del gol, una qualità che pochi in Italia possiedono al pari di Pulici. Il Bologna si è un poco aperto, il granata ha intuito più che visto il varco e di sinistro ha fatto secco Zinetti. Il pallone, colpito con rara potenza, ha gonfiato la rete alla sinistra del portiere del Bologna. Cosi, fra gli applausi di un tifo che ritrovava antiche passioni, il Torino ha battuto il Bologna al termine di una partita difficile, aspra per impegno anche se non bellissima sul piano dello spettacolo. I granata hanno giocato un primo tempo slegato ed una ripresa arrembante, hanno chiuso in crescendo, e l'andamento della gara dai due volti suggerisce alcune considerazioni di fondo. In primo luogo, è innegabile che il Torino sia ben preparato sul piano atletico. La squadra non ha avuto cedimenti fisici, al contrario è salita di condizione nel finale confermando la bontà del lavoro svolto da Giacomini sul campo d'allenamento. Possono sembrare particolari senza troppa importanza, ma la squadra si è presentata sul terreno mezz'ora prima del via per il riscaldamento, segno e spia che tutto è studiato nei dettagli per ottenere il miglior rendimento possibile durante la gara. In secondo luogo, la differenza di comportamento fra il primo tempo e la ripresa può essere spiegata in due modi: con la psicologia e con la tattica. Il Torino non possiede ancora l'autorità della grande squadra, e dunque è comprensibile che all'inizio la paura di sbagliare, l'insicurezza, giochino brutti scherzi. Uno pensa troppo ed i muscoli si irrigidiscono. Poi, via via che la gara prende vita, scompaiono anche le preoccupazioni, a vantaggio della naturalezza della manovra. I meccanismi mentali, tuttavia, non bastano a spiegare la trasformazione. Chiaramente c'è anche un motivo tattico. Giacomini, nella ripresa, ha scelto il modulo d'attacco ad una sola punta, lasciando negli spogliatoi Mariani e mandando in campo Bertoneri. La partita, di colpo, è diventata più ricca di ritmo e rapidità. Il Bologna non c'entra, perché la formazione di Burgnich non ha accusato cedimenti fisici: anzi, nella ripresa pure i rossoblu si sono mostrati molto pericolosi in avanti. In realtà, il modulo a due punte del Torino presenta qualche aspetto negativo. La squadra si è trovata nel primo tempo piuttosto slegata, quasi spezzata in due. Visto che il Torino non presentava a centrocampo grandi costruttori di gioco e Dossena, l'uomo che avrebbe dovuto cucire i reparti con il suo dinamismo, alternava spunti di buona efficacia ad errori ingenui e sovente gravi per un giocatore di tanta classe. Il Bologna dunque, ben disposto sulla fascia centrale con Pileggi, Colomba e Paris in giornata di grazia, controllava senza troppi affanni mostrando anche lodevole scioltezza nella manovra collettiva. Nel Torino, in questo primo tempo, sono stati molto bravi Zaccarelli, Terraneo e Salvadori, mentre Cuttone ha sofferto non poco su Chiorri e Van de Korput ha trotticchiato più che corso nella zona di Colomba. Ferri non ha giocato male, ma non ha saputo offrire troppi palloni in avanti, dove Pulici si è ben battuto al contrario di Mariani, sovente assente, per colpa sua o altrui, dal vivo della manovra. Il risultato senza gol del primo tempo era sostanzialmente giusto, ed il pubblico mostrava di non essersi molto divertito. Al Torino mancavano la capacità di penetrazione in area ed un efficace collegamento fra i reparti. Nel secondo tempo, dicevamo, le cose sono cambiate ed i granata sono passati ad una manovra più corta e veloce. E' cresciuto anche Beruatto, autore di buoni spunti offensivi sulla fascia sinistra mentre il Bologna si chiudeva a tratti per poi aprirsi pericolosamente in contropiede. Ne guadagnava ovviamente la partita, più ricca di emozioni e capovolgimenti di fronte. Il Bologna, che schierava Mozzini libero a dimostrazione dei problemi di Burgnich per il ruolo, poteva anche andare in gol in un paio di occasioni, ma era bravissimo Terraneo a deviare i tiri di Chiorri e Chiodi, prima che Pulici, ancora lui come a Genoa, inventasse l'azione che doveva dare la vittoria al Torino e trascinare i tifosi ad antiche gioie. Giacomini, alla vigilia della partita, ha affermato che gli avversari vanno affrontati uno alla volta, senza altro pensiero che correre e giocare. L'allenatore ha usato una metafora di stampo classico: la sua squadra dovrà fare come gli Orazi e i Curiazi, attirare i rivali e trafiggerli. Il Bologna, secondo questa filosofia, è un capitolo chiuso. Domenica c'è l'Inter, ed il Torino scende al Meazza primo in classifica: non male per una squadra che fino a ieri riscuoteva più scetticismo che credito.