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Comunale
28/03/1982
h.15.30
TORINO - CESENA 0-0
Torino
: Terraneo, Cuttone, Danova, Van De Korput, Zaccarelli, Beruatto, Bonesso (al 65' Ferri), Bertoneri, Dossena, Ermini, Pulici (al 77' Mariani). A disposizione: Copparoni, Sclosa, Esposito V. All.: Giacomini.
Cesena: Recchi, Oddi, Mei, Piraccini, Verza, Ceccarelli, Filippi, Genzano, Schachner, Lucchi, Garlini. A disposizione: Boldini, Storgato, Roccotelli, Zoratto, Gabriele. All.: Lucchi.
Arbitro: Lo Bello di Siracusa.
Reti: -
Spettatori: 18.315 di cui 5.891 abbonati e 12.424 paganti per un incasso di 55.602.500 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 29 marzo 1982]
Quanta fatica per un pareggio! Quante occasioni incredibilmente gettate al vento! Ed è un vero peccato spendere tanti elogi per il Torino, senza avere l'opportunità di celebrarne la vittoria. Il consuntivo per gli uomini di Giacomini è infatti misero, almeno nei termini quantitativi e numerici, poiché dalle ripetute occasioni avute a disposizione da Pulici, Beruatto e Bonesso non é balzato fuori neppure un gol. Insufficiente lucidità, precipitazione, errori di misura e scoordinazione hanno impedito agli esecutori di turno di raccogliere ciò che il collettivo aveva seminato con tanta pazienza. Ed ecco che i meriti del Torino si mescolano con i demeriti, aiutandoci forse a dare una spiegazione ad un pareggio che fa torto soltanto alla squadra di casa. Si dirà che un punto è ugualmente prezioso, poiché smuove una classifica che non deve mai ristagnare per arricchirsi dei necessari punti-salvezza Ma dopo aver riletto le vicende dei novanta minuti, dopo aver rivisto con la memoria il dominio totale imposto dal granata per l'intero arco del primi quarantacinque minuti, non sappiamo se Giacomini si accontenti dell'esito della gara, che gli attribuisce tanti elogi ma un sol punto. Bloccato Schachner con un impeccabile Danova. Limitato in un modesto lavoro di ''routine'' Garlini con il secondo stopper Van De Korput, Giacomini si preoccupa di costruire schemi profondi senza però mettere a repentaglio l'Incolumità di Terraneo. Il tecnico sa che Schachner è l'esponente più pericoloso nell'attacco di quel simpatico avventuriero romagnolo che è Lucchi. Ed allora il Torino, pur nella sua generosa e spavalda ricerca del gol. Non si scompone mai, in nessuna circostanza allenta il proprio tessuto difensivo, anche perché Giacomini sa rinunciare nella circostanza al più tecnico e leggero Ferri per disporre, a ridosso di Danova e Zaccarelli, il giovane Ermini, buon punto di riferimento, pronto a dare attenti saggi di copertura. Dossena, più duttile e fantasioso, e Bertoneri, altrettanto mobile e votato ad un massacrante lavoro di cucitura (nella ripresa, soprattutto lui pagherà tanta generosità), portano avanti palloni su palloni. Un aiuto lo offre anche Cuttone. I cui limiti tecnici sono un po' attenuati da un dinamismo e da uno spirito di sacrificio lodevoli. Non ci piace Invece Beruatto. Quasi senza personalità, fermo a presiedere il settore sinistro del campo con lentezza ed impaccio. Cerca, a volte, il tocco di eleganza che gli procura consensi, ma subito dopo delude. Una giornata grigia, la sua. In avanti, comunque, palle arrivano con una continuità molto gradita da Pulici e Bonesso, che fanno ''forbice'' anche se con insufficienti risultati. Sono sei le palle-gol che annotiamo nel primo tempo; sbaglia Bonesso al 2', si ripete due minuti dopo indirizzando male di testa: non ha miglior sorte Pulici, in ritardo su un diagonale di Bertoneri (20'), né sa fare meglio Beruatto (24'), che si libera dell'avversario in palleggio, ma che nella successiva lase rovina tutto con un destro completamente luori ogni regola calcistica; e ripete l'errore Pulici al 33', quando Dossena con un tocco di alta scuola gli porge una palla che andrebbe soltanto sospinta in rete. Pulici non è lesto, Recchi gli piomba addosso e sfuma la possibilità del punto vincente. In chiusura del primo tempo (40'), Bonesso devia un cross di Cuttone con la… faccia e gli esiti non possono che essere negativi. Il miracolo granata finisce qui. Ce n'è per riempire un sacco o per far funzionare continuamente un pallottoliere. Invece niente, la montagna del gioco non ha partorito neppure il topolino di un gol. E siccome è stato dispendioso il gioco del Torino, e siccome nelle sue file militano giovani appena usciti dal guscio dell'anonimato, è logico attendersi un calo di tono che definiremmo fisiologico. Cala Bertoneri, cala Ermini, non emerge Beruatto, scompaiono Pulici e Bonesso. Giacomini, che mastica bene Il calcio, inserisce Ferri per rigenerare le pile alla squadra e sposta più avanti Dossena. Il quale non essendo un goleador non può sfondare il muro cesenate, che nel frattempo si è rinforzato evitando le leggerezze dei primi 45'. Ferri lavora con scrupolo e precisione, ma non è regista che fa girare palla e gioco come il suo più celebre collega. Aumentano le difficoltà per i granata. Cresce, in proporzione, il Cesena. Mei e Oddi diventano insuperabili, Verza si vede più spesso, Genzano sale di un'ottava, Filippi continua a macinare strada come un infaticabile contachilometri, mentre Schachner, nonostante la guardia costituita da Danova-Zaccarelli, si mette in luce con alcune ''cavalcate'' che mettono i brividi al tifosi. Se nel primo tempo la squadra di Lucchi si è fatta viva solo con un tiro di Carlini deviato in due tempi da Terraneo (10') e con l'austriaco Schachner ''trattenuto'' al 15' in area di rigore da Danova (ci stava il rigore), nella ripresa si ripete con Verza (73'), la cui punizione offre a Terraneo la possibilità di confermare l'ottimo momento di forma. Ma la partita ha già emesso il verdetto. Il Torino non ha più forze fisiche ed opportunità per vincere; al Cesena basta il punto e controlla la situazione con gioco certamente più personalizzato di quanto abbia fatto nel primo tempo. La strada che conduce alla salvezza è lunga; ma sia il Torino che il Cesena l'hanno Imboccata. Domenica prossima i granata ospiteranno il Cagliari, una ragione pratica per aggiudicarsi uno spareggiosalvezza e per ricuperare il punto cosi stupidamente lasciato al Cesena.