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Comunale
23/02/1986
h.15.00
TORINO - MILAN 2-0 (1-0)
Torino
: Copparoni, Corradini, Francini (al 46' Cravero), Zaccarelli, Junior (all'80' Brambati), Ferri I, Beruatto, Sabato, Mariani P., Dossena, Comi. A disposizione: Biasi, Pusceddu, Osio. All.: Radice.
Milan: Terraneo, Galli F., Maldini, Baresi, Manzo, Mancuso, Icardi, Wilkins, Virdis, Bortolazzi (al 76' Macina), Evani. A disposizione: Nuciari, Lorenzini, Costacurta, Spelta. All.: Liedholm.
Arbitro: D'Elia di Salerno.
Reti: Comi 16', 65'.
Spettatori: 39.467 di cui 28.445 paganti per un incasso di 295.656.000 lire e 11.022 abbonati per una quota partita di 191.633.000 lire.
Note: Pomeriggio freddo, terreno duro ma in discrete condizioni. Ammonito Wilkins. Prima del fischio d'inizio, osservato un minuto di silenzio in memoria del dottor Francesco La Neve, deceduto sabato, medico della Juventus.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 24 febbraio 1986]
Già malfermo sulle gambe, pesto e un po' suonato per via delle molte assenze, il povero vecchio Diavolo è stato preso a cornate dal Toro e ha chiuso ingloriosamente il suo pomeriggio al Comunale buscando due gol e la prima sconfitta dell'anno. In tribuna non c'erano i Berlusconi Brothers, Silvio e Paolo, anche se i nuovi boss del Milan erano rappresentati da Foscale e Galliani, uomini di fiducia e futuri membri del Consiglio rossonero. Ma l'occhio del padrone, al contrario di quanto recita il vecchio adagio, ieri non ha ingrassato il cavallo, apparso per la verità infiacchito e bolso davanti alla giovane furia granata: se Liedholm era sotto esame, come avevano lasciato intendere alla vigilia le parole un po' incaute del più giovane del Berlusconi, ebbene le vicende della gara e le grandezze del Toro hanno bocciato anche lui insieme alla sua zona, vischiosa certo e a tratti paralizzante per gli avversari ma troppe volte saltata dalle rapide azioni di prima dei granata. Il Torino di Radice ha giocato con molta attenzione e decisione, specie a centrocampo, ed ha saputo evitare, se non la trappola del fuorigioco applicata fin quasi alla noia dai rossoneri, il rischio grosso di lasciarsi prendere dai nervi ogni volta che il guardalinee alzava la bandierina e l'arbitro fischiava. Anche quando fuorigioco non c'era, per la verità, come al 10', gol di Comi annullato con l'attaccante granata in posizione regolare, questa almeno è l'opinione nostra. Bravi dunque Dossena e Junior, bravissimo Sabato il quale ha avuto il solo torto, in una partita impeccabile per coraggio e ritmo, di mangiarsi un'occasione d'oro al 24', destraccio fuori in diagonale dopo una magnifica manovra corale del Toro, da Dossena a Comi, a Sabato, scherzetto del fuorigioco fallito e rossoneri fermi come le belle statuine. Cercando di sintetizzare una partita tutto sommato ricca di episodi e comunque catturante sotto il profilo tattico, come quasi sempre capita al Toro contro le squadre che giocano a zona, ci piace mettere in rilievo l'aspetto forse più confortante per il futuro granata. Radice ieri ha puntato sui giovani, e non è un caso, dato 11 quadro, che il tecnico abbia deciso nel finale di fare esordire un altro ragazzo. Massimo Brambati. classe 1966, detto il Briegel della Brianza, n quale, fra l'altro, giusto sabato aveva battuto l'Inter con la Primavera. Tre minuti, un solo pallone toccato, ma quasi un segnale, cosi ci è parso, di come deve essere il domani del Toro. Il presente, tornando alla partita col Milan, è rappresentato da Comi e Mariani, inedita coppia d'attacco. Senza per questo voler togliere nulla a Cravero, per esemplo, che ha giocato nella ripresa al posto di Francini mostrando buona attitudine all'offesae spiccato senso di partecipazione alla manovra d'assieme. Comi ha segnato due gol, già può bastare anche se U numero 11 va lodato per la mobilita, oltre che per la freddezza sotto rete, e Mariani ha disputato la sua prima partita intera dopo la serie di Infortuni e dolori che richiedono, da parte di tutti, un omaggio al coraggio dell'uomo prima che alle qualità del calciatore. Mariani ha avuto qualche pausa, logico, nessuno pretendeva che saltasse 90 minuti come un grillo, però si è liberato e ha toccato con intelligenza mostrando con Comi un'intesa destinata a crescere, se Radice come pensiamo continuerà a dar fiducia alla coppia anche quando l'infermeria sarà vuota e Schachner pretenderà (?) la sua maglia. Nei primi 5' Mariani è scattato tre volte in contropiede, acclamatissimo dalla follae la zona del Milan ha cominciato ad allentarsi anche se sono stati i rossoneri a pungere davvero per primi, se si esclude l'azione vincente di Comi fermata dal fischietto del signor D'Ella. Al 14' Manzo, che èil marito di Dorina Vaccaroni e deve aver appreso l'arte in casa, ha colpito di fioretto dal limite, mirando l'angolo alto, ma Copparoniè volato a deviare in angolo. Copparoniè stato fra i migliori e merita due parole. Era paziente in panchina, si sta dimostrando bravissimo in campo, il che significa professionalità e valore, qualità che nel calcio finiscono sempre per pagare. Il portiere si è ripetuto al 40', uscendo con grande tempismo a chiudere su Virdis lanciato da Wilkins: sulla respinta Evani ha colpito la traversa, con Ferri che in angoscia ma per fortuna in ritardo meditava giàfermare il pallone con le mani. E al 44' sempre Copparoni ha deviato in angolo un destro da fuori di Wilkins, ragioniere stanco, ordine e diligenza non bastano se le gambe non si muovono alla svelta. Oli attacchi del Milan sono tutti qui, il resto è stato tentativo di tener palla, trappola del fuorigioco, disimpegno difensivo, lentezza di manovra, in una parola rimescolio del torrone. Anche se dobbiamo riconoscere che di più non era lecito attendersi, visto che in campo c'era mezza squadra: neppure Liedholm, mago della panchina, può compiere simili miracoli. Il Torino, invece, ha badato al sodo ed è andato in gol al 16' con Comi, molto abile a deviare di piatto sinistro, da posizione angolata, un centro da destra di Junior. Un gol simile a quello messo a segno da Serena in azzurro contro la Germania Ovest ad Avellino, ed il Torino in vantaggio ha tenuto dapprima il controllo della gara e poi si è scatenato nella ripresa, favorito anche dalla necessità del Milan di uscire dal guscio per riacciuffare per la coda il risultato. E cosi, dopo una serie di azioni alterne e qualche brivido per la difesa del Torino, peraltro ben diretta dal solito Zaccarelli, i granata al 65', sempre con Comi, hanno messo in cassaforte i due punti dell'aggancio, quarto posto, l'Uefa è vicina Stavolta è stata un'incornata vera, splendido colpo di testa, anzi di nuca, su calcio d'angolo battuto da Junior. Prima del corner il signor D'Elia aveva interrotto il gioco per parlottare in area con Maldini e lo stesso Comi, forse colpevoli di qualche colpo proibito in occasione di un precedente angolo del brasiliano. E appena dopo, l'arbitro, è corso a metter seduto Radice in panchina, appoggiandogli le mani sulle spalle: non sapevamo che fosse proibito gioire stando ritti in piedi.