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Comunale
12/02/1989
h.15.00
TORINO - LECCE 0-0
Torino
: Lorieri, Gasperini, Ferri, Sabato, Rossi, Cravero (al 53' Edu), Fuser, Comi, Muller, Zago, Skoro (al 60' Bresciani). A disposizione: Marchegiani, Catena, Landonio. All.: Sala.
Lecce: Terraneo, Miggiano, Baroni, Enzo, Righetti, Vanoli, Moriero (al 90' Monaco), Barbas, Vincze (all'83' Garzya), Levanto, Paciocco. A disposizione: Negrettti. All.: Mazzone.
Arbitro: D'Elia di Salerno.
Reti: -
Spettatori: 22.453 di cui 10.845 paganti per un incasso di 136.621.000 lire e 11.608 abbonati per una quota partita di 243.148.824 lire.
Note: Ammoniti Enzo, Righetti e Edu.
Cronaca
[Tratto da La Stampa del 13 febbraio 1989]
Ma a che razza taurina appartiene la squadra di Claudio Sala? E' la domanda proposta dai tifosi, tra lo sbigottimento e l'angoscia, all'uscita dallo stadio dopo lo 0 a 0 imposto dal Lecce. E' una processione triste, dalla quale si decifra soprattutto rassegnazione. Come si puó, del resto, riassumere in una sola parola un complesso volenteroso ma anarchico, battagliero ma inconcludente, generoso ma confusionario? Un Ufo: questa è la sensazione offerta dal Toro attuale, un oggetto inidentificabile ma neppure volante. Del Toro furioso e pratico di una volta è rimasto soltanto il ricordo. E, invece di dare continuità alle intenzioni, questa squadra si comporta come i gamberi: un passo avanti in un primo tempo ricco di promesse, due indietro in una ripresa da dimenticare. E' probabile che il campionato per i granata non sia nato sotto una buona stella, forse perché vi stanno sopra e non possono benificiare della sua luce. L'osservazione nasce dalle opportunità presentatesi sui piedi di Skoro (10', salvataggio di Baroni in extremis), di Cravero (15', Terraneo respinge la punizione di Comi e la palla, calciata dal libero, finisce sull'esterno della rete) e di Zago (25', alto di poco). Un pizzico di buona sorte avrebbe risolto la partita e allentato le tensioni. E tali epiloghi infelici, forse, al di là delle allegorie ci portano a parlare del Torino come di un complesso slegato alla ricerca della vittoria prima che di un'identità. Quando riscopriranno la gioia dei due punti i granata potranno conferire di nuovo precisione, lucidità e concretezza a formule, passaggi, strategie e conclusioni. In attesa di momenti propizi, il Torino affronta un avversario non facile, anche se la tabella di marcia del Lecce in trasferta è misera (due punti, con quello conquistato contro i granata). Ma gli uomini di Mazzone, che già misero in difficoltà Napoli e Juventus, Sampdoria e Roma, applicano un pressing notevole e condito da esasperati raddoppi di marcature. Con tutto ciò il Torino, che rinuncia a Bresciani e Catena, per privilegiare un centrocampo più solido e per mettere il rapidissimo Gasparini su Paciocco, nel primo tempo lascia intuire miglioramenti rispetto alla gara con il Como. E i tifosi, sempre vicini alla squadra, aspettano il gol. Che non viene perché Muller è in cattiva giornata e si nasconde, perchè il centrocampo va avanti a strappi, Zago è stanco, Fuser lotta su ogni pallone ma a volte è precipitoso e impreciso e Comi è lontano anni luce dell'uomo-riferimento apprezzato l'anno scorso. Sabato è il piú continuo, ma non basta a sostenere le azioni insieme con Skoro, il quale non è protagonista di giocate determinanti ma lotta, difende il pallone e tenta di allargare con aggiramenti le maglie tessute dai robusti Miggiano, Baroni, Enzo e Righetti con il sostegno di un brillante Vanoli e di un sempre elegante Barbas. Il Lecce fa il proprio dovere, contiene il Torino con l'aggressività e, quando puó, va in contropiede. Lorieri è tranquillo fin quando Moriero (40') l'obbliga ad aprire le ali verso l'incrocio dei pali. Salvo Baroni e Vanoli, nessuno si mette in luce nel Lecce, ma ognuno fa il proprio dovere con umile onestà. Però il secondo tempo del Torino è un'anagramma. Vincze, guarda chi si vede? Batte Lorieri ma non Sabato che salva sulla linea di porta al 49'. Claudio Sala fa entrare Edu (Cravero sta male). Dentro anche il vispo Bresciani e negli spogliatoi va, udite udite, Skoro! Bresciani non basta visto che Muller è in letargo. E chi sospinge il Toro in un parziale insulso, in cui la palla viaggia come in un match di ping pong, se non Sabato e Fuser, l'unico (51', 65' ed 84') a giocare carte disperate. Al 91' c'è tempo per un brivido davanti al naso di Lorieri. Ma ancora Sabato fa l'angelo custode. Torino. Cravero all'assalto di Terraneo; più avanti il capitano granata sarà costretto a uscire.