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Comunale
17/01/1988
h.14.30
TORINO - PISA 3-1 (1-1)
Torino
: Lorieri, Corradini, Ferri, Crippa, Rossi (all'86' Benedetti), Cravero, Lentini (al 72' Fuser), Berggreen, Polster, Sabato, Gritti. A disposizione: Zaninelli, Bresciani, Di Bin. All.: Radice.
Pisa: Nista, Brandani (al 53' Bernazzani), Lucarelli, Faccenda, Cavallo, Dunga (al 67' Piovannelli), Cuoghi, Caneo, Dolcetti, Sclosa, Paciocco. A disposizione: Grudina, Dianda, Chiti. All.: Materazzi.
Arbitro: Di Cola di Avezzano.
Reti: Lucarelli 7' (P), Gritti 12', 57' (T), Berggreen 46' (T).
Spettatori: 20.952 di cui 12.238 paganti e 8.714 abbonati.
Note: Ammoniti Brandani, Polster, Ferri e Berggreen.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 18 gennaio 1988]
Quando si è in due a sostenere il peso delle responsabilità offensive, resistenza in mezzo ai difensori diventa perfino allegra. Non segna Polster (autore comunque di una buona prova e di una traversa al 77') ma si fa avanti Gritti, piccolo, ostinato e mobilissimo inventore di soluzioni improbabili e di gol: due nella circostanza. E la rete fiabesca di Berggreen, concepita e concretizzata con un disegno d'artista violento e rapido, è la ciliegina sulla torta preparata dai due attaccanti granata. Così il Torino torna al successo, dopo tre mesi di buoni proponimenti quasi sempre disattesi e di belle prove non confortate dalla gioia concreta del risultato. Tutto come previsto e secondo l'andamento, a tratti perfino brillante, di una gara dai molteplici volti. Il Pisa non si limita ad osservare, non è nella natura del suo tecnico e del focoso presidente Anconetani. Guarda il Torino in faccia, senza ipocrisie e senza veli. E il Torino lo castiga. Ma i primi fastidi vengono rivolti all'attenzione di Lorieri, poiché negli schemi di Materazzi è prevista l'assillante presenza del terzino Lucarelli fra i dlfesori granata. Lucarelli sembra il gatto con gli stivali, svelto e imprendibile. Lentini, chiamato a recitare il tornante in quella zona, non può reggere il passo del pisano. E i primi tentativi granata (al 3' c'è una conclusione di Gritti a lato) sembrano liquefarsi di fronte a quel motivo strategico. Lucarelli, infatti, prima segna al 7' (traversone di Dunga. assist di testa di Paciocco per il collega) e poi va ad un soffio dal raddoppio con una deviazione acrobatica cui si oppone Lorieri. Radice non ha indugi e risolve l'assillo spostando Lentini a sinistra ed impegnando duramente Lucarelli con Berggreen; cosi il terzino pisano non ha più opportunità di inserirsi in uno schema offensivo. Il Torino, a volte, recita a memoria, gli schemi sono provati in allenamento e, in partita, si raccolgono i frutti. I tifosi non hanno neppure il tempo di farsi venire un pizzico di malumore che Gritti rimette il match in equilibrio con deviazione di testa. Il passaggio gli è offerto da Polster. A questo punto il tema diventa un braccio di ferro, a tratti gradevole, altre volte spigoloso e confuso. Il Torino fa pressing e siccome il Pisa si comporta in modo analogo, non è facile imporre un gioco chiaro e fluente. Non c'è Comi, il Toro compensa il ridotto tasso di fosforo con l'impegno di Crippa. Berggreen e Sabato, per i quali il lavoro non è certo una maledizione. Corradini limita Dunga. piuttosto anonimo. Il Pisa mette in mostra Dolcetti, che rifinisce per punte che non ci sono, visto che Paciocco parte da lontano e che Piovanelli entra al 67'. Il movimento dei nerazzurri impedisce però alla squadra di Radice di organizzare un tema efficace. Ma appena le squadre fanno ritorno in campo dopo il riposo, Berggreen inventa un gol alla.. Polster. Un misto di prepotenza ed agilità sono la sintesi del 2-1. Allora il Pisa si scopre, sbaglia molto, il Torino è cinico e più preciso. Lentini. che ha talento, non ha però l'umiltà di mettersi al servizio del collettivo. Nista e tempestivo su Polster (47'), Lorieri inattivo. E arriva l'arrotondamento. Gritti è fastidioso come una zanzara. Occorrono due pisani per bloccarlo in area, ma sono mezzi illeciti. Rigore al 57': il calcio di Polster è debole. Nista si oppone però non trattiene, sbuca l'agile Gritti e il successo, meritato, viene servito dopo otto partite di attesa. E non poteva essere "rimandato" nonostante i tentativi finali di Dolcetti (75') e Cuoghi.