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Comunale
06/09/1987
h.20.30
TORINO - SAMPDORIA 0-2 (0-0)
Torino
: Lorieri, Corradini (all'84' Bresciani), Ferri, Crippa, Rossi, Cravero, Berggreen (al 46' Lentini), Sabato (al 46' Fuser), Polster, Comi, Gritti. A disposizione: Zaninelli, Benedetti. All.: Radice.
Sampdoria: Pagliuca, Briegel, Mannini, Fusi, Paganin, Pellegrini, Bonomi, Cerezo, Salsano, Mancini (al 46' Vialli), Branca (al 59' Ganz). A disposizione: Bistazzoni, Wierchovood, Zanutta. All.: Boskov.
Arbitro: Agnolin di Roma.
Reti: Vialli 60', 90' rig.
Spettatori: 20.248 paganti per un incasso di 229.744.000 lire.
Note: Nessun ammonito, serata calda e afosa, buona affuenza al Comunale nonostante entrambe le squadre fossero già qualificate al turno successivo di Coppa Italia, calci d'angolo 7-4 per il Torino.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 7 settembre 1987]
Il Torino si inchina di fronte alla furbizia di Cerezo ed allo sprint di Vialli, ma non fa drammi. Radice è sereno: abbiamo colto di più quando non meritavamo tanto, abbiamo ottenuto di meno quando meritavamo di più.. Una considerazione lucida, esatta, sia pure nell'amarezza della sconfitta. Ieri sera al Comunale i tifosi granata (non quelli del solito coro "Dossena, Dossena", troppo facile giudicare meriti e demeriti solo in base al. Risultato) hanno rivisto più o meno una partita simile a quella con l'Atletico Mineiro a Sanremo: buon primo tempo, a tratti ottimo, con la squadra al completo, cedimento sul contropiede avversario nella ripresa con l'ingresso dei giovani (Lentini e Fuser al posto dell'ottimo Sabato e del bravo Berggreen). Va anche detto, per onesta, che nel primo tempo la Samp non aveva Vialli (Boskov ha tenuto fede alla parola, un tempo per uno fra Vialli stesso e Mancini), ma va anche ricordato che l'ottimo Ferri si è alternato nella marcatura di giocatori che hanno faticato 45 minuti ciascuno, e lui tutti i novanta. E' il calcio d'agosto. Vialli è stato il mattatore (con l'appoggio di un Cerezo eccezionale) per la Sampdoria. Ha segnato il primo gol su punizione del brasiliano, lesto a calciarla mentre i granata si chiedevano ancora cosa stava succedendo (non è una scusante: l'ingenuità è una colpa), ha rinviato sulla linea di porta il pallone del pareggio scagliato da Gritti, ha raddoppiato su rigore al 90' quando il Toro, tutto in attacco, ha lasciato via libera allo stesso Vialli sul quale Lorieri non ha avuto altra difesa che un aggancio in uscita. Questo il risultato, ma c'è anche la partita. Per 45 minuti il Torino tipo l'ha controllalata e a tratti dominata, ottenendo però al suo attivo solo le parate di Pagliuca ed un montante centrato da Berggreen con un tiro di rara potenza. Gritti e Polster hanno lottato bene, Crippa ha offerto il consueto rendimento, su tutti ancora una volta Sabato per qualità e quantità. La Samp, in quel periodo senza Vialli, ha sofferto arrancando, con Mancini annullato da Ferri e con Branca ancora da scoprire: match nullo con Rossi, tutti e due come fuori dal match. Nella ripresa, come già detto, l'ingresso di Vialli (al posto di Mancini) e l'uscita di Sabato e Berggreen. E la partita ha detto la sua verità. Vialli scatenato (chissà quanta voglia di gol aveva accumulato in panchina), Torino pasticcione ed ingenuo. Il risultato è nato così, premio alla Samp e castigo troppo severo per i granata che debbono comunque meditare: non serve attaccare, se il prezzo è quello di scoprire la difesa. Ed è proprio la difesa la nota negativa sul Torino. Vorremmo sapere cosa stia accadendo a Corradini: un anno e mezzo fa lo consideravamo da nazionale, adesso siamo certi che meglio possono fare Benedetti o Di Bin. Sarà un momento nero (le prestazioni dei calciatori possono anche nascondere problemi non noti) ma Corradini è davvero irriconoscibile. Anche Ezio Rossi non è stato rassicurante. Il Torino insomma ha confermato le due impressioni base già avute in precedenti partite. 1) Se non gioca nella formazione migliore corre grossi rischi per l'inesperienza dei più giovani: Lentini e Fuser pagano il salto di categoria. 2) Se la difesa si allarga appena, rischia grosso. Radice, insomma, ha ancora parecchio da lavorare.