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Comunale
25/03/1990
h.15.30
TORINO - REGGINA 2-0 (0-0)
Torino
: Marchegiani, Mussi, Rossi E., Enzo, Benedetti, Cravero (al 27' Sordo), Lentini, Romano, Muller, Bianchi, Pacione (al 62' Skoro). A disposizione: Martina, Ferrarese, Venturin. All.: Fascetti.
Reggina: Rosin, Bagnato, Attrice, Marenzano, Cascione, Pergolizzi, De Marco (al 73' Visentin), Bernazzani, Tomaselli, Mariotto, Simonini. A disposizione: Torresin, Pozza, Granzotto. All.: Bolchi.
Arbitro: Quartuccio di Torre Annunziata.
Reti: Lentini 66', Sordo 86'.
Spettatori: 34.108, di cui 18.083 abbonati e 12.167 paganti per un incasso complessivo id 458.825.105 lire. A questi vanno aggiunti 3.858 ingressi gratuiti per le donne.
Note: Giornata di sole e vento, terreno in buone condizioni. Ammoniti Tomaselli ed Enzo per scorrettezze, Bianchi e Simonini per proteste. Calci d'angolo 5-5.
Cronaca
[Tratto da Stampa Sera del 26 marzo 1989]
Se il Toro casalingo vince per 2-0, la gente storce il naso. Solo due gol?, si chiedono i tifosi. Sono dei maleabituati. Compreso l'Avvocato che, deluso dello 0-0 dopo i primi quarantacinque minuti, abbandona lo stadio. Battere la Reggina significa invece collezionare il settimo successo consecutivo nel vecchio Comunale, a passo di record, dunque. Fare due gol ai calabresi significa arrivare a 42 reti (sempre in casa), con media di 2,8 a partita. Sette punti di vantaggio sulla quinta in classifica significa che mancano 12 punti in 9 partite per la sicurezza della promozione. Tutte queste notizie importanti non possono però nascondere che la squadra granata ha ancora una volta lasciato perplessi. Ha duramente faticato, per oltre un'ora, prima di avere ragione della Reggina che non è formazione di bassa classifica, ma che per lignaggio e caratura tecnica non può certo essere confrontata con il Toro. Gli amanti della contestazione, quelli dei fischi di Parma, già pensavano ad un bis che avrebbe avuto l'avallo di 35 mila persone, presenza eccezionale per lo stadio torinese. Ci ha pensato invece Lentini a negare questo gusto sadico e masochistico, visto che i torinisti che contestano il Toro non piacciono a nessuno, a cominciare ovviamente da Fascetti. Il Toro, fino al gol di Lentini, è parso un animale moribondo sul quale, come una mosca impazzita, si muoveva Muller. Romano, la mente, era orfano del suo fido braccio destro Venturin, e dopo neppure mezz'ora è stato abbandonato anche dall'altro "cervello", quello difensivo, cioè Cravero. Le due assenze lo hanno costretto a fare di tutto, a scapito del suo piede raffinato, in cerca avvero bello a vedersi. E questo Toro senza gioco non aveva neppure i bisonti per caricare e sfondare così a cornate i baluardi difensivi costruiti da quel vecchio cuore granata che è Maciste Bolchi. Mancava Policano, squalificato, e mancava anche Skoro che Fascetti, secondo ragioni che possono anche essere valide, ma poco interessano ai tifosi, tiene in panchina per punizione. Quando l'urlo della Maratona à stato ascoltato e lo slavo ha finalmente rilevato lo spento Pacione, come d'incanto la musica è cambiata. Skoro ha cominciato ad infierire su una difesa che già mostrava le prime smagliature e Romano si è sentito molto meno isolato, muovendo con raziocinio le pedine intorno a sé. Resta da celebrare il gol di Lentini. Bello quanto impossibile. Da notare che proprio con la Reggina, nella gara d'andata, cominciarono per lui momenti poco piacevoli che ora sono sicuramente terminati. Gli mancava solo il gol. Mai gli era riuscito, nonostante le numerose presenze in maglia granata, di mettere la palla in rete. Ora anche questo particolare à stato raggiunto. Non manca proprio più nulla. Per il ragazzo di Carmagnola, la grande soddisfazione à stata testimoniata da quella corsa sotto la curva Maratona. Forse, mentre la società guarda in giro per l'Italia e per il mondo alla ricerca di giocatori di spicco, à stato davvero trovato un altro fenomeno fatto in casa. E non ci riferiamo ovviamente e soltanto al fatto che abbia segnato un gol molto bello. Lentini chiede soltanto fiducia e pare proprio che Borsano e Casasco abbiano già deciso di accordargliela.