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Comunale
10/10/1982
h.14.30
TORINO - INTER 0-0
Torino
: Terraneo, Van de Korput, Beruatto, Ferri, Danova, Galbiati, Zaccarelli, Dossena, Selvaggi (al 70' Bonesso, Hernandez, Borghi. A disposizione: Copparoni, Corradini, Salvadori, Torrisi. All.: Bersellini.
Inter: Bordon, Bregomi, Baresi, Oriali, Collovati, Marini, Bagni (all'80' Bernazzoni), Sabato, Altobelli, Beccalossi, Juary (all'82' Bergamaschi). A disposizione: Zenga, Ferri II, Bonacina. All.: Marchesi.
Arbitro: Bergamo di Livorno.
Reti: -
Spettatori: 47.165 di cui 38.258 paganti e 8.907 abbonati per un incasso di 244.905.500 lire.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 11Ottobre 1982]
L'unica vera emozione di Torino-Inter, giocata per una settimana a tavolino e dunque povera di occasioni sul campo, è arrivata quasi alla fine, al 78', quando già i tifosi di opposta fede parevano rassegnali al risultato più logico e giusto, vale a dire un bel pareggio senza gol. Sono stati i granata a mangiarsi le unghie per la rabbia. Galbiati è salito in attacco, ha smarcato Zaccarelli sulla destra, e Zaccarelli ha messo al centro tagliando fuori una volta tanto la testa riccia e onnipresente di Collovati. Patrizio Hernandez ha stoppato di petto calciando poi di sinistro al volo e Bordon è volato per la deviazione in angolo. Mormorio di delusione sugli spalti. Sull'angolo, Hernandez a Zaccarelli, ancora Hernandez che ha inventato il numero argentino: ha finto di rientrare e invece, di tacco, ha liberato nell'aera piccola Bonesso. L'attaccante, solo come un passero, ha sbucciato la palla e l'ha mandata incredibilmente a lato. Il mormorio granata sugli spalti è diventato un urlo di rabbia, e si capisce pure, visto che il Torino, cosi paziente nel tendere la sua tela, aveva fallito miseramente il colpo del k.o. Onestamente va detto che un gol a quel punto, malgrado la doppia prodezza di Hernandez ed il buon momento granata all'assalto della roccaforte nerazzurra, avrebbe punito oltre misura un'Inter non eccezionale (mancava Muller, però, non bisogna dimenticarlo) ma comunque lodevole per impegno e molto attenta nell'applicazione dello schema tattico. Per il Torino è stato sicuramente un vantaggio avere Bersellini in panchina, un uomo che conosce a fondo i segreti dell'Inter, e dunque Marchesi è stato costretto a rispondere sul piano tattico con una scelta di marcature tanto sorprendente quanto azzeccata. Il tecnico nerazzurro ha messo Bagni su Hernandez affidando a Baresi la fascia destra d'attacco e spostando Oriali a sinistra, nella zona di Zaccarelli. Baresi si è dunque trovato a contatto con Beruatto, e se è vero che i due si sono annullati a vicenda in una sfida diretta decisamente modesta, è altrettanto vero che l'Inter si è trovata protetta e bloccata sulle fasce quando il Torino attaccava. Risultato: i granata sono stati costretti a spingere al centro, dove i nerazzurri in verità non hanno trovato eccessive difficoltà a fermare gli spunti fumosi di Selvaggi che anche ieri ha dato l'Impressione di non trovare facili accordi con il compagno di linea Borghi. Se il Torino tentava sulle ali, ne uscivano cross per la testa di Collovati. Torre d'area senza problemi, e così i granata a tratti dovevano ricorrere al centrocampisti per portare la manovra verticale in velocità. Una trappola piena di rischi perché l'Inter, brava a centrocampo con Bagni, Sabato e Orlali, e svelta nella tre quarti grazie all'estro di Beccalossi, minacciava ogni volta pericolosi contropiede. Il problema del Torino, problema tattico, era quello di attaccare senza troppo sbilanciarsi, di spingere l'azione mentenendo il rispetto delle distanze in campo. Nel primo tempo i granata hanno osato, hanno corso i loro bravi rischi fidando nella buona giornata di Danova e Van de Korput su Juary e Altobelli, ma in realtà la scarsa disposizione all'offesa delle punte e l'ottimo schema tattico dell'Inter hanno impedito qualsiasi pericolo alla porta di Bordon. Al contrarlo l'Inter attaccava per linee verticali, si affacciava in un paio di occasioni all'area granata trovando tuttavia difensori attenti e portiere pronto all'intervento: disposti in campo soprattutto per il contropiede, anche i nerazzurri non riuscivano ad impensierire i rivali. In un certo senso, Torino e Inter erano incapaci di farsi male tanto la tattica, sull'uno e l'altro fronte, finiva per annullare le iniziative delle due squadre. La partita, malgrado il predominio della lavagna, è stata comunque mossa e piacevole, condotta a buon ritmo e combattuta su ogni pallone, In ogni spazio del campo. Sono mancate solo le occasioni da gol e la cronaca del primo tempo è fitta di notizie e di spunti ma avara di emozioni vere. Nei primi 45 minuti hanno giocato bene Bagni, Oriali e Beccalossi nell'Inter, Zaccarelli, Dossena e Galbiati nel Torino mentre l'arbitro Bergamo ha commesso un paio di errori all'inizio per poi concludere con una prova tutto sommato decorosa. Nel secondo tempo il Torino ha tentato vie nuove, velocizzando la sua manovra di centrocampo e commettendo di conseguenza qualche sbaglio di troppo: quando si tocca dì prima cercando lo scambio e il triangolo rapido, è facile consegnare il pallone agli avversari. Questo hanno fatto Zaccarelli e Dossena in qualche istante, ma vanno assolti perché era davvero l'unica strada per infilare la difesa. All inizio della ripresa anche Hernandez è diventato più attivo. Al 47' l'argentino è stato autore di un affondo con centro ribattuto in angolo, e così dopo una decina di minuti Marchesi è corso ai ripari cambiando le marcature, Oriali è andato su Hernandez e Bagni, un po' stanco per il correre, si è spostato nella zona di Zaccarelli. Il tema tattico della partita non è cambiato di mollo, anche se il Torino in questa fase si è dimostrato più attivo, specie con Galbiati, nello spingere l'azione di centrocampo. Al 66' però l'Inter si rendeva pericolosa con un centro di Beccalossi per Altobelli, Terraneo usciva coi piedi. Al 67' ancora Terraneo doveva gettarsi con prontezza sulla palla per bloccare Sabato, lanciato in area da Altobelli. Tre minuti dopo Bersellini mandava negli spogliatoi Selvaggi e lanciava nella mischia Bonesso, forse più adatto del compagno nel contendere a Collovati i palloni alti. E proprio Bonesso, come sidiceva all'inizio, buttava alle ortiche l'occasione d'oro del Torino. Aveva ragione Bersellini alla vigilia quando affermava che Torino e Inter sono squadre molto simili, ieri lo sono state a tal punto che hanno finito per soffocarsi a vicenda.